200 giornalisti a Piacenza per la festa del loro patrono
“Siamo una professione in forte discussione perché non più impegnata nella ricerca della verità: siamo diventati tifosi, da curva Nord e curva Sud. Dobbiamo invece essere giornalisti con l’odore dei lettori per costruire dei ponti, essere sul posto, non davanti al computer delle nostre redazioni a portare avanti un dialogo tra sordi”. Le parole di Francesco Zanotti, presidente nazionale Fisc, in rappresentanza delle 180 testate presenti nelle diocesi italiane, hanno aperto la Festa regionale dei giornalisti dell’Emilia Romagna, in occasione del patrono San Francesco di Sales, andata in scena al Centro “Il Samaritano” a Piacenza grazie al fattivo coinvolgimento della Caritas. Oltre 200 i partecipanti che hanno potuto usufruire anche dei crediti formativi.
Farnè: “Non è un mestiere per cinici”: La festa è stata occasione di riflessione intorno al tema della comunicazione come comprensione reciproca. “L’informazione è servizio pubblico - ha spiegato Antonio Farnè, presidente dell’Ordine dell’Emilia Romagna -, volano di dialogo, per riscaldare un’epoca difficile come questa, fatta di muri, fili spinati, barriere. Questo non è un mestiere per cinici”. “Militando dentro un mestiere non facile - ha osservato Alessandro Rondoni, direttore dell’Ufficio regionale comunicazioni sociali - e pieno di precarietà, deve comunque rimanere questo senso di responsabilità. Diamo cibo per le menti: dobbiamo offrirlo con responsabilità, perché aiutiamo gli uomini a vivere insieme. C’è il compito di condividere un bene, parlare di persone, essere sentinelle dell’interesse comune, e l’obbligo di non cadere nella trappola dei nuovi muri che non aiutano la convivenza”. “Il comunicatore cattolico - ha detto Matteo Billi, presidente regionale Ucsi - su tanti temi, quali ad esempio i migranti o la morte, deve comportarsi in maniera differente rispetto agli altri, devi dire una parola diversa. È in gioco la credibilità della nostra professione, dobbiamo essere consapevoli, competenti e responsabili”.
Leggi articoli alle pagine 18 e 19 dell’edizione di venerdì 5 febbraio 2016