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Don Plessi al Meeting di Rimini: l'eredità di «Marcellino, pane e vino» e di Don Camillo

plessi


Nel contesto del Meeting di Rimini, un luogo di incontro e dialogo tra diverse realtà culturali, sociali e religiose, anche quest’anno, ha portato il suo contributo, don Giancarlo Plessi, parroco di Besenzone, nella Bassa piacentina. Don Giancarlo, un veterano del Meeting, che partecipa con costanza e passione ogni anno, ha offerto un intervento ricco di riflessioni toccanti sul film "Marcellino, pane e vino" e sul personaggio di Don Camillo creato da Guareschi. Il sacerdote piacentino ha portato la sua testimonianza, il 23 agosto, nell’ambito della tavola rotonda “Don Camillo, il Cristo e il risveglio della coscienza”.

Marcellino e il crocifisso

Nelle sue parole vibranti di emozione e sincerità, don Giancarlo ha evocato il potere trasformativo delle esperienze forti vissute in gioventù, che plasmano l'uomo adulto e ne determinano la crescita spirituale e umana. Il riflesso di quell'indimenticabile proiezione di "Marcellino, pane e vino", visto da bambino e riproposta come sacerdote ai suoi ragazzi, ha segnato profondamente la sua esistenza, e si rinnova costantemente nella memoria di don Giancarlo. Le immagini di Marcellino, immerso in un dialogo intenso e commovente con il crocifisso, continuano a illuminare il cammino spirituale del parroco, che si sente protetto e guidato dalla presenza amorevole di Cristo. La centralità della croce e della figura di Gesù, è emersa con forza nel discorso appassionato di don Giancarlo. La capacità di contemplare il mistero della croce, di trovare conforto e forza nell'immagine del Salvatore crocifisso, è una luce per la sua vita di prete. “Siamo ancora capaci, - si è chiesto don Plessi - dopo tanti anni di ministero, ad avere davanti ai nostri occhi l'immagine di Gesù sulla croce? Per me è ancora così. Ogni giorno spezzo il pane, bevo il vino e mi sento come Marcellino al sicuro tra le sue braccia amorose, sempre pronto ad affrontare il mondo e gli uomini con la stessa forza che animava il Cristo sulle strade della Palestina”.

La croce e don Camillo

Nella sua testimonianza, don Giancarlo ha sottolineato come la croce diventa il segno tangibile della speranza e della risurrezione, il punto di riferimento costante per affrontare le prove e le difficoltà della vita pastorale. Parlando poi di Don Camillo, Plessi ha aggiunto: “Se Guareschi fosse ancora tra noi, mi piacerebbe raccontargli tutto quello che passa nel cuore di noi sacerdoti ogni volta che attraversiamo la nostra Chiesa e ci soffermiamo davanti al crocifisso. I dialoghi di Don Camillo, così belli e significativi, che generano in noi simpatia e ammirazione per un Gesù così umano nella sua saggezza, ci portano un po' più in là, alla consapevolezza che quello di cui abbiamo bisogno è la sua imperscrutabile divinità”.


Il rosario di Giovanni Paolo II

Infine, il legame profondo con il Santo Padre Giovanni Paolo II, simboleggiato da una sua personale corona del Santo Rosario ricevuta in dono, ha confermato la gratitudine e la fede del sacerdote piacentino, in un percorso spirituale segnato dalla presenza consolatrice di Maria e dal sostegno del Pontefice. Nel concludere il suo intervento, don Giancarlo Plessi ha ringraziato gli amici del Meeting di Rimini per avergli offerto l'opportunità di condividere la sua testimonianza e ritrovarsi nello spirito fraterno del Don Camillo di Guareschi, un autentico seguace di Cristo capace di ispirare e guidare anche i cuori più lontani verso la luce del Vangelo.  

Riccardo Tonna 

Nella foto, don Giancarlo Plessi durante il suo intervento al Meeting di Rimini.

Pubblicato il 27 agosto 2024

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