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«Ci vuole carisma»: sei esperienze legate agli Atti degli apostoli

Barbara Sartori con tutti i protagonisti del libro

Sei esperienze di vita che prendono forma nella semplicità di tutti i giorni: è questa la “trama” dell’ultimo libro di Barbara Sartori e Marialaura Mino, dal titolo “Ci vuole carisma. Gli Atti degli apostoli ci parlano ancora”, presentato nella serata di giovedì 18 dicembre al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza. Il volume sarà distribuito come “strenna natalizia” a tutti gli abbonati del nostro settimanale.

“Il carisma è un dono di grazia”

“A tutti accadono fatti che, se vengono condivisi, possono portare frutto”, ha detto Barbara Sartori, coautrice del libro, giornalista e redattrice del nostro settimanale. Nel libro trovano spazio “sei esperienze nell’ottica della comunità, del piccolo gesto, del fare rete e del costruire insieme”, ha sottolineato Sartori. Assente per motivi di salute la biblista Marialaura Mino, che ha inviato un messaggio vocale ai presenti: “Gli Atti degli apostoli sono un libro che riserva tante sorprese per noi e per la Chiesa di oggi. È stato sorprendente trovare questa facilità di collegamento tra le storie e i personaggi: nell’altro libro, «Sulla strada. Noi e i discepoli di Emmaus», si partì dal testo biblico per poi incastrare le storie; quest’anno è stato il contrario, dalle testimonianze alla Bibbia”. Mino ha poi spiegato l’etimologia della parola “carisma”, da cui le autrici hanno preso spunto per il titolo del volume. “Il carisma è un dono di grazia – ha detto – viene da una parola greca che può anche essere tradotta come «effetto» della grazia. È un dono che viene dall’alto, da Dio, frutto dell’azione dello Spirito Santo”.

Sei esperienze

A ognuna delle sei esperienze è associata una figura degli Atti degli apostoli. Dopo l’introduzione del vescovo mons. Adriano Cevolotto, si parla del Bar Picén della scuola dell’infanzia “San Fiorenzo” di Fiorenzuola d’Arda e delle esperienze di Pasquale Pavia e Debora Costa, dalla Sicilia a Bobbio con l’impegno nell’oratorio, Valentina Bruzzi, docente di religione all’Isii Marconi con un bagaglio culturale maturato con diversi viaggi in giro per il mondo, Rita Parenti, cofondatrice di Mondo Aperto ed ex insegnante, Pietro Sozzi, responsabile diocesano del Rinnovamento nello Spirito, e infine Giuseppe Falabella e Annalisa Sogni, fondatori del gruppo Up che sostiene le famiglie di bambini con sindrome di Down. Tutti i protagonisti del libro sono stati ospiti della presentazione al Seminario vescovile.

Barbara Sartori con Silvana Caroli

Dal Bar Picén all’oratorio di Bobbio

Per il Bar Picén hanno preso la parola Maddalena Incerti e Roberta Taddei, che hanno spiegato come l’idea di aprire un bar accanto alla scuola dell’infanzia “San Fiorenzo” sia nata dalla volontà di creare un luogo di condivisione per consentire ai genitori di fare una chiacchierata e sentirsi parte di una stessa comunità. Sul cancello dell’asilo è affisso un messaggio di speranza. A questa esperienza è associata la storia biblica di Lidia, la “casa della Chiesa”. Pasquale e Debora stanno insieme da 27 anni e vivono a Bobbio, dove 25 anni fa si sono trasferiti da Mazara del Vallo, in Sicilia. Vent’anni fa si sono sposati e da quindici sono genitori di Antonino. La loro storia è legata all’incontro con don Aldo Maggi, che al termine di una messa li ha fermati e ha proposto loro di partecipare alla vita della parrocchia. Oggi si impegnano nell’oratorio, con iniziative come tornei di calciobalilla per spingere le famiglie a fare comunità. L’episodio biblico associato è quello di Aquila e Priscilla, una “chiamata” di coppia.

