Nasce la Fondazione «Don Giorgio Bosini»
“Mettere in salvo il nostro patrimonio valoriale, non solo economico, salvaguardare l’integrità e l’autonomia del nostro metodo educativo che punta a far crescere la dimensione umana della persona, in ogni situazione, di fronte ad ogni forma di povertà”. Queste, nelle parole del presidente Enrico Corti, le ragioni che hanno portato alla trasformazione dell’associazione “La Ricerca” - notissima e apprezzata realtà piacentina che da 44 anni opera sui vari fronti del disagio - da onlus a Fondazione. Tramanderà per sempre anche il nome del proprio fondatore, don Giorgio Bosini: “È l’espressione di una volontà unanime, condivisa da quanti gli sono stati al fianco fin dall’inizio. Scomparso nel 2020, resta una presenza molto viva tra quanti l’hanno conosciuto ed amato”.
Un uomo e un sacerdote che sapeva guardare avanti, raccogliendo e vincendo sfide tanto ardue quanto giuste e che non si faceva piegare dalle delusioni. “Ci ha guidati a scegliere e agire nella massima libertà di pensiero, ha salvaguardato la laicità di questa associazione, che si è messa al fianco delle persone sofferenti con una modalità comunitaria, ascoltando, accogliendo senza giudizi, con fiducia, ispirata a valori cristiani e umani”.
Un percorso che la Fondazione continuerà a seguire con la possibilità, grazie all’iscrizione al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) “di rendere più costruttivo il nostro approccio alle attività sussidiarie da svolgere con il Pubblico. La trasformazione consentirà una maggiore apertura all’esterno con il coinvolgimento di figure in grado di fornire un valore aggiunto insieme all’assemblea dei soci e ad un comitato esecutivo che verrà costituito. “Faremo entrare nuovo ossigeno”.
Il neonato organismo rimarrà comunque ben saldo nei valori che ne hanno contraddistinto il lungo e fruttuoso cammino, a partire “dall’attenzione massima all’Uomo” e dal legame, prezioso, con i volontari che rappresentano “la memoria storica e soprattutto testimoniano il valore della gratuità ad ogni età”.
La Fondazione “La Ricerca don Giorgio Bosini ETS” negli anni si è radicata nel territorio coprendo le molteplici e crescenti articolazione del disagio. Oggi ha settantacinque dipendenti, con varie specializzazioni e suddivisi in diverse strutture, e si avvale della cooperativa Cotepi (quindici operatori). “Con i Servizi Educativi - afferma Corti - raggiungiamo un migliaio di adolescenti e preadolescenti nelle scuole medie e superiori, oltre che nei diversi Centri educativi e di aggregazione della provincia. Con l’Area di consulenza e ascolto ArCA abbiamo aperto un canale diretto con chi chiede aiuto per i problemi più disparati. La media è di una sessantina di colloqui al mese, organizziamo gruppi di terapia, percorsi di Auto-Mutuo-Aiuto per lutto, caregiver, genitori divorziati, familiari di tossicodipendenti, e progetti di Welfare aziendale. E poi ci sono le comunità terapeutiche: ‘La Vela’, per il recupero dei tossicodipendenti al momento ospita nove persone, quella per chi ha complicanze psichiatriche, ‘Emmaus’, ne accoglie quattordici, di cui dieci inviate dal Servizio Dipendenze dell’Ausl, nella Casa accoglienza per malati di aids ‘Don Venturini’ ne vivono dieci, e nelle comunità per donne con bambini ‘Luna Stellata’ e ‘Stella del Mattino’ vi sono venticinque mamme e figli”.
I tagli alla Sanità hanno colpito, a cascata, anche la neonata Fondazione, con un calo di accessi (specie a “La Vela” e ad “Emmaus”) e dall’inalterabilità delle spese per mantenere inalterati requisiti e il livello dei servizi. Nel 2024 si dovrà fronteggiare anche l’onere del nuovo contratto di lavoro. “A volte ci sembra di svuotare il mare con un bicchiere” dice il presidente, che sottolinea l’importanza del rapporto con la Sanità pubblica “nel rispetto delle reciproche identità”, il disagio giovanile e non (solitudine, povertà di relazioni, sfaldamento delle famiglie, crisi economica, disagi abitativi, dipendenze da sostanze, alcol, gioco d’azzardo, autoesclusione sociale), “che esige sempre nuove modalità di azione”, la droga che in forme diverse da quando “La Ricerca” entrò in campo a Piacenza continua però a dilagare ed è “ percepita come un fenomeno che rientra nella normalità”.
Più bisogni, meno risorse. La Fondazione vuole continuare a dare risposte, facendo affidamento sul sostegno delle istituzioni e dei piacentini tutti: “Ognuno deve metterci il suo pezzo, con la fiducia che stiamo lavorando su temi comuni. La risposta ai bisogni deve venire da tutti, non può essere delegata a qualcuno per lasciare la buona coscienza ad altri”. Come ha insegnato don Giorgio.
Tiziana Pisati
Nella foto, don Giorgio Bosini all'incontro con Giovanni Paolo II; con lui don Dante Concari.
Pubblicato il 14 febbraio 2024
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