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Accanto agli anziani, con i piccoli gesti si vince la solitudine

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La visita ai malati e la presenza alla Pia Casa “Mons. Castagnetti”: a Pianello
si punta a tener vivi i legami con la comunità. Don Bavagnoli: “I volontari sono preziosi: offrono tempo, sorrisi,
mani pronte ad accompagnare al bar per un giretto”. E c’è chi riscopre la preghiera

C’è una domanda che attraversa la campagna “Uniti nel Dono” della Conferenza Episcopale Italiana e che sembra risuonare in ogni ambiente dove il tempo scorre più lentamente: “Che importanza dai a chi fa sentire gli anziani meno soli?”.

A Pianello Val Tidone, diocesi di Piacenza-Bobbio, questa domanda non è uno slogan, ma un modo di vivere.
Lo si intuisce camminando accanto alla canonica, dove sorge la Pia Casa “Mons. G. Castagnetti,” struttura che appartiene alla parrocchia di San Maurizio martire e che da decenni è casa, riparo e comunità per molti anziani del territorio.
A raccontare ciò che accade ogni giorno è don Gigi Bavagnoli, parroco di Pianello, che della pastorale per gli anziani fa un punto fermo della sua missione: “Abbiamo due fronti di impegno - spiega -: la visita agli ammalati nelle loro case e l’assistenza pastorale agli ospiti della Pia Casa».

Da una parte le abitazioni, i salotti silenziosi, i letti attorno a cui si raccolgono familiari e badanti; dall’altra i ritmi comunitari della struttura con il tentativo quotidiano di trasformare la cura in relazione.

La solitudine, un peso invisibileLoco CCI Black sx

Nelle parole di don Gigi emerge una realtà che accomuna molte comunità italiane: la solitudine è una presenza discreta, ma costante, nella vita degli anziani. “Chi è non autosufficiente vive la difficoltà della dipendenza”, racconta. I parenti, divisi tra lavoro e famiglia, spesso non riescono a esserci; gli amici, quando ci sono, non possono più muoversi; le badanti, pur importantissime, provengono da storie lontane e non sempre condividono un linguaggio di ricordi. Così, quando il parroco entra nelle case, le visite diventano “occasione di dialogo e di conforto»: minuti preziosi, in cui ci si accorge che l’attesa della porta che si apre può essere il momento più luminoso della giornata.

Attività, uscite, preghiera

Se nelle case private la vicinanza passa soprattutto attraverso l’ascolto, nella Pia Casa “Castagnetti” assume le forme di un calendario fitto, fatto di animazione, piccoli laboratori, incontri e celebrazioni. “Proponiamo attività di gruppo, facciamo qualche uscita durante l’anno, accogliamo bambini, ragazzi, scolaresche, il gruppo alpini», dice don Luigi. E poi c’è la Parola condivisa e la messa del venerdì, dove volontari e anziani si ritrovano, spesso seduti vicini, a trasformare la fatica in speranza.

I volontari fanno la differenzacei image 5 anziani

Nelle parole del sacerdote si sente una gratitudine profonda verso i volontari, quei volti che - senza clamore - offrono tempo, sorrisi, mani pronte ad accompagnare al bar “per un giretto” o ad aiutare durante il pranzo. “Il loro contributo è prezioso”, afferma il parroco. Ma qui si apre una nota amara: ogni anno, i volontari diminuiscono. E questo, in un mondo che invecchia, “rende ancora più faticosa la vita della persona anziana, lasciandola più sola”. È un campanello d’allarme, ma anche un invito: il bene ha bisogno di volti.

Piccoli gesti, grande umanità

Quando si chiede quali siano i gesti che più toccano il cuore degli anziani, don Luigi non ha dubbi: “Basta poco: una carezza, un piccolo regalo, un po’ di tempo insieme”. Il valore non sta nella grandezza dei gesti, ma nella qualità della presenza. In quell’ascolto silenzioso che permette agli anziani di raccontare il passato, condividere le preoccupazioni, sentirsi ancora parte di una storia più grande.

La fede che sostiene e che ritorna

E poi c’è la dimensione spirituale, che spesso, nell’età della fragilità, torna a farsi sentire. “La fede radicata si rafforza - spiega il parroco - ma c’è anche chi riscopre la preghiera dopo anni, ritrovando ricordi dell’infanzia e della giovinezza”. Come se la vita, nel suo volgere, restituisse ciò che aveva lasciato in sospeso: un gesto imparato da bambini, un canto della messa, il volto di un sacerdote di tanti anni fa. La fede diventa così un porto, un ponte, una consolazione.

La Chiesa che abita le storie

Nei pensieri di don Luigi si disegna con chiarezza lo spirito di “Uniti nel dono”: una Chiesa che non sta ai margini, non si limita ai sacramenti, ma che entra nelle case, accompagna, consola, ascolta, e ogni giorno si fa presenza che riscalda.
A Pianello, la risposta alla domanda “Che importanza dai a chi fa sentire gli anziani meno soli?” non sta in un manifesto, ma nelle voci, negli sguardi, nelle mani che sorreggono.
Sta in una comunità che, pur tra fatiche e risorse limitate, continua a credere che la relazione sia la prima cura. E che nessuno, nemmeno chi ha più anni sul volto, debba sentirsi dimenticato.

Riccardo Tonna



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Promuovere e raccogliere le offerte dei donatori a sostegno di tutti i sacerdoti delle diocesi italiane, inclusi gli anziani e malati e quelli in missione all’estero, è molto importante. Perché, dal 1990 il loro sostentamento non è più a carico dello Stato, ma è affidato alle persone, come te.
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Il contributo versato a favore dell’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero è deducibile dal reddito complessivo delle persone fisiche fino ad un tetto massimo di 1.032,91 euro annui. Se inserita nella dichiarazione dei redditi (modello 730 o modello Redditi), l’offerta concorrerà a diminuire l’Irpef e le relative addizionali.

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Pubblicato il 31 dicembre 2025

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