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Alla Madonna del Pilastro presentato «Gragnanino Blues»

Libro Gragnanino blues

I "gragnaninesi" attuali e quelli del passato sono accorsi numerosi. Tra questi la signora Rosanna Lecardi che, pur ottantasettenne, non ha rinunciato a salire sul treno e a raggiungere il paese dove visse fino agli anni ‘60. Sempre lei ha confermato l'interesse che Lucio Dalla, nel cui gruppo suonò il fratello Giorgio per alcuni anni, conservò sempre per il piccolo paesino. Qui una volta, a causa di un guasto al mezzo di trasporto, il cantante si fermò per un intero giorno, ospite dell'oste Franco Molinari e del meccanico Gianni Pecorini. Da allora ogni volta che a Bologna incontrava la signora, vicina di casa, chiedeva sempre notizie del paesello che lo aveva gentilmente accolto e a cui dedicò anche un brano strumentale, "Gragnanino Blues", che appunto è il titolo del libro. Scritto dal giornalista Cristian Brusamonti, che ha affiancato notizie storiche, come quelle legate al Castello e a Ranuccio Farnese, ai racconti dei residenti da quelli più anziani come Sandro Calza e Sandro Pecorini.

Un piccolo territorio che raconta tante storie

“È incredibile come quello che mi è sempre sembrato un «non luogo», un incrocio in mezzo a un pugno di case, abbia invece tanta vita e storie da raccontare”, dice il giornalista di “Libertà”. Storie anche molto curiose da quelle del "madgon" raffigurato anche sul soffitto del Santuario del Pilastro, a quelle che parlano delle rivalità tra Gragnano di Sopra, il capoluogo, e Gragnano di sotto, appunto Gragnanino. Luogo dove sono nate attività imprenditoriali importanti che hanno sostenuto economicamente la realizzazione del libro, come quelle delle famiglie Dallagiovanna, i fratelli Giglio, Groppalli e Fugazza e da dove derivano due sindaci, Gianpaolo Crespoli e Patrizia Calza, sindaco attuale. Proprio Calza ha ringraziato Perotti e Brusamonti per aver dato modo di mantenere, attraverso il libro di cui una copia verrà conservata nella Biblioteca Comunale, il ricordo di persone straordinarie che però il tempo avrebbe condannato all'oblio. “Le tante persone accorse dimostrano come un piccolo paese possa davvero trasformarsi in un luogo dell'anima grazie alle persone che ci hanno abitato e alle relazioni che hanno intessuto. Per questo l'Amministrazione Comunale, nel 2017, quando realizzò la pista ciclabile che affianca la Provinciale, la chiamò la "Strada delle Castagne Amare" in ricordo dei maestosi ippocastani sacrificati all'espansione urbanistica degli anni '90 e pose la targa che riporta la famosa frase di Cesare Pavese: "Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti". “È come se alla presentazione, queste parole, a Gragnanino, si siano inverate. Davvero emozionante”, ha evidenziato il sindaco Calza.

Pubblicato il 10 dicembre 2024

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