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Caritas, giovani attori portano in scena il confine

onde

«Palpita, palpita il vento. Porta che porta al lamento. E insieme al pianto si sente un canto: la la la, la la la..».

La canzone e la musica di Alessandro Colpani fanno da colonna sonora alla produzione teatrale che nelle scorse settimane ha coinvolto studenti delle scuole Medie e Superiori sotto la regia di Simone Tansini, entro il percorso dello spazio culturale EMMEZERO promosso dalla Caritas diocesana.

Il naufragio di Cutro e la scrittura come percorso di guarigione

La sceneggiatura è stata scritta a partire da un testo di Leili Kalamian che prende spunto da una storia veramente accaduta, ispirata al tragico naufragio di migranti a Cutro, in Calabria, nel febbraio 2023. Tra i morti annegati in mare, ben 35 bambini e ragazzi, catalogati con sigle perché impossibili da identificare. “Quando ho sentito la notizia al telegiornale, da mamma, sono scoppiata in lacrime - non nasconde Kalamian -. Ho riversato questo dolore nella scrittura. Ho pensato a una storia che potesse comunque avere un messaggio positivo. E in quella tragedia un messaggio positivo si è fatto spazio: la storia di una maternità particolare”. La protagonista, Nicoletta, è una vedova che non si stanca, ogni mattina, di andarsi a sedere di fronte al mare, quel mare che il marito pescatore ha solcato tante volte e dal quale non ha fatto ritorno. In un paese spopolato, dove non ci sono più bambini - e per questo, recita una battuta del testo, non ci sono più novità da raccontare - succede qualcosa di inatteso. Che cambierà la vita di Nicoletta. E di un'altra donna nel dolore, Maria, che virà una sua annunciazione. Il testo diverrà un libro illustrato, in uscita in autunno, che circolerà nelle scuole, “per una educazione civica che sia educazione del cuore, per tornare umani, non cedere all'indifferenza”. E ha fatto inoltre da base per la sceneggiatura scritta da Tansini - poliedrico artista che spazia tra musica, teatro e scrittura - sulla quale hanno lavorato i giovanissimi attori, cimentandosi con i linguaggi della recitazione, del canto e della danza. Un assaggio del loro lavoro è andato in scena al centro Il Samaritano della Caritas diocesana per le prove aperte riservate a familiari ed amici (nelle foto, alcuni momenti dello spettacolo). L'obiettivo è riprendere a lavorare dopo l'estate e portare sul palcoscenico l'intero spettacolo. L'assaggio - intanto - ha saputo trasmettere forti emozioni nel pubblico.

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Il confine, parola dalle mille sfumature

Cos'è il confine? È un limite geografico o un limite mentale? È lo spazio che apre al rispetto o che chiude all'accoglienza? Un'unica parola racchiude tante sfumature, così come il testo che ha preso gli occhi, le mani, le gambe, i movimenti, la voce dei ragazzi che lo hanno intepretato. “La mia sfida - ha spiegato Tansini - è metterli a confronto con un testo adulto, misurarsi con la difficoltà del poco tempo a disposizione per provare e con richieste alte, come il canto o l'interazione nel gruppo. Abbiamo costruito la storia un passo alla volta, perché anche loro non scoprissero subito cosa accade ma si immedesimo passo passo. Soprattutto, abbiamo cercato di offrire uno spazio di crescita e un'occasione per stare insieme”.
Il progetto teatrale è solo l'ultima delle proposte che Caritas sta ideando, in collaborazione con professionisti del territorio, per contrastare la povertà culturale. «Hanno aderito giovani che vengono da culture, contesti, storie diverse. Il primo passo è stato fare famiglia, in un'ottica di inclusione, apertura, accoglienza”.
I confini non sono più, così, barriere che separano. Possono diventare caratteristiche che, nella diversità, , si incontrano, si conoscono, e si rispettano.

Barbara Sartori

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Pubblicato il 23 luglio 2024

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