Cives. Will, una community di 2 milioni per «ispirare il cambiamento»
Sono quattro i pilastri intorno ai quali si muove la redazione – o meglio, la “community” – di Will Media: tre cambiamenti (climatico, demografico e tecnologico) e un nuovo modo di produrre valore. Si parte da un dato, da una notizia o da un report e si dà una spiegazione che suscita una riflessione nel lettore. Will è una delle più famose realtà d’informazione presenti sui social network, nata nel 2020 e cresciuta a dismisura negli ultimi anni. Nel gruppo di lavoro c’è anche un giovane piacentino, Giacomo Maini, che nella serata di lunedì 9 dicembre ha spiegato cos’è Will al corso di formazione “Cives – È la stampa, bellezza”, promosso dall’Università Cattolica del Sacro Cuore in collaborazione con la diocesi di Piacenza-Bobbio e la Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Una community di due milioni di persone
Giacomo Maini, laureato con lode in Economia all’Università Cattolica di Piacenza, si occupa di divulgare notizie, nozioni e curiosità su temi economici. “Siamo una community di persone e aziende che vogliono ispirare il cambiamento – spiega –, facciamo video per spiegare l’attualità”. Video che possono essere brevi, pubblicati su Instagram e TikTok, o lunghi, su YouTube. Ma non solo video, Will – grazie alla fusione con Chora Media – è presente anche sulle piattaforme “audio” con diversi podcast. La community di Will conta attualmente più di due milioni di persone. La piattaforma con più iscritti è Spotify (2 milioni di listeners), poi Instagram (1.7 milioni di followers), TikTok (522mila), YouTube (214mila iscritti al canale), Facebook (378mila followers), LinkedIn (182mila followers), WhatsApp (76.1mila iscritti al canale), Telegram (51mila iscritti al canale) e newsletter (30mila iscritti).
Quattro pilastri
I quattro “assi” di Will vengono trasformati in contenuti, che sono il tratto distintivo della community. “Will è una community data driven – spiega Maini – in cui il dato deve guidare il contenuto. Si parte quindi sempre da un dato, che prendiamo da fonti ufficiali come Banca d’Italia, Bce, Istat eccetera, e lo elaboriamo. È importante anche il pensiero laterale: oltre alla notizia in sé, diamo anche spunti di riflessione per creare un dibattito. E poi la missione di «impostare l’agenda» politica: ognuno di noi ha le proprie ossessioni, come ad esempio quella del voto fuorisede, che in Italia non è ancora possibile. Siamo andati in piazza e perfino al Festival di Sanremo, perché non deve essere la politica a darci la spinta a fare qualcosa, ma dobbiamo essere noi a capire le esigenze della community e cercare di indirizzare il programma politico”.
“Lezioni” ed eventi live
Will ha anche una piattaforma “Edu”. “Ad esempio – dice Maini – una volta ci siamo presi il Blanchard, il manuale più famoso di macroeconomia, abbiamo individuato gli argomenti chiave e li abbiamo sintetizzati in pillole. Dopodiché, li abbiamo registrati con l’aiuto di un professore universitario e infine abbiamo venduto il pacchetto sottoforma di podcast”. E poi gli eventi live, come Swing, durante i quali “vengono poste delle dichiarazioni e si chiede alle persone di prendere posizione”.
Dati, meme e “spiegoni” su Instagram
Sono tre i format grafici che Will utilizza su Instagram: dati, meme e “spiegoni”. “Per certi temi – dice Maini – l’unico modo per avvicinarci alla community è con l’ironia. Per cui, usiamo il meme per dare il gancio e poi andiamo nello specifico. Per gli argomenti più difficili usiamo gli spiegoni, ossia dei post con più testo”. Ci sono poi tre format per i video brevi (talking head, visual story e animazione) e due per i video lunghi, che vengono pubblicati su YouTube, ossia explainer (totalmente editoriali) e documentari (che possono essere dei reportage sul campo). Dalla fusione con Chora, Will si è aperto ai podcast. Tra i più ascoltati ci sono The essential, che esce tutte le mattine alle 8 con la voce di Mia Ceran, e poi Globally, sulla politica estera, e Actually, che tratta l’attualità dal punto di vista tecnologico-finanziario.
Dall’idea al contenuto
“Molti contenuti sono nati grazie all’impulso dato dalle persone che hanno commentato i post”, spiega Maini. E questo perché c’è un social media manager che legge l’80% dei commenti ogni giorno. Giacomo Maini racconta la giornata tipo della community di Will: si parte con il “morning stand-up”, ossia le proposte di contenuti e la decisione su dove pubblicarli e in quale formato. Poi c’è il “meeting editoriale”, cioè la programmazione della settimana in corso. Al pomeriggio il “check giornaliero”, durante il quale tutti coloro che lavorano in azienda (anche gli amministrativi) controllano i post che dovranno uscire il giorno dopo. “È un momento aperto a tutti perché l’obiettivo dei nostri contenuti non è arrivare solo a noi stessi”, chiarisce Maini. Infine, la “riunione calendari”, che si fa una volta al mese: a due mesi di distanza, si programmano i contenuti e le attivazioni branded (i contenuti in collaborazione con aziende) legate a particolari ricorrenze.
Partnership, contenuti confezionati e “venduti”: come guadagna Will
Come guadagna Will? Giacomo Maini ha spiegato anche questo. I proventi arrivano dalle partnership con campagne social commissionate da aziende. Will non pubblicizza prodotti, i contenuti, anche quelli “pagati”, devono sempre rispondere ai quattro valori chiave. “Ogni contenuto viene comunque approvato secondo lo stesso iter di passaggi”, spiega Maini. “Tutto deve essere coerente con la nostra linea editoriale, un danno reputazionale per noi sarebbe la fine”. Un’altra fonte di finanziamento sono le produzioni in “content factory”, ovvero contenuti prodotti da Will e venduti, che non vengono dunque pubblicati sui canali ufficiali. Infine, gli eventi e i progetti speciali. I guadagni, poi, arrivano anche dalle “finestre” pubblicitarie inserite nei podcast e dagli sponsor citati dagli speaker. L’ultima fonte di guadagno di Will sono le membership, sottoscrivibili attraverso quattro pacchetti a pagamento. “L’obiettivo – rivela Giacomo Maini – è che le membership arrivino a costituire il 10% del fatturato, sta andando molto bene e speriamo di continuare a crescere”.
“L’AI non ci sostituirà”
“L’intelligenza artificiale è un’opportunità”, risponde Maini alla domanda di un corsista. “C’è una fortissima componente umana e creativa nel tipo di contenuti che facciamo noi. A meno che l’intelligenza artificiale un domani non sarà dotata di coscienza, è difficile che potrà sostituirci. Uso spesso ChatGpt – rivela Maini – è molto utile per il nostro lavoro, soprattutto per l’analisi dei dati, ma manca la componente umana. Ci sono dei lavori che verranno completamente rimpiazzati dall’intelligenza artificiale, ma per questo campo è difficile che succeda”.
Francesco Petronzio
Pubblicato l'11 dicembre 2024
Ascolta l'audio