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Don Tagliaferri all’Emporio Solidale: «Dentro di noi c’è una sensibilità da educare»

IDDA e TAGLIAFERRI

“C’è una sensibilità che ci abita, che sta a monte. Questa sensibilità necessita poi di essere educata. Viviamo realtà consolidate, ma bisogna ricordare come siamo partiti. Rispondiamo a tante situazioni, ma ce ne sono tante altre che richiedono la nostra attenzione”. Sono le parole di don Federico Tagliaferri, parroco di San Giuseppe Operaio e vicario foraneo della città, pronunciate durante l’omelia della messa celebrata nel tardo pomeriggio di mercoledì 12 marzo all’Emporio Solidale di Piacenza. La messa fa parte dell’iniziativa “L’Altro Pane”, promossa da Caritas diocesana, che prevede una celebrazione eucaristica al mese nei luoghi della carità. La serata di mercoledì, partecipata da circa settanta rappresentanti di diverse associazioni in prossimità del Giubileo del mondo del volontariato, ha visto la collaborazione dell’Associazione Carmen Cammi – volontari per la Caritas Odv, dell’Emporio Solidale e del Csv Emilia.

“C’è una sensibilità che ci abita”

Il presidente dell’Emporio Solidale, il diacono Mario Idda, ha concelebrato con don Tagliaferri nel salone della sede di via Primo Maggio. “Se siamo qui è perché abbiamo incontrato diverse problematicità, persone che hanno richiesto di avere attenzione, e abbiamo risposto perché qualcosa dentro di noi ha vibrato. C’è una sensibilità che ci abita, che sta a monte: è l’espressione di un talento che il Signore ha messo dentro ciascuno di noi. Un talento che si è sviluppato, ha trovato una strada, ha creato incontri”.

VOLONTARI

“Perché proprio a me?”

La lettura del giorno, tratta dal Libro di Giona, narra il momento in cui il Signore dice al profeta di andare a Ninive. “Giona non aveva una sensibilità a monte rispetto agli abitanti di Ninive, ma obbedì ugualmente alla Parola di Dio. A volte ci capita di chiederci perché abbiamo ricevuto questa sensibilità, di fronte a situazioni di fragilità da cui abbiamo la tentazione di scappare. Pensiamo di non essere all’altezza, ma il sogno di Dio è che ognuno si senta dentro il suo progetto di amore. Dedicando tempo a quelle persone, Giona fa in modo che gli abitanti di Ninive sappiano che c’è un Dio che li ha guardati e ha un grande bene per loro”.

CORO

Educare la sensibilità

“Quello che fate è estremamente prezioso – ha detto don Federico Tagliaferri ai volontari – anche se può apparirvi piccolo. La sensibilità è diventata una competenza”. Il parroco di San Giuseppe Operaio ha raccontato un aneddoto personale che testimonia il necessario processo di “maturazione” della sensibilità. “Ero da poco entrato in seminario, quando per la prima volta sono entrato in una casa di riposo. Ricordo che dopo soli dieci minuti uscii piangendo, perché c’era una sensibilità che mi toccò nel vedere quelle persone. Una sensibilità ancora da educare. Oggi vado tranquillamente in una casa di riposo”. Nonostante il grosso impegno, diverse situazioni ancora richiedono attenzione. “Ci sono persone che desiderano fare esperienze, è nostro compito intercettare le sensibilità per avere, un domani, esperienze prolungate e nuovi professionisti. Credo nella forza della sinergia: fare il bene insieme ci dà la possibilità di farlo ancora meglio. Dedicarsi all’altro è contagioso perché riempie il cuore di senso e di gioia”.

Francesco Petronzio

Nelle foto, la messa all'Emporio Solidale.

Pubblicato il 14 marzo 2025

 

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