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Il Vescovo: l'esempio di Santa Giustina ci aiuti a testimoniare il Vangelo con coraggio

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La solennità di Santa Giustina, compatrona della città, della cattedrale e della diocesi di Piacenza-Bobbio, celebrata il 26 settembre, nel duomo cittadino, ha acquisito un significato speciale, in quanto è stato anche il terzo anniversario dell'ordinazione episcopale di mons. Adriano Cevolotto.

La testimonianza di pastore

“Tre anni fa proprio in questo giorno - ha esordito il vicario Generale, don Giuseppe Basini - nel tempio di San Nicolò a Treviso, mons. Adriano riceveva l’ordinazione episcopale: una bella e significativa coincidenza, preludio del suo inizio di ministero in mezzo a noi, avvenuto l’11 ottobre del 2020. Questa sera - ha aggiunto - vogliamo ringraziare la diocesi di Treviso, papa Francesco che ce lo hanno donato e auguriamo al vescovo Adriano che, sostenuto dalla grazia di Cristo, possa accompagnare e guidare il cammino diocesi sulla via del Vangelo”. Don Giuseppe ha poi ringraziato il Vescovo per l’opera pastorale, fedele e appassionata con cui ha sempre parlato di Dio come luce, verità e tenerezza infinita.
“Ci attendono sfide impegnative - ha continuato il Vicario Generale - non prive di difficoltà e di incertezze, ma siamo certi che il Signore non ci lascerà mai soli e ci darà la forza di vivere con gioia il ministero che ci ha affidato”.
Don Giuseppe, a nome dei sacerdoti, dei religiosi, delle religiose e dei fedeli laici di tutta diocesi, ha poi espresso, con gratitudine e riconoscenza, i più sinceri sentimenti di affetto e di stima per la testimonianza di pastore, secondo il cuore di Dio, che mons. Cevolotto ha donato alla diocesi. “Santa Giustina, Sant’Antonino, San Colombano, San Giovanni Battista Scalabrini e il prossimo beato Giuseppe Beotti, sacerdote e martire - ha concluso don Basini - intercedano per lei e la sostengano sempre nell’esercizio del suo ministero”.

Il tema della croce

Mons. Cevolotto, ringraziando di cuore tutti, nell’omelia ha richiamato il tema della croce e la potenza del sangue versato dai martiri. “La sequela di Cristo - ha affermato - è sinonimo di prova, di croce, come pure di fedeltà. Lotta e fedeltà sono le due facce dell’amore. Oggi l’accento posto sulla croce - ha continuato il Vescovo - inquieta, disturba forse a motivo di una vita immaginata come una sequenza di momenti felici e spensierati, un successo dell’io in crescendo, per questo ogni situazione che ostacola questo immaginario collettivo diventa motivo di ansia, di appesantimento”.
Mons. Cevolotto ha poi sottolineato come la parola ‘fatica’ è presente nel parlare quotidiano. “È un ritornello continuo -ha evidenziato - il primo che esce dalla nostra bocca. È vero: facciamo ‘fatica a far fatica’ perché non intravediamo, non accettiamo che la vita sia un combattimento. Ci meravigliamo che il raggiungimento delle mete, debba essere perseguito con tenacia, incontrando resistenze. Non permettiamo alla vita di essere vissuta in carne ed ossa, e questo modo di intendere l’esistenza ci fa guardare al martire come a colui che ci parla di ostilità, di persecuzione, di resistenza eroica, invece è colui che ci parla di speranza”.

Pazienza e temperanza

A questo proposito mons. Cevolotto ha trovato illuminanti le parole dell’apostolo Paolo che, nella Lettera ai Romani, afferma di vantarsi delle tribolazioni, delle avversità, perché esse danno consistenza alla speranza. “La tribolazione - ha spiegato il Vescovo - porta a maturare la pazienza che significa saper portare i pesi portare sulle spalle, e questa sviluppa la temperanza, sinonimo del non scoraggiarsi, del non far prevalere le sofferenze che la fedeltà al Vangelo può procurare. Quindi anche i fallimenti le delusioni, attraverso questo cammino, generano speranza. È l’esempio della martire Giustina - ha proseguito - che radicandosi in questo amore riversato nel suo cuore, ha vissuto da donna in comunione con Cristo”.
Le celebrazione della solennità dedicata alla Santa è stata l’occasione, per mons. Cevolotto, di guardare a questa stagione della Chiesa diocesana con gli occhi pazienti e temperanti di San Paolo.
“Vi ringrazio - ha concluso il Vescovo - della vostra presenza e della preghiera che rivolgete a Dio per la mia persona e il mio ministero, chiedete anche la grazia che io sia accompagnato da pazienza e temperanza, per poter essere con voi colui che indica la speranza in questo nostro tempo”.

Il grande patrimonio dell’Archivio Capitolare

Al termine della celebrazione Tiziano Fermi, funzionario dell’Archivio e della Biblioteca Capitolare, ha preso la parola, presentando al Vescovo il valore del ricchissimo archivio della cattedrale di Piacenza e l’opera in corso della digitalizzazione, attraverso delle foto, del grande patrimonio che include non solo il famosissimo codice 65, ma tanche altri importanti 89 codici. Per questa opera iniziata quattro anni fa, con già la realizzazione di sette mila foto, è stato premiato Silvano Tinelli per il suo paziente lavoro fotografico. A lui è stato consegnato, da mons. Francesco Cattadori, presidente del Capitolo e dal Vescovo mons. Cevolotto, un piccolo segno di riconoscenza. La celebrazione è stata così anche un motivo per ricordare l’importanza della cattedrale nella città, uno scrigno di opere d’arte, ma anche di documenti storici di grande rilievo.
 
La solennità di Santa Giustina, con l’anniversario della sua ordinazione episcopale, ha consentito a mons. Adriano Cevolotto di condividere il suo messaggio di fede, di speranza e di amore per la diocesi. Ha incoraggiato i fedeli a seguire l'esempio di Santa Giustina nel testimoniare il Vangelo con coraggio, ed ha rafforzato il legame spirituale tra la comunità della cattedrale con la sua compatrona.

Riccardo Tonna

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Nelle foto di Carlo Pagani, la messa celebrata in Cattedrale in occasione della festa di Santa Giustina.

Pubblicato il 27 settembre 2023

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