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«Grazie, fratelli diaconi!»

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Da sinistra, i diaconi permanenti Fausto Fermi, Aurelio Corda, Antonio Artusi e Giuseppe Frati.

Non si perdeva un ritiro mensile ad Olmo, quando la comunità diaconale era seguita da mons. Carlo Tarli, che lo “pescò” quando - arrivando in città prestissimo, da vicedirettore della Coldiretti - Antonio Artusi era solito iniziare la giornata passando per una preghiera in chiesa, al Corpus Domini. Ma l’età che avanza ed i problemi di salute, insieme al trasferimento a Fiorenzuola, a casa di una delle figlie, dopo la morte della moglie Marisa, rischiavano di farlo sentire come se gli avessero tolto le radici da sotto i piedi. E non è una bella sensazione, per uno come Antonio, una vita super attiva, tra Piacenza - nel quarantennale incarico in Coldiretti - e la sua Cortemaggiore, come segretario di zona dell’associazione degli agricoltori e consulente del lavoro libero professionista (e orgogliosamente ancora iscritto all’albo).
Classe 1931, ordinato diacono nel 2018, un lungo servizio alla segreteria della parrocchia di Cortemaggiore e al “Vittorio Emanuele” con gli anziani in città, il 20 giugno ha compiuto 92 anni, guadagnandosi il primato di diacono permanente più anziano (per età anagrafica) della diocesi. I diaconi di Fiorenzuola si danno il turno per esaudire il suo desiderio di ricevere la Comunione il più spesso possibile: Giuseppe Frati il mercoledì, Aurelio Corda il venerdì e Fausto Fermi la domenica. “È un servizio prezioso - sottolinea Artusi - anzitutto perché mi portano l’Eucaristia e poi perché attraverso la loro amicizia e la loro compagnia sento vicina la comunità diaconale”. Da parte loro, Aurelio, Fausto e Giuseppe sentono di ricevere molto da questi incontri settimanali: "La fraternità diaconale è fatta anche di questi gesti, solo all'apparenza piccoli”.

Il servizio completo sull’edizione del 20 luglio del Nuovo Giornale.

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Pubblicato il 24 luglio 2023

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