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Da San Giuseppe Operaio in vacanza in Albania

gruppo SGO



Nella seconda metà di giugno un gruppo di famiglie della parrocchia di San Giuseppe Operaio di Piacenza si è concesso una breve vacanza al mare. A guidare la comitiva, il vicario parrocchialr don Diego Torres. Quest’anno si è scelta una meta inusuale, fuori dai confini nazionali: Shengjin (San Giovanni Medua), frazione del Comune di Alessio, cittadina nella parte più settentrionale dell’Albania. È una località portuale di 5mila abitanti, circondata da lagune, mare e colline, che vanta una storia importante. Proprio qui sbarcò Giulio Cesare nel corso della guerra contro Pompeo. In ragione della sua accessibilità e della possibilità di raggiungere con discreta facilità i maggiori centri dell’entroterra, la cittadina divenne un importante porto e fu approdo delle navi che nel 1571 parteciparono alla battaglia di Lepanto. Poi, decadde per secoli e solo recentemente - dagli anni ’90 - la località è ripartita, soprattutto grazie alla valorizzazione della sua vocazione turistica. Ora è un’interessante destinazione, in crescita, apprezzata per le sue spiagge con sabbia scura e fondali bassi - come in Romagna - e numerose strutture ricettive.

messa

Nella foto, la celebrazione della messa domenicale.



Uno dei porti del Paese

È sede di uno dei porti d’ingresso in Albania e non lontano da qui stanno proseguendo i lavori per realizzare il centro di prima accoglienza e trattenimento dei migranti, come stabilito dall’accordo dell’autunno scorso con il Governo italiano. Ma non solo spiaggia: nel resort che ha ospitato il gruppo si poteva usufruire delle piscine e della SPA. Il primo giorno è stato impagabile seguire proprio la partita per gli europei Italia-Albania sul maxischermo con i tifosi dell’altra squadra che alla fine ci hanno offerto da bere (in effetti, la maggior parte degli ospiti del Resort proveniva dal Kosovo…). Grazie poi a don Angelo, parroco della cittadina, a maggioranza cattolica, abbiamo partecipato alla messa domenicale in italiano, celebrata da don Diego. 

castello di Scutari

Nella foto, il castello di Scutari.


Da Scutari al memoriale dei martiri del comunismo

Non è mancata la visita a Scutari, importante e storica città, che viene considerata la culla della nazione e della cultura albanese. Scutari è situata nella zona di confine con il Montenegro, in prossimità del lago più grande dei Balcani, per metà in Albania. Abbiamo visitato il castello situato su un’alta collina, costruito nel IV secolo a.C., poi la Cattedrale di Santo Stefano protomartire, chiamata Chiesa Grande, ed infine il luogo della testimonianza e della memoria dedicato alle vittime del regime comunista. Don Angelo ci ha spiegato che dal 1944 al 1991 il regime comunista ha imposto l’ateismo di Stato e i luoghi di culto furono trasformati in magazzini e i fedeli perseguitati.  Il memoriale, aperto al pubblico dal 2014, si snoda in un percorso che all’inizio mostra video, documenti, oggetti, foto, lettere di quel periodo che testimoniano la persecuzione dei religiosi e poi prosegue con la visita alle carceri con le minuscole celle buie e la stanza delle torture. Accanto, entro le stesse mura che hanno visto la moderna persecuzione, nel monastero delle clarisse, abbiamo potuto vedere le reliquie di San Francesco che i frati hanno portato in vari luoghi del Paese. È stata un’esperienza molto intensa che ha fatto riflettere sul significato della democrazia. La speranza è che si possa creare una coscienza collettiva che eviti in futuro gli errori del passato. La Chiesa albanese è sopravvissuta e sta rifiorendo grazie all’esempio dei suoi martiri.

Lucia Cella



Nella foto in alto: il gruppo della parrocchia di San Giuseppe Operaio di Piacenza in vacanza in Albania.

Pubblicato il 15 luglio 2024

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