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Il Vescovo ai sacerdoti e diaconi: «vivere la santità là dove siamo»

vicario


 
 
 
 
Il Sacro Cuore di Gesù, una festività che cade nel mese di giugno, in cui si vive la Giornata di santificazione sacerdotale, è l’occasione per un tempo di preghiera e di comunione dei preti e dei diaconi, che la diocesi di Piacenza-Bobbio ha celebrato con il Vescovo mons. Adriano Cevolotto, il 1°giugno, presso il Seminario Vescovile di via Scalabrini. È stato anche il momento per condividere la gioia per la festa di San Giovanni Battista Scalabrini, celebrata proprio in questo giorno, di cui sono si sono ricordate le virtù e la dedizione a servire gli emigranti e i bisognosi, un esempio vivido di come il Sacro Cuore di Gesù possa risplendere attraverso le opere di coloro che si impegnano a vivere secondo il Vangelo. Ma non solo la memoria di San Scalabrini ha animato l'incontro, mons. Cevolotto ha ricordato la prossima beatificazione di don Giuseppe Beotti, un sacerdote piacentino che ha dato la sua vita in un atto di coraggio, rimanendo fedele al suo popolo, durante l'occupazione nazista, e non ha esitato a proteggere e nascondere numerosi ebrei per salvarli dalla persecuzione. La sua testimonianza di fede e coraggio è un faro luminoso nel buio della guerra e una testimonianza straordinaria dell'amore di Cristo per tutti gli esseri umani.

Ravvivare il dono dell’ordinazione
Introducendo l’incontro, il vicario generale don Giuseppe Basini ha affermato: “Vogliamo vivere una sosta di fraternità sacerdotale e, nonostante le fatiche e le criticità che a livello personale, ecclesiale e sociale siamo chiamati ad affrontare, non possiamo stancarci di ringraziare il Signore perché sempre si mostra fedele e misericordioso nei nostri confronti”.
Mons. Cevolotto ha ringraziato i sacerdoti e i diaconi per la numerosa presenza, ed ha citato la frase della seconda lettera di san Paolo a Timoteo: “Ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te... da custodire e far fruttificare”.
Una frase che - per il Vescovo - guida gli eventi straordinari di questo anno come la canonizzazione di San Giovanni Battista Scalabrini e la prossima beatificazione di don Giuseppe Beotti.
“Ma la santità appartiene al passato? Oppure ci riguarda?”- si è interrogato mons. Cevolotto. “Spogliamo i santi - ha aggiunto - da ogni forma di perfezionismo, anche le loro debolezze e i loro peccati, non vanno a compromettere la loro autentica santità, che è un cammino rivolto a tutti i fedeli”.

La sindrome del “burn out”
Il Vescovo poi si è soffermato sul termine “burn out”, sindrome da stress lavorativo, caratterizzata da esaurimento emotivo, irrequietezza, apatia, depersonalizzazione e senso di frustrazione, frequente soprattutto nelle professioni ad elevata implicazione relazionale. “Può nascere - ha detto il Vescovo - anche nella nostra vita di presbiteri il burn out che, in termini evangelici, si può chiamare la sindrome del “buon samaritano deluso”. Questo fenomeno manifesta a volte il malessere che appartiene alla nostra vita, alla nostra vocazione e al nostro ministero, perché spesso sperimentiamo lo scarto tra l’entusiasmo iniziale da cui siamo partiti e le delusioni vissute. Ma quello che siamo e viviamo - ha precisato mons. Cevolotto - va compreso e ricompreso come un dono da ravvivare. Non quindi qualcosa di statico, quasi da congelare, al contrario come un fuoco, alimentato dal soffio dello Spirito.
La chiamata alla santità nella nostra vocazione pastorale deve far cresce in noi il desiderio di dare la vita, non di trattenerla, cosi anche quelle situazioni, che sono faticose, diventano palestra di questo esercizio di dare sé stessi fino in fondo.

Un amore senza forme di fuga
Scalabrini e Beotti - sintetizziamo le parole del Vescovo - hanno incontrato sfide e grosse difficoltà nella loro vita, ma hanno vissuto il loro ministero pastorale nelle spaccature della storia, non a ore con tempo determinato, ma esprimendo l’amore totale per Gesù, senza forme di fuga.
Questi due santi esprimono la fedeltà in quella situazione precisa nella quale sono posti. Don Beotti resta in quei giorni a Sidolo dove si capiva la minaccia per la sua gente, e rimane come pastore. Quella notte in preghiera, insieme all’altro parroco e al seminarista, in attesa dei nazisti, sperimenta la stessa orazione di Gesù nell’orto del Getsemani.
Non siamo in presenza di super eroi - ha puntualizzato mons. Cevolotto - ma persone radicate in Dio nella preghiera. Allora quando ci sembra che ci sia chiesto troppo facciamo memoria di tanto amore.
Mons. Scalabrini avverte il primato dell’evangelizzazione nella carità verso coloro che partono e verso chi è nel bisogno. Don Beotti vive l’ospitalità evangelica accogliendo gli ebrei in canonica e si trova al suo posto in quel piccolo paese. Proviene da Borgonovo, una realtà molto viva con tanti ragazzi e giovani, dove è apprezzato e stimato e, giovane prete, viene mandato a Sidolo con una popolazione di poco più di 100 anime. Scrive al vescovo: “Intensificherò gli sforzi, lavorerò più in profondità che in estensione”. Quella esperienza è per lui un luogo di evangelizzazione e di obbedienza nella fede.

Il cammino comune di santità
La santità - ha sottolineato mons. Cevolotto - quindi è possibile là dove siamo, generando risposte creative che nascono dallo Spirito.
Per continuare a rendere viva la notizia del regno di Dio, siamo chiamati alla santità per vivere la nostra vocazione, e il Signore ci dona la grazia per salvare la nostra vita e quella dei nostri fratelli.
Siamo chiamati - ha concluso il Vescovo - in questo tempo di Sinodo ad un cammino di corresponsabilità nella stima reciproca. La visita pastorale, che tra poco inizierò, è una opportunità per sostenerci nel cammino di santità”.
Nel cuore di ogni partecipante, grazie alle parole di mons. Cevolotto, si è rafforzata l'idea che la fede va vissuta profondamente, seguendo l’esempio di San Giovanni Battista Scalabrini e don Giuseppe Beotti. I preti e i diaconi della diocesi di Piacenza-Bobbio sono usciti dall'incontro rinnovati nel loro impegno pastorale e pronti a testimoniare con forza l'amore di Cristo che spinge tutti alla santità.

Riccardo Tonna

preti

Pubblicato il 2 giugno 2023

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