Johnny Dotti: un'analisi della società che apre a spazi di speranza
Un’analisi della società contemporanea, caratterizzata da una disgregazione palpabile, è la riflessione scaturita nell’incontro online, del 17 marzo, di Johnny Dotti, pedagogista e imprenditore sociale, con gli adulti di Azione Cattolica della diocesi di Piacenza-Bobbio.
Una situazione critica insieme a esempi positivi
Dotti ha introdotto la sua relazione, sottolineando come, nel panorama attuale, le chiese siano sempre più vuote, frequentate principalmente da una popolazione anziana. "I nostri figli - ha affermato - parlano sostanzialmente di soldi, ed è triste constatare come i valori fondamentali della vita sembrino scivolare in secondo piano”. Questa osservazione ha posto interrogativi importanti sul futuro delle nuove generazioni e sui valori che si intendono trasmettere. Tuttavia, l'intervento di Dotti non si è limitato a descrivere una situazione critica; ha anche portato alla luce esempi positivi di iniziative comunitarie. Ha fatto l’esempio di fondazione di comunità, per le quali ha lavorato in Calabria, dove giovani talentuosi sono tornati dall'estero per contribuire attivamente alla loro terra. Inoltre ha parlato di significative esperienze di forme dell’abitare fondate sulla comunione, dove si mettono in comune spazi abitativi, tra anziani soli e giovani studenti. Queste esperienze di "abitare" basate sulla comunione rappresentano speranze per un cambiamento positivo, segnalando che esistono alternative al modello di vita prevalente.
Invecchiamento e morte
Dotti ha anche avvertito riguardo al processo di invecchiamento della popolazione, evidenziando come le nascite siano sempre più basse rispetto all'aumento degli anziani. "Oggi - ha spiegato - viviamo in una società che punta a garantire il massimo comfort possibile". Rimarcando come molti giovani continuino a rimanere a casa fino ai 35 anni, ha evidenziato come tutto ciò alimenta la cultura del "produrre e consumare" piuttosto che di costruire relazioni significative.
Un punto particolarmente incisivo è stato il discorso sulla morte, vista come un tabù nella nostra cultura attuale. Dotti ha ricordato che, per un credente, la morte non è un male, ma una "sorella", un concetto che sembra distante dalla realtà di molti. Non vedendo più i morti, i bambini vengono privati di un’esperienza fondamentale nel comprendere il ciclo della vita.
La soluzione nel Vangelo
Nella seconda parte del suo intervento a Piacenza, Jhonny Dotti si è concentrato su un'analisi critica delle attuali dinamiche sociali, economiche e culturali. Ha sottolineato che le forme consolidate del Novecento stanno per finire ed ha auspicato che il cambiamento non riguardi solo la tecnologia, ma anche una rinnovata fede e libertà dallo stesso progresso tecnologico. Dotti ha espresso ottimismo riguardo al futuro, suggerendo che ci siano opportunità nascoste nella quotidianità. “È sempre più - sintetizziamo le parole del pedagogista - necessario vivere secondo la fede e non cercare risposte definitive, poiché il Vangelo offre molte domande e poche risposte chiare. Propone di affrontare le sfide sociali, creando nuove forme di comunità e solidarietà.
La parola di Gesù evidenzia la necessità di superare la logica binaria, come quella presente nel dibattito contemporaneo, che divide le persone in schieramenti opposti”. Dotti ha poi richiamato alla memoria le tensioni storiche ed ha proposto una visione trinitaria della spiritualità, dove è possibile stare sia con il Padre che con il Figlio, favorendo un approccio inclusivo e non dogmatico. Concludendo Dotti, ha sottolineato che, nonostante le difficoltà, esistono spazi di grande speranza, fondata su una spiritualità autentica capace di unire e trasformare.
Riccardo Tonna
Pubblicato il 18 marzo 2025
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