San Giovanni Scalabrini: la santità ha sempre incrociato l'eucaristia
“La santità ha sempre incrociato l’eucaristia, come sua sorgente, come criterio di perfezione nell'amore, come partecipazione alla vita di Dio”: sono le parole dettate dal Vescovo mons. Adriano Cevoloto, il 1 giugno nella cattedrale di Piacenza, in occasione della Solennità del Corpo e Sangue di Cristo e della Memoria in onore di San Giovanni Battista Scalabrini. La liturgia, arricchita dai canti della corale multietnica di San Carlo, è stata concelebrata dal vescovo emerito Gianni Ambrosio, dai padri Scalabriniani e da numerosi sacerdoti. Suor Giuliana Bosini, superiora provinciale delle Missionarie Scalabriniane, ha introdotto la celebrazione, ricordando l'infaticabile opera del santo Vescovo Scalabrini. Il suo discorso ha messo in luce il grande impegno del Santo nella cura dei migranti e nel diffondere il messaggio del Vangelo attraverso l'amore e la dedizione.
Eucaristia: capolavoro della mente e del cuore di Dio
Nell'omelia il Vescovo Adriano Cevolotto ha evidenziato come la santità sia intimamente legata all'Eucaristia, descrivendola come sorgente di amore e partecipazione alla vita divina. Ha sottolineato che San Giovanni Battista Scalabrini, citando una sua una lettera pastorale del 1902, ha definito l'Eucaristia come il "capolavoro della mente e del cuore di Dio, il cuore della religione e il punto di contatto tra l'infinito e il finito”. Scalabrini, infatti, vedeva l'Eucaristia non solo come una devozione personale, ma come il fulcro della fede per tutta la comunità diocesana. Mons. Cevolotto ha ribadito l'importanza dell'amore per Gesù manifestato nell'Eucaristia, per il quale Scalabrini avrebbe dato la vita.
Prostrato davanti al Santissimo Sacramento
La spiritualità di Scalabrini era fondata anche sulla devozione a Gesù Crocifisso e alla Vergine Maria, con l'Eucaristia come uno dei pilastri principali. Testimonianze riportano che Scalabrini passava molto tempo in preghiera prostrato davanti al Santissimo Sacramento, un gesto che rifletteva umiltà e riconoscimento della grandezza dell'amore di Dio. “La presenza reale di Gesù nell'Eucaristia - ha spiegato mons. Cevolotto - è la piena manifestazione dell'amore di Dio, un amore che dovrebbe suscitare in noi un senso di meraviglia. L'Eucaristia diventa così una sorgente di unità, superando le divisioni e animando tutti con la stessa passione per l'umanità e per Dio, come insegnava Scalabrini.
L’Eucