Con Cristo,
oltre la paura
Dal Vangelo secondo Luca (21,25-28.34-36)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle,
e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare
e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura
e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra.
Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno
il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose,
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano
in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita
e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso;
come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro
che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza
di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere,
e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
La nostra vita e la Parola
Alzatevi. Nella colletta la liturgia ci aiuta a pregare così: “Suscita in noi la volontà di andare incontro con le buone opere al tuo Cristo che viene”. Quindi Cristo viene. Siamo abituati a pensare che Cristo è già venuto una prima volta e la sua seconda venuta ci sembra così lontana, ma, come scriveva l’allora card. Ratzinger in una meditazione nel 1972, “la prima venuta di Cristo sta veramente dietro di noi? oppure intere parti della terra, noi stessi, non viviamo ancora prima di Cristo?”.
È vero: Cristo sta davanti a noi e la nostra vita è proprio andare incontro a Lui così come siamo, ogni giorno, perché il suo regno venga nella nostra vita. Egli sta sempre davanti a noi, è sempre una novità rispetto al nostro modo di pensare e di vivere, al metro con cui giudichiamo le persone che incontriamo e i fatti che ci accadono. Per questo abbiamo bisogno di sciogliere la durezza del nostro cuore, chiuso nei nostri progetti e nelle nostre idee, ed aprirci alla misura nuova che è Cristo e il suo amore. L’invito di Gesù ad alzarci e levare il capo per incamminarci verso la liberazione è la voce di colui che viene a svegliarci dal torpore in cui spesso viviamo. Nell’Avvento il Signore ci sveglia perché l’alba è già sorta, la salvezza è apparsa: possiamo quindi uscire dal sonno.
Attenti. La venuta di Cristo nella nostra vita ci rende attenti ad ogni istante che ci viene donato, ad ogni incontro: tutto diventa prezioso perché è segno di Colui che è il compimento di ogni attesa. Questo dà senso alla vita dell’uomo. Ciò che ci impedisce di riconoscere ed accogliere la presenza del Signore è la pesantezza del cuore che nasce dalla paura. Le dissipazioni, le ubriachezze e gli affanni della vita sono ciò che ci fa ricadere nel sonno, ciò che ci rende ciechi alla nostra vera vocazione: “mangiamo e beviamo perché domani moriremo”.
Chi è deluso dalla vita, chi vive nella paura di ciò che sa che deve accadere, spegne i desideri più veri e profondi, preoccupandosi di spremere il più possibile dal tempo presente, nel disperato tentativo di dimenticare dove sta andando. Chi viene svegliato da Cristo e comincia a gustare la vita nuova è vigile e attento per il timore di ricadere nella vecchia.
Don Andrea Campisi
Pubblicato il 28 novembre 2024
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