Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Per seminare
ci vuole speranza

Dal Vangelo secondo Matteo (13,1-9 - forma breve)
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare.
Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca
e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse:
«Ecco, il seminatore uscì a seminare.
 Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada;
vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte
cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra;
germogliò subito, perché il terreno non era profondo,
ma quando spuntò il sole fu bruciata e,
non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi,
e i rovi crebbero e la soffocarono.
Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto:
il cento, il sessanta, il trenta per uno.
Chi ha orecchi, ascolti».

La nostra vita e la Parola

vg13lug23Il seminatore. Gesù si presenta in questa parabola come un seminatore che getta la semente senza calcoli, senza risparmio e senza guardare dove il seme cade. È questo il segno della bontà di Dio che fa sorgere il sole sui giusti e sugli ingiusti ed è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
L’attività del seminatore è particolare: chi semina infatti è mosso innanzitutto dalla speranza. Dà infatti inizio ad un processo di cui non necessariamente vedrà la conclusione: non sempre chi semina è colui che poi raccoglierà il frutto maturo. È però una attività umile e paziente: chi getta il seme è disposto ad attendere che il chicco muoia, che le piogge di autunno e di primavera producano il loro effetto, che i pericoli esterni mettano a repentaglio quella vita che germoglia.

Noi che spesso siamo mossi dalla fretta  e dalla impazienza  nella nostra attività pastorale o nelle diverse situazioni che affrontiamo, abbiamo molto da imparare da questo seminatore di cui parla il vangelo che, senza selezionare prima il terreno, getta con abbondanza il seme e che ha fiducia che quella vita che è contenuta e comunicata nella sua parola produrrà frutto abbondante.
Ciò che conta è che il seme sia buono: noi abbiamo la certezza che Cristo è un seme di vita.

Il seme. Il processo di crescita è lento perché ha a che fare con la libertà dell’uomo: perché nasca l’uomo nuovo che possa produrre frutti buoni sono necessari tanti passaggi che non possono essere saltati magicamente.
C’è un dialogo tra la terra e il seme e da questo dialogo dipende la buona riuscita del raccolto. È necessario che la parola che è stata annunciata trovi l’opposizione di satana che tenta in tutti i modi di portare via ciò che era stato seminato per lasciar cadere, a sua volta, il suo seme di ribellione e divisione.

C’è poi l’incostanza di chi ascolta sentimentalmente e che di fronte alle difficoltà si arrende.
C’è infine la possibilità che il mondo con le sue preoccupazioni e affanni tolga alla parola ossigeno e la faccia morire. Se però il terreno è buono, cioè pronto ad accogliere quella vita, il raccolto è straordinariamente abbondante e supera, anche in mezzo alle difficoltà e avversità, ogni attesa umana.

Dentro alla semente è contenuta infatti la potenza di una vita straordinaria. Si pensi a ciò che accaduto nella vita di Maria: è stata il terreno buono che ha accolto senza porre resistenza quel seme che ha portato il frutto che noi possiamo cogliere, il suo Figlio, la nostra salvezza.

Don Andrea Campisi

Pubblicato il 13 luglio 2023

Ascolta l'audio

Altri articoli...

  1. Sempre in battaglia. L’arma è l’umiltà - Commento al Vangelo di domenica 9 luglio 2023
  2. Attenti nella vita all’effetto boomerang - Commento al Vangelo di domenica 2 luglio 2023
  3. C’è una paura che fa bene alla vita - Commento al Vangelo di domenica 25 giugno 2023
  4. L’uomo non è un vagabondo - Commento al Vangelo di domenica 18 giugno
  5. Educare l’ «appetito» - Commento al Vangelo di domenica 11 giugno 2023
  6. Non pensare di salvarti da solo - Commento al Vangelo di domenica 4 giugno 2023
  7. Il perdono spezza le catene - Commento al Vangelo di domenica 28 maggio 2023
  8. Inzuppàti dell’amore di Dio - Commento al Vangelo di domenica 21 maggio 2023
  9. L’uomo non è più un orfano - Commento al Vangelo di domenica 14 maggio 2023
  10. Oltre il carcere del nostro «io» - Commento al Vangelo di domenica 7 maggio 2023
  11. Il nuovo popolo del Buon Pastore - Commento al Vangelo di domenica 30 aprile 2023
  12. Ogni delusione nasce da un’illusione - Commento al Vangelo di domenica 23 aprile 2023
  13. Seguiamo Gesù, non un’ideologia buonista - Commento al Vangelo di domenica 16 aprile 2023
  14. Una strada per vincere la paura - Commento al Vangelo di domenica 9 aprile 2023
  15. Consegnarsi per amare - Commento al Vangelo di domenica 2 aprile 2023
  16. Togliete la pietra - Commento al Vangelo di domenica 26 marzo 2023
  17. Perché Gesù guarisce - Commento al Vangelo di domenica 19 marzo 2023
  18. Quando la vita è a un bivio - Commento al Vangelo di domenica 12 marzo 2023
  19. Si è umiliato per darci bellezza - Commento al Vangelo di domenica 5 marzo 2023
  20. Dio ci ama per primo - Commento al Vangelo di domenica 19 febbraio 2023

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente