Giornata mondiale contro la tratta: contrastare questo dramma globale
“Spesso il silenzio dei buoni è la prima causa dell’imperversare del male”: è la frase di don Oreste Benzi, citata dal vescovo mons. Adriano Cevolotto nella Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone che si è celebrata il 17 febbraio a Piacenza. Una manifestazione iniziata in centro città, in piazza Cavalli, e conclusasi in Cattedrale con la messa presieduta dal Vescovo.
Tante ragazze vendute come merce
La Giornata trae ispirazione dal messaggio di papa Francesco che ha invocato una mobilitazione generale, soprattutto da parte dei giovani, per combattere il "dramma globale" della tratta, evidenziando il coraggio e la resilienza di Santa Giuseppina Bakhita. Questa suora sudanese, venduta come schiava da bambina e vittima di tratta, è diventata simbolo di lotta e speranza per tutti coloro che subiscono ingiustizie simili. Una volontaria della Comunità papa Giovanni XXIII di Piacenza, che ha organizzato l’evento, ha introdotto la celebrazione ricordando come l’unità di strada dell’associazione, in questi anni, ha incontrato tante ragazze, spesso poco più che bambine, sulle strade della nostra città comprate e vendute come merce.
Una schiavitù per tutti
“In questa giornata - ha detto il Vescovo - avete camminato, nelle strade del centro, per la dignità, per rompere il silenzio connivente, complice del male. Vediamo - ha aggiunto - quanta umanità stia diventando oggetto di mercanzia, sulle strade come nei campi, di notte alla luce di un lampione, o di giorno sotto il sole che brucia nell’ingiustizia ogni dignità, nel buio di un qualsiasi spazio, dove il profitto produce schiavitù che a volete viene accettata per un facile e illusorio guadagno”.
Il Vescovo, citando ancora don Oreste, il quale diceva che nessuna donna nasce prostituta, ha sottolineato come in tanti sono prigionieri del male, schiavi dell’avidità di guadagno, di quel delirio di potenza che costruisce una superiorità sulle pelle di qualcun altro. La tratta, - per mons. Cevolotto - nella sua molteplicità di forme, alimenta la schiavitù in tutti: nelle vittime e in chi è carnefice, nessuno può tirarsi fuori convinto che non lo riguardi. Le parole di Gesù nel Vangelo: “Il tempo è compiuto” - ha detto il presule - sono un appello che interpella tutti, non è una battaglia in difesa di qualcuno, è una lotta per l’umanità che è salvaguardata e promossa insieme. Affidiamo al Signore - ha concluso il Vescovo - tutte le vittime di tratta affinché abbiano il coraggio e l’aiuto di sognare un'altra storia per la loro vita.
Essere per le strade del mondo
Significativo il gesto dell’offertorio in cui si è portato, davanti all’altare, l’immagine di un tronco e i suoi rami che hanno rappresentato l’ impegno della comunità cristiana di essere per le strade del mondo, e una corona del rosario missionario, sostegno nella preghiera per vincere ogni schiavitù.
La Chiesa di Piacenza-Bobbio, guidata dal proprio Vescovo, ha risposto all'appello del Papa, riflettendo sulla tragica invisibilità della tratta e sull'indifferenza culturale che troppo spesso ne facilita l'esistenza. L'evento di Piacenza è stato un momento di profonda comunione spirituale, ma anche un'occasione per riaffermare l'importanza dell'ascolto, del sogno e dell'azione nella lotta contro la tratta di esseri umani.
Riccardo Tonna
Pubblicato il 19 febbraio 2024
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