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Giornalisti a convegno sull’intelligenza artificiale

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“Come l’intelligenza artificiale cambia il giornalismo: strumenti pratici e rischi deontologici per una professione rinnovata”: è il tema del convegno promosso dall’Ordine dei giornalisti della regione insieme alla diocesi di Piacenza-Bobbio sabato 3 febbraio al Collegio Alberoni dalle ore 9.30 alle 13.30.
Interverranno Michele Partipilo, giornalista, già presidente dell’Ordine dei giornalisti della Puglia (“La deontologia per un’informazione dalla parte dell’uomo all’epoca dell’intelligenza artificiale”), Luigi Rancilio, giornalista, caporedattore del quotidiano Avvenire (“Come fare meglio i giornalisti usando l’intelligenza artificiale”), Marco Tarquinio (editorialista del quotidiano Avvenire (“Dove va il giornalismo con l’avvento dell’intelligenza artificiale?”) e il vescovo mons. Adriano Cevolotto (“Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana)”. Sono previsti sei crediti per la formazione permanente dei giornalisti. Il convegno è comunque aperto a tutti.
Il tema prende spunto dal messaggio diffuso da papa Francesco per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali il 24 gennaio in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, sul tema “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana”.
“È capitato anche a me di essere oggetto” di “fake news” o “deep fake”, cioè della creazione e diffusione di notizie, suoni o immagini che sembrano perfettamente verosimili ma sono false. Lo scrive il Pontefice nel suo messaggio. I sistemi dell’intelligenza artificiale - è la sua analisi - “possono contribuire al processo di liberazione dall’ignoranza e facilitare lo scambio di informazioni tra popoli e generazioni diverse” ma al tempo stesso essere “strumenti di inquinamento cognitivo, di alterazione della realtà tramite narrazioni parzialmente o totalmente false eppure credute - e condivise - come se fossero vere”.
“Non è accettabile - aggiunge il Papa - che l’uso dell’intelligenza artificiale conduca a un pensiero anonimo, a un assemblaggio di dati non certificati, a una deresponsabilizzazione editoriale collettiva”. E ancora: “L’uso dell’intelligenza artificiale potrà contribuire positivamente nel campo della comunicazione, se non annullerà il ruolo del giornalismo sul campo, ma al contrario lo affiancherà; se valorizzerà le professionalità della comunicazione, responsabilizzando ogni comunicatore; se restituirà ad ogni essere umano il ruolo di soggetto, con capacità critica, della comunicazione stessa”. “L’informazione - conclude - non può essere separata dalla relazione esistenziale”.

Pubblicato il 26 gennaio 2024

 
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