Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Un libro per l'estate: «Gesù uomo vero» di don Mazzi

 mazzi

“Ah ma parla di Gesù… non sarà pesante? Troppo teologico? Non penso sia il libro adatto da leggere sdraiati sulla sabbia. Finisce che mi addormento e mi risveglio dopo ore tutta scottata. Voglio qualcosa di scorrevole, che mi catturi e mi invogli a sfogliare le pagine alla stessa velocità con cui le sfoglierebbe il vento. Insomma, ci siamo capiti; voglio una lettura estiva”.
Niente paura, il titolo parla da sé: “Gesù uomo vero”. Realtà e concretezza dunque, non divagazioni cristologiche. D’altronde, da oltre 70 anni l’obiettivo di don Antonio Mazzi è far conoscere il Vangelo con semplicità e simpatia. Presentare Gesù come si presenta un nuovo amico alla propria compagnia, certi della ricchezza che questi potrebbe apportarvi. Esiste un modo migliore per far sentire la perenne vicinanza del Padre agli uomini che non sia parlare dell’uomo che è stato Gesù? Discorsi diretti e una narrazione che vede protagonista un bambino che poi diventa adolescente, poi ragazzo e che, diventato adulto fa qualcosa di… beh, straordinario.

Festeggiamenti infiniti

È radicata tra gli uomini la convinzione che la felicità vera sia un lusso che ci si possa concedere solo talvolta, per un tempo circoscritto e programmato e come premio dopo chissà quali gesta eroiche. Sbagliamo? Sì, scrive don Mazzi. Siamo noi, stoltamente, a stabilire l’orario di conclusione della festa e a trasformare sorrisi in smorfie per sensi del dovere e sacrifici auto imposti. Non dobbiamo sentirci privilegiati, in debito e quasi a disagio se siamo lieti. La gioia non è forse ciò a cui siamo chiamati? “La vita è una festa che non ha mai fine” fa dire don Mazzi a Gesù e, se Egli ha stabilito così, perché tirarci una zappa sui piedi mettendo confini alla gioia? Dopotutto, è ad essa che siamo chiamati. Un’eterna estate.

Ogni cosa a suo tempo

Racchiuso tra le pagine di questo libro è un aspetto di Gesù a cui forse non siamo abituati. Quando ci immaginiamo Lui, immaginiamo qualcuno con le idee ben chiare da sempre. Qualcuno che alla domanda: “Cosa vuoi fare da grande?” probabilmente fin da bambino sapeva rispondere con certezza. Ebbene, la risposta non l’aveva pronta nemmeno Lui. Era un ragazzo come tanti, arrovellato dagli stessi nostri dubbi circa futuro e vocazione. Anche lui si chiedeva quale fosse il suo scopo e più passavano gli anni e più la domanda si faceva urgente. Anche lui avrà avuto dei momenti in cui si sentiva indietro, irrealizzato, circondato da coetanei che magari da anni avevano messo su famiglia. Di una cosa era certo però: di sentirsi nato per qualcosa di grande e di non volersi accontentare. Un invito, dunque, quello del sacerdote veronese a non perdersi d’animo quando il Signore sembra temporeggiare nel rispondere. Non bisogna fare confronti; il Signore fa con ciascuno di noi una storia che ha tempi diversi.

Incondizionato amore

In cosa si concretizza quindi la vita di Gesù? In una parola: Amore, con la maiuscola per sottolinearne l’immensità e la distanza dal significato che vi diamo noi. In noi uomini è inculcata l’idea del prestito-debito, parallela a quella del merito. Concetti che dal campo dell’economia hanno finito per intaccare ogni aspetto della nostra persona, concezione dell’amore compresa. L’Amore che aveva in mente Gesù però era un’altra cosa. Quello vero è quello che si dona e si riceve nell’ottica della più sincera gratuità, quello scevro da aspettative. L’amore che il figlio di Maria e Giuseppe andava predicando e praticando è quello incondizionato, ossia senza limiti e non condizionato dalle persone. Scrive don Mazzi: “Egli teneva sempre aperta la porta. Al prossimo e al mondo. Assetato e affamato della vita degli altri, che lo affascinava e di cui si innamorava. Ossessionato dall’amore era persino disposto a dare scandalo”.

Elena Iervoglini

Don Antonio Mazzi
Gesù uomo vero
Edizioni Solferino
pagg. 240, euro 16,50

   

Pubblicato il 21 luglio 2022

Ascolta l'audio

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente