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«Cercate le cose di lassù»

guardacielo


Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Colossési ci viene chiesto di deporre il nostro cuore nella verità: “Se siete davvero risorti con Cristo, cercate le cose di lassù”.
L’uomo davanti a Dio riconosce di essere inquinato.
Il fatto che cadiamo nell’impurità, nella maldicenza, nella cupidigia è la mancanza del timor di Dio; equivale a crederci Dio e ambire a occupare il suo posto, come il pensiero che si era insinuato già in Adamo.
Le passioni e ciò di oscuro e torbido ci abitano, senza timor di Dio si scatenano violentemente e come si chiede San Paolo, chi ci libererà da tutto questo?

Tante volte il Signore ci lascia cadere nel nostro sudiciume e vagare per tanti anni nel male dei peccati per esprimere ancora di più quanto Lui ci ha atteso e desiderato il nostro ritorno.
Che cosa ci permette di liberarci da tutto il male dentro e fuori di noi?
L’ascolto della Parola fatto con verità e umiltà lasciandocene ustionare, perché la Parola genera un cuore nuovo permettendoci di entrare in quella breccia dove il peccato si è annidato e ci ha separato da Dio.

La Parola è il Verbo fatto carne. Quando il sacerdote bacia il vangelo, bacia Cristo e non solo per se stesso ma per ciascuno di noi; dimentichiamo che non si tratta solo di pagine scritte ma che lì vi è Cristo. Sull’altare c’è Cristo, presente con noi.
Bisogna recuperare la sua immagine e imprimere il suo cuore dentro del nostro.

Ci è chiesto di vivere nella grazia sacramentale. Abbiamo bisogno di riappropriarci del sacramento della Riconciliazione e di accostarci all’Eucaristia per ritrovare la nostra vera immagine e vincere il male che nutre il nostro Io ogni giorno.
La vita con Cristo è vita di pienezza e luce che illumina le zone scure che ci rendono miseri. Chiamare per nome quella miseria e consegnarla a Dio insieme al nostro peccato può trasformarci da peccatori in santi e familiari con Lui.
Ambire a una vita cristiana in cui il nostro io si arrenda finalmente a Dio e nonostante tutti i giorni questo implichi una lotta con noi stessi, volga lo sguardo in alto cercando le cose di lassù, dove siede Cristo alla destra di Dio.
La destra è il luogo dei figli, è il nostro posto perché noi siamo figli di Dio.
Invece di avere sempre pensieri sulle cose terrene e gli occhi bassi, incominciamo ad alzare lo sguardo e pensare cosa abbia visto Dio in noi questa mattina e che cosa attenda da noi!
Ogni giorno Dio ci regala se stesso gratuitamente.
Che cosa ce ne facciamo oggi del Corpo di Cristo e della sua Parola?
Dovrebbe bastarci tutto questo per arrivare a sera ed essere grati per quella grazia, quella fedeltà, che ci ha sostenuto e fatto crescere.
La beatitudine nasce da una lotta, a caro prezzo, solo dopo aver abbracciato la Croce di Gesù e aver accettato la situazione che il Signore oggi ci pone dinanzi.
Può rimanere solo una Croce o può diventare un atto d’amore, una beatitudine.
A sera, proviamo ad ascoltare a quale beatitudine oggi Dio ci ha introdotto.

Estratto dalla Lectio mattutina di madre Maria Emmanuel Corradini,
abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo
dell'11 settembre 2019, Col 3,1-11

a cura di
Gaia Leonardi


Pubblicato il 16 settembre 2019

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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