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Mons. Dallospedale rientra in Italia dal Brasile

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Piacenza-Brasile, un legame che dura da più di cinquant’anni attraverso l’invio nei diversi decenni di missionari diocesani “fidei donum”.
La partenza ufficiale avvenne nel 1967 con l’invio da parte dell’arcivescovo Malchiodi. Partivano per il gigante sudamericano don Giuseppe Castelli, don Giuseppe Fontanella, don Luigi Mosconi, don Virgilio Zuffada e don Pietro Callegari.
Don Callegari e don Castelli erano in realtà già in America dal 1964 come pionieri dell’esperienza missionaria negli anni del Concilio.

Tra i missionari più fedeli al Brasile un sicuro riferimento, per decenni, è stato mons. Giancarlo Dallospedale, classe 1943, che il 10 settembre, dopo tanta missione, è definitivamente tornato a casa.
Nel settembre 2010 aveva ricevuto in Cattedrale l’onorificenza dell’Angil dal Dom assegnata ai piacentini che si sono distinti all’estero.

Ora mons. Dallospedale è rientrato definitivamente in Italia; prima di partire dal Brasile, fra i vari saluti, ha ricevuto – come appare nel video - anche una preghiera in una parrocchia nella periferia di Boa Vista.


A Piacenza ai primi di novembre giungerà mons. Antonio da Silva, vescovo di Roraima, reduce dal Sinodo dei vescovi sull’Amazzonia che si svolge in Vaticano dal 6 al 27 ottobre.
“Il Sinodo – spiega don Giancarlo - ha due obiettivi: i nuovi cammini di evangelizzazione dell’Amazzonia e l’ecologia integrale. Noi cattolici siamo troppo pochi in quel vastissimo territorio, ove invece è capillare la presenza di pastori evangelici. È urgente favorire vocazioni indigene, incentivare ministeri di laici, trovare una nuova figura di prete più residenziale”.
“Il fronte dell’ecologia – aggiunge - è molto sentito dalla Chiesa cattolica e fortemente condiviso dai nativi che, lontani dalla mentalità di guadagnare e accumulare il più possibile, hanno autonomamente dato vita ai «guardiani della creazione» per controllare chi entra e chi esce dal loro territorio cercando di evitare il taglio e la vendita illegale di piante. Sono consapevoli della ricchezza insita nella foresta che oltre la frutta e l’habitat per molte specie viventi fornisce tante erbe medicinali. Rispettare la foresta è di gran lunga più vantaggioso che distruggerla”.

Luisa Follini

Pubblicato il 16 settembre 2019

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