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«Piacenza da scoprire»: prima tappa di un viaggio tra arte, storia e cultura

 

cristo

Se siete amanti dell'arte, della storia e delle bellezze nascoste, attraverso questa rubrica, che oggi iniziamo, potrete scoprire delle significative opere d'arte di Piacenza e dei suoi dintorni. Piacenza è una città ricca di tesori artistici, teatro di un passato illustre e di una cultura vibrante che si riflette nelle opere che adornano le sue strade e i suoi edifici storici. Attraverso questa serie di articoli, esploreremo alcuni capolavori artistici nascosti che popolano la città, inseriti nelle maestose chiese e nei palazzi antichi. Ma non ci limiteremo solo alla città di Piacenza. Allargheremo il nostro sguardo anche ai dintorni, alla scoperta di altri luoghi incantevoli e opere d'arte che narrano storie millenarie ed emozionanti.


Compianto del Cristo morto nella basilica di San Francesco

Iniziamo con un monumento significativo all’interno della Basilica di San Francesco, prospiciente a Piazza Cavalli, nel centro di Piacenza: in questa chiesa si trova uno dei tesori artistici più preziosi e meno conosciuti del panorama artistico italiano: un gruppo scultoreo in stucco, attribuito con certezza a Domenico Reti, grazie agli studi e alle ricerche condotte da E. Riccomini. Quest'opera, che rappresenta il Compianto sul Cristo morto, è un esempio sublime dell'arte barocca, ricca di emotività e di dettagli finemente lavorati che colpiscono l'osservatore e lo invitano a una profonda riflessione spirituale.

L'origine dell'opera

Il gruppo scultoreo era originariamente collocato in una sorta di grotta artificiale, addossata alla parete sinistra del deambulatorio della basilica, creando un ambiente suggestivo e meditativo. L'attribuzione dell'opera a Domenico Reti da parte di E. Riccomini si basa su solide evidenze stilistiche che collegano questa creazione ad altre opere dello stesso autore, come gli stucchi presenti nella Trinità dei Rossi a Parma e quelli di Monticelli d'Ongina, e viene collocata nel periodo che va dal 1670 al 1680. Reti, nel realizzare questo gruppo, sembra aver voluto enfatizzare l'aspetto teatrale e "recitante" della scena, attingendo alla tradizione lombarda dei Sacri Monti e inserendo reminiscenze di questa nelle figure di santi vestiti secondo la moda del Seicento, presenti anche in altre sue opere.

La scena rappresentata

Il gruppo scultoreo di San Francesco a Piacenza rappresenta un momento di intensa emotività e di significato profondo: la deposizione del corpo di Cristo. La scena vede la partecipazione di figure chiave della Passione di Cristo, tra cui la Madonna, sostenuta dalle pie donne, Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea che sorreggono il corpo di Cristo, San Giovanni Evangelista e la Maddalena, rappresentati in atteggiamenti di profondo dolore. Completano la scena angeli e putti che, dall'alto, vegliano sul corpo di Cristo.

Un'esperienza emotiva e spirituale

La rappresentazione scultorea di Domenico Reti nella Basilica di San Francesco si distingue per la forte carica emotiva e per l'intensa espressione del pathos. Ogni figura, ogni dettaglio dell'opera, sembra vibrare di un'emozione palpabile, trasmettendo allo spettatore e al fedele un messaggio di profonda spiritualità. Non si tratta solo di un invito a contemplare il significato eucaristico della deposizione, ma anche di un appello alla partecipazione emotiva, che rende questa opera un'esperienza unica nel suo genere. Invitando il fedele a partecipare al dolore e alla compassione dei personaggi rappresentati, ancora oggi, il gruppo scultoreo del Compianto sul Cristo morto, nella Basilica di San Francesco a Piacenza, continua a trasmettere un messaggio universale di fede e umanità attraverso la sua bellezza e potenza espressiva.

Riccardo Tonna

Nella foto, il gruppo scultoreo presente nella basilica di San Francesco a Piacenza.

Pubblicato il 23 luglio 2024

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