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Giubileo, quale segno ha lasciato in chi l'ha vissuto

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Pellegrini di speranza è il motto del Giubileo 2025. Il logo colorato reca quattro figure stilizzate, l’umanità, abbracciate l’una all’altra a indicare la fratellanza tra i popoli. La prima è aggrappata alla croce, simbolo della speranza. Ed è la speranza il filo conduttore delle storie raccontate da chi quest’anno si è recato a Roma. L’occasione è stato l’incontro “Giubileo - il perdono che ridona la vita. L’appassionante storia dell’anno santo dal 1300 a oggi” che si è tenuto il 23 maggio scorso presso il Seminario vescovile in via Scalabrini. Moderatore il direttore del Nuovo Giornale, don Davide Maloberti.

Un'esperienza magica

“Il segno che il Giubileo mi ha lasciato? Porto nel cuore il sentirsi accolti. È stata un’esperienza magica. So che se in futuro nella vita avrò momenti di difficoltà o di crisi quanto vissuto a Roma mi darà la forza di andare avanti”. Così Giulia Gazzola, studentessa universitaria, che si è commossa nel raccontare il suo Giubileo e le sue parole hanno toccato i numerosi presenti. Come educatrice ha accompagnato a Roma dal 25 al 27 aprile circa 40 ragazzi della parrocchia della Besurica dei 400 giovani della Diocesi per il Giubileo degli adolescenti. ”Li abbiamo guidati in questa esperienza, siamo stati dei pellegrini. Abbiamo attraversato la Porta Santa con il Vescovo, monsignor Cevolotto ed è stato un momento emozionante- ha spiegato-. La domenica abbiamo assistito alla messa in Vaticano”.

Una profonda serenità

Con la sua anche la testimonianza di Luca Pasquali e del presidente dell’Assofa Michele Marchini. Due voci diverse che raccontano di come il Giubileo tocchi l’animo e la vita delle persone. “La mia esperienza è profana , diciamo così – ha sottolineato Luca Pasquali-. Sono andato con amici a vedere il torneo di rugby Sei nazioni. Alloggiavamo vicino a Santa Maria Maggiore. È stato tutto molto casuale. Siamo andati a messa la domenica e dopo avere attraversato la Porta santa mi sono informato su cosa fare dopo. La sera stessa ho sentito in me una straordinaria serenità. Una serenità che non mi apparteneva. Addirittura per diverso tempo non ho più commesso alcuni peccati che non riuscivo a scrollarmi di dosso”.
Il Giubileo è stato vissuto anche dall’Assofa e dall’Associazione Oltre l’autismo. Sono stati a Roma in 85 tra ragazzi e accompagnatori.
“Abbiamo la grande opportunità di camminare insieme – ha spiegato il presidente dell’Assofa Michele Marchini-. Le persone con fragilità da questo punto di vista sono dei catalizzatori per gli altri. Camminare insieme significa non lasciare indietro nessuno, fianco a fianco. È stata l’occasione per stare insieme. Una parola che abbiamo individuato è stata “riconciliazione”. L’attraversamento della Porta Santa è stato quasi abbraccio, senza barriere. Ci ha accompagnato anche la parola “speranza”. Che è quella che fa vincere le paure. Il nostro Vescovo ci ha accompagnato per tutto il cammino a Roma. Siamo grati per questa esperienza”.
Storie di vita, di emozioni, di cambiamento. Ma come si può parlare di Giubileo ai giovani? Marco Vino è insegnante in un istituto superiore e presidente dell’Azione cattolica diocesana. “Ritengo che il primo passaggio per coinvolgerli sia la riflessione su come rivolgerci a loro. Gli adulti hanno spesso la presunzione di sapere come parlare ai giovani e invece è necessario lavorare in sintonia, con loro. E poi è fondamentale non solo parlare ma fare vivere e rielaborare. Sono questi gli aspetti cardine sui quali penso sia necessario soffermarsi”.

Le origini del Giubileo

Ogni Giubileo viene proclamato tramite la pubblicazione di una bolla papale d’indizione, in latino. Per il Giubileo 2025 papa Francesco ha letto la bolla Spes non confundit durante la cerimonia di consegna nell’atrio della basilica di San Pietro in Vaticano il 9 maggio 2024. Quali sono le origini del Giubileo? Ne ha parlato nel suo intervento il professor Danilo Zardin, docente di Storia moderna all’Università Cattolica del sacro cuore. “Il 22 febbraio del 1300 papa Bonifacio VIII indice il primo Giubileo con la bolla Antiquorum habet fida relatio e l'istituzione della prima indulgenza giubilare. Decide così di rispondere positivamente all’attesa di perdoni amplissimi, estesi per un anno intero. Avrebbero ottenuto il perdono straordinario tutti i pellegrini che per 30 o 15 giorni consecutivi, se forestieri, avessero visitato le due basiliche principali, San Pietro e San Paolo, si fossero confessati e comunicati. Nella bolla papale era scritto che l’Anno Santo sarebbe stato replicato solo cento anni più tardi in occasione del cambio di secolo. La notizia venne divulgata tramite lettere circolari, decorate con miniature, e ben presto moltissimi fedeli si recarono nella città santa da tutta Europa. Il successo fu indubitabile. Tanto è vero che Dante Alighieri ambienta il suo viaggio nell’aldilà nei mesi immediatamente successivi l’emanazione della bolla. Nel testo della Divina Commedia ci sono riferimenti espliciti al primo Giubileo – ricorda -. Ben presto 50 anni dopo fu indetto il secondo Giubileo e dopo neppure un secolo si passò a 25 anni, con la possibilità di indire Anni Santi straordinari come è avvenuto anche in un passato recente”.
Il pellegrinaggio veniva fatti per lo più a piedi. Era un viaggio faticoso ed esigente, un atto fortemente penitenziale. “Dal 1300 e dai due secoli successivi inizia la storia del Giubileo cristiano – conclude Zardin-. La grande continuità, una storia che ha sfidato i secoli ed è arrivata fino a noi. Due sono stati i momenti di crisi: quello della Riforma protestante e in seguito dall’Illuminismo fino a Napoleone. Tanto è vero che per quasi un secolo i Giubilei vennero sospesi”. Ripresero con quello del 1875.

Dal 3 al 5 ottobre ottobre prossimi è in programma il pellegrinaggio a Roma organizzato dalla Diocesi di Piacenza- Bobbio. Sono circa 600 le persone che vi parteciperanno.

                                                                                                                                Giuseppina Agosti

Nella foto, da sinistra: don Davide Maloberti, il prof. Marco Vino, Giulia Gazzola, il prof. Danilo Zardin, Luca Pasquali e Michele Marchini, presidente dell’associazione Assofa.

Pubblicato il 25 maggio 2025

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