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Giornata migranti. Padre Toffari: l’unica soluzione è convivere

migrante

 

“Dio cammina con il Suo popolo”, è il titolo scelto da Papa Francesco per il Messaggio della 110ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (GMMR) che, nella diocesi di Piacenza-Bobbio, si è celebrata il 29 settembre, in modo ufficiale nella basilica di San Savino a Piacenza. In questo messaggio Bergoglio ricorda che tutti siamo migranti in cammino su questa terra. “Dio non solo cammina con il suo popolo, ma anche nel suo popolo, nel senso che si identifica con gli uomini e le donne in cammino attraverso la storia – in particolare con gli ultimi, i poveri, gli emarginati –, come prolungando il mistero dell’Incarnazione [..] per questo, l’incontro con il migrante, come con ogni fratello e sorella che è nel bisogno, è anche incontro con Cristo”, spiega Francesco: “Ce l’ha detto lui stesso. È lui che bussa alla nostra porta affamato, assetato, forestiero, nudo, malato, carcerato, chiedendo di essere incontrato e assistito”.

La fuga dei migranti

La celebrazione in San Savino è stato presieduta da padre Mario Toffari, direttore Ufficio Migrantes della diocesi, insieme al parroco di San Savino, don Riccardo Lisoni e ad alcuni padri scalabriniani. Nell’omelia, padre Mario, con grande fervore, ha pronunciato parole forti e provocanti. “La fuga dei migranti - ha detto - è dalla guerra, dalle oppressioni, dalla fame. Ci sono milioni di bambini che stanno morendo di fame, che avrebbero bisogno soltanto di prendere una penicillina o una vaccinazione... Guardate - ha aggiunto - che il vagare degli immigrati che vengono addirittura dal Bangladesh o dal Pakistan, non è una cosa che loro cercano. Lo stare in mare una settimana, dieci giorni, in barconi che si possono sgonfiare, non è che rende felici... Le famiglie hanno venduto tutti i loro averi per pagare il viaggio, sperando che uno dei familiari possa mandare del denaro a loro, ed è quello che avveniva anche a Piacenza nel secolo scorso…”.

toffari

La spesa nelle armi

Soffermandosi poi sul popolo d’Israele, ricordando l’Antico Testamento, Padre Toffari ha messo in evidenza come gli ebrei, entrando nella terra promessa hanno cominciato a fare guerre. “Israele - ha affermato padre Mario - non aveva capito, come non ha capito neanche oggi, che la terra promessa da Dio, non è proprietà di un popolo”. Inoltre, mettendo in evidenza le guerre di questi ultimi due anni, Toffari ha detto provocatoriamente: “Avete visto quanti soldi sono stati spesi nelle armi? Con tutto questo denaro quanti ospedali, scuole, pozzi d’acqua si potevano realizzare. Quante risorse positive si potevano creare…”.

La soluzione: convivere

Analizzando il contesto odierno che non si discosta dal passato, Padre Mario ha infine messo in evidenza come le nostre società pensano a difendersi, a creare muri. “Dobbiamo cercare - ha detto Toffari - di convivere, di vivere insieme. E questo è veramente difficilissimo. Anche gli stessi apostoli nel Vangelo parlavano di “essere o non essere dei nostri”, ma questo crea - per padre Mario - delle organizzazioni che si oppongono, e si mettono in contrasto”. La celebrazione sostenuta dai canti del coro di San Carlo, è stato un stato un intenso momento di condivisione di fede. La variegata presenza da provenienze di origine diversa,ha reso il tutto più suggestivo.

Camminare insieme

“Viviamo sulla terra,

ma abbiamo la nostra cittadinanza in cielo.

Non permettere che diventiamo padroni

di quella porzione del mondo

che ci hai donato come dimora temporanea.

Aiutaci a non smettere mai di camminare,

assieme ai nostri fratelli e sorelle migranti,

verso la dimora eterna che tu ci hai preparato”:

è una parte della preghiera, recitata insieme, che papa Francesco ha composto per la giornata. È stata una richiesta comune al Signore che ha dato senso a tutta la liturgia.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 30 settembre 2024

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