Valentina, una vita alla cerca di risposte

“Sono sempre stata inquieta, mi sono fatta tante domande e ho sempre avuto bisogno che qualcuno le intercettasse. È questo che mi ha mosso, spingendomi a mettermi in cammino: sono andata in tanti posti, tra cui il Kenya e la Bielorussia”. Valentina Bruzzi porta con sé un dolore vissuto quando era bambina: quando aveva undici anni, la sorellina muore al momento del parto. “Ho voluto rivivere un’esperienza brutta della mia vita e cercarne il senso – ha spiegato – una cosa di cui nella mia famiglia non si è mai stato in grado di affrontare per il troppo dolore. Ora vedo queste domande nei miei studenti”. L’episodio biblico associato a Valentina è quello di Filippo, sulla strada per Gaza.

L’esperienza di Rita Parenti

Tanti a Piacenza conoscono Rita Parenti e il suo impegno con l’associazione Mondo Aperto. È sua la quarta storia narrata nel libro di Sartori e Mino, che parte da Ponteriglio Spinoso di Muradello, frazione di Pontenure. Il papà Amato è insegnante e quindi gli spetta la casa sopra la scuola. “Eravamo quattro figli e, per fare numero, ci portarono in quella scuola per non farla chiudere”, ha raccontato. Quella che frequenta nei primi due anni di elementari è una pluriclasse. “È stata una vita piena di incontri, in quel piccolo paese giravano tanti missionari che venivano a raccontare le loro esperienze”. L’abitudine a interfacciarsi con diverse culture e persone, quindi, c’è sempre stata. Nella sua nuova casa di Pontenure d’estate alcuni polacchi vengono a guadagnare qualcosa. Poi l’esperienza in Cecoslovacchia negli anni Ottanta grazie alla parrocchia, con parecchie difficoltà alla frontiera. La Jugoslavia e poi il ritorno in Italia, dove insegna al centro socioriabilitativo ad alunni adulti che non erano mai stati a scuola e poi ai nomadi, recandosi fisicamente nei campi. E infine Mondo Aperto e i corsi di italiano ai bambini neoarrivati. L’esperienza biblica legata alla storia di Rita Parenti è quella di Paolo nella scuola di Tiranno.

La fede scoperta a 50 anni

Pietro Sozzi ha conosciuto la fede a cinquant’anni, oggi è responsabile diocesano del Rinnovamento nello Spirito. Dopo la cresima ha abbandonato la Chiesa. Ci torna il 6 luglio 2014, in Santa Rita, dove incontra un frate cappuccino, padre Andrea Muccini che, senza dire una parola, lo convince a confessarsi. Il secondo sacerdote che ha un ruolo chiave nella vita di Pietro è il parroco di Pontenure, don Mauro Tramelli. Pietro è un assicuratore, don Mauro è un cliente, poi diventato amico. È lui che lo porta nel Rinnovamento nello Spirito. Sulla strada di Pietro si presentano poi altre persone che gli svoltano la vita: Imelde Fornari, che gli fa quasi da madre (la sua l’ha persa quando era adolescente), padre Francesco Bocchi e don Davide Maloberti. Alla sua storia, Marialaura Mino associa quella di Anania.

Un gruppo di famiglie con bambini Down

L’ultima esperienza narrata nel libro è quella di Giuseppe e Annalisa. L’8 febbraio 2020, giorno del compleanno di suo padre, Annalisa scopre di essere incinta. Poco dopo scoppia il Covid con tutte le difficoltà e le inquietudini annesse. Dalle analisi, i due coniugi scoprono che la figlia che sta per nascere avrà la sindrome di Down. Sul momento, crolla loro il mondo addosso. “Non abbiamo trovato associazioni che potessero dare risposte alle nostre domande – ha raccontato Annalisa – però abbiamo scoperto che le persone Down possono avere una possibilità. Per tutti era scontato che avremmo abortito, perché la figlia che aspettavamo non era «perfetta». Invece, quando ci hanno chiamati per sapere cosa avessimo deciso, abbiamo detto che volevamo tenerla. Bianca ci ha reso una famiglia felice, ci ha insegnato ogni giorno ad apprezzare ogni piccolo progresso”. Così è nato il gruppo Up (il contrario di “Down”), che ha come motto “Una straordinaria normalità”. A questa storia si affianca quella della comunità dei discepoli di Gesù: la profezia dell’insieme. Le conclusioni dell’incontro sono state affidate a don Davide Maloberti, direttore del nostro settimanale, prima dello scambio degli auguri natalizi.

Francesco Petronzio

Nelle foto, dall'alto, Barbara Sartori con tutti i protagonisti del libro “Ci vuole carisma” e l'autrice durante il suo intervento.

Pubblicato il 19 dicembre 2025

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