Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Virgen de El Cisne: l’umanità è bella per la sua diversità

mariacisne

“Il popolo di Dio non è un appiattimento omologato, ma una realtà di tanti colori nella quale nessuno deve rinunciare ad essere sé stesso, alle proprie tradizioni, alle proprie diversità”: è la frase accorata pronunciata da padre Mario Toffari, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale dei Migranti, al termine della celebrazione della solennità dell’Assunta e della festa della Virgen de El Cisne, il 15 agosto, nella cattedrale di Piacenza. Ha poi ha aggiunto: “San Giovanni Battista Scalabrini diceva che l’emigrazione è il segno della provvidenza che porta l’unità del cosmo, e l’umanità, come l’ha voluta il Creatore, è bella per la sua diversità”.

Maria ci copre con il suo manto

La messa è stata introdotta da mons. Francesco Cattadori, presidente del Capitolo dei Canonici della Cattedrale di Piacenza, che ha sottolineato come il duomo, 900 anni fa, è stato dedicato alla Vergine Maria Assunta in cielo. “Oggi - ha proseguito - è inoltre la festa della Madonna de El Cisne, venerata in Ecuador, e anche la festa degli emigranti. In questa cattedrale c’è un affresco sulla colonna all’ingresso della chiesa che rappresenta la Vergine con un grande manto che copre una moltitudine di fedeli per proteggerli e difenderli”. Mons. Cattadori si è poi rivolto al Vescovo, mons. Adriano Cevolotto, perché si faccia voce di tutti i fedeli piacentini, bobbiesi ed ecuadoregni per chiedere a Maria di aprire il cuore a Gesù, diventando grandi nello splendore di Dio.

L’aiuto e la protezione della Virgen

“Ogni persona, ogni popolo porta con sé un bagaglio di storia e di tradizione - ha affermato nell’omelia mons. Cevolotto - che voi comunità dell’Ecuador, nella logica dello scambio, offrite a noi per un arricchimento reciproco”. Il Vescovo ha voluto riconoscere l’importanza della numerosa presenza dei cristiani ecuadoregni nella realtà territoriale, e si è chiesto, prendendo spunto dalla pagina evangelica della visita di Maria ad Elisabetta, quale grazia giunge a noi dalla comunità del paese latinoamericano. “Mi colpiva - ha aggiunto il presule - leggendo la storia de El Cisne, come la figura della Virgen è nata in un contesto di migrazione, di viaggio e di pellegrinaggio. Verso la fine del 1500 la siccità, la piaga dei topi che distruggevano i raccolti, insieme alla conquista degli spagnoli, stava spingendo gli indigeni locali a cercare un altro posto per vivere. La Vergine appare ad un giovane donna al pascolo con le pecore, invitandola a rimanere e a costruire un santuario. Maria avrebbe assicurato il suo aiuto e la sua protezione. La Virgen de El Cisne è quindi fedele in ogni condizione di povertà, di precarietà ed accompagna tutti coloro che sono in viaggio e in cammino”.

L’umiltà della sua serva

Soffermandosi sulla preghiera del Magnificat, il Vescovo ha poi sottolineato come il motivo dell’esultanza nasca dall’espressione: “Ha guardato all’umiltà della sua serva”. “Dio guarda con occhio privilegiato - ha spiegato mons. Cevolotto - ogni umiltà e ne scorge il potenziale che nessuno vede. Tutti senza distinzione siamo oggetto di amore, strumenti di salvezza per il Dio di Gesù Cristo. Allora con Maria Assunta in cielo - ha concluso il presule - siamo tutti destinati a partecipare dell’eternità di Dio, in cui abita la condizione della fragilità umana, compresa la nostra, che non ci fa più paura perché nelle mani del Signore diventa grazia”. Durante la messa, le preghiere sono state offerte sia in italiano che in spagnolo, riflettendo l'unità nella diversità che caratterizza la comunità cattolica. La musica e i canti tradizionali ecuadoriani hanno riempito la cattedrale, trasportando i presenti in un'atmosfera di devozione profonda e di gioiosa celebrazione. È stata una testimonianza tangibile di come la fede possa unire le persone di diverse origini e culture. Il momento dell’offertorio è stato caratterizzato dalla comunità ecuadoregna con la consegna di doni tipici, portati dai latinoamericani con abiti folcloristici e colorati.

La Chiesa si incarna in ogni popolo

Al termine della liturgia padre Toffari ha ringraziato il comitato Ecuador che ha lavorato con intensità per realizzare la celebrazione e si è domandato, sorridendo, quale fosse la madonna giusta: quella italiana o quella ecuadoregna? “Penso che sarebbe facile rispondere che è la stessa Vergine Maria che ogni popolo raffigura ed incarna a modo suo, secondo le proprie tradizioni. Ma qui - ha evidenziato Toffari - è raffigurato qualcosa in più, perché la nostra religione cattolica è quella di un Dio incarnato in Gesù Cristo nel grembo della Vergine. La nostra Chiesa si incarna sempre in ogni popolo e in ogni tempo”. Padre Mario ha chiesto poi la guida del Vescovo per l’ufficio della Pastorale Migranti e per le Cappellanie delle varie comunità cristiane. “Cercheremo di manifestare e favorire - ha affermato Toffari - sempre questa unità delle genti nella ricchezza della diversità”.
Infine ha chiesto l’aiuto di Dio perché la Chiesa che è in Piacenza-Bobbio sia lievito anche nella società civile: “Per far maturare - ha detto padre Mario - la convinzione che la coscienza del valore della propria identità può benissimo vivere in comunione con i valori dell’ identità altrui, anzi che un’identità nazionale non può ridursi a qualcosa di statico, che rischia di invecchiare, di diventare obsoleto, ma è una ricchezza che può aumentare proprio in forza della comunione con i valori degli altri”.

La bellezza dell’unità

Al termine della liturgia, dopo la preghiera davanti a San Giovanni Battista Scalabrini, la statua della Virgen del Cisne è stata trasporta dai fedeli dell’Ecuador fuori dalla Cattedrale per proseguire, in processione, fino alla Casa Madre dei Padri Scalabriniani. La celebrazione della Festa della Virgen de El Cisne a Piacenza è stata una significativa opportunità per la comunità ecuadoriana di condividere la propria spiritualità e cultura con il resto della città, e per tutti i presenti di riflettere sulla bellezza dell'unità nella diversità. La cattedrale è stata il luogo dove il locale e l'internazionale si sono fusi in una celebrazione di fede, speranza e amore universale.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 16 agosto 2023

Ascolta l'audio

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente