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«Abbi cura di lui», il nuovo sussidio per la tutela delle persone vulnerabili

sussidio 

 

“Abbi cura di lui” è il titolo del nuovo sussidio preparato dal Servizio diocesano per la Tutela dei minori e degli adulti vulnerabili - in collaborazione con la Caritas diocesana e l’Ufficio diocesano di Pastorale della Salute - che ha come sottotitolo “Buone prassi per la tutela delle persone vulnerabili nella pastorale oggi”.
Segue di un anno e mezzo “Lo custodì come pupilla del suo occhio”, pubblicato nel settembre 2023. Entrambi sono parte del rinnovamento culturale, formativo e normativo della Chiesa italiana in materia di tutela, avviato con le Linee Guida del 2019 che riguardano i minori e gli adulti vulnerabili.

Quattro azioni per le buone prassi

Quattro sono le traiettorie di azione in cui si esprimono le buone prassi: un mandato comunitario; scegliere e formare operatori pastorali e volontari con le persone vulnerabili; una comunicazione tutelante; come comportarsi nei casi sospetti e come fare segnalazioni. Come si traducono queste traiettorie nel concreto? Per chi comincia il servizio è utile l’affiancamento ad operatori più esperti, la logica evangelica dell’invio «a due a due» è quella ideale. Precedente all’invio - e durante tutto il periodo del servizio - indispensabile è la formazione e l’informazione su come promuovere relazioni di aiuto generative, creare condizioni ambientali sicure e prevenire comportamenti inadeguati quando non addirittura nocivi. I computer, i telefonini, le macchine fotografiche sono strumenti di grande utilità che tuttavia possono prestarsi a un utilizzo non corretto. È necessario che vi sia un’educazione circa il modo di utilizzarli e che agli operatori pastorali e ai volontari venga fornita qualche regola puntuale. Il servizio a contatto con persone fragili può portare l’operatore pastorale a riscontrare nell’ambito del suo servizio ecclesiale situazioni di criticità da attenzionare. In taluni casi è sempre opportuno rivolgersi al Servizio per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. Per la diocesi di Piacenza-Bobbio i contatti sono: ; telefono 347.7073628.

Le parole del vescovo Cevolotto

L’introduzione del documento è del vescovo, mons. Adriano Cevolotto, che, tra l’altro, scrive: «L’incontro con la vulnerabilità dell’altro se vissuto come tale apre a percorsi di riconciliazione con la propria vulnerabilità e a processi di conversione personale e comunitaria. In questo senso la pietra scartata, il corpo infermo possono diventare angoli da cui visualizzare noi stessi, la comunità, il mondo coltivandoci in quella umanità che ci accomuna e che nessuna vulnerabilità può far venire mai meno. Anzi, come ci ricorda san Paolo, “proprio le membra del corpo che sembrano essere più deboli sono le più necessarie” (1Cor 12,22)».
Il testo, consegnato a sacerdoti e diaconi nell’incontro di inizio Quaresima il 6 marzo, è scaricabile dal sito della diocesi www.diocesipiacenzabobbio.org.

Pubblicato il 6 marzo 2025

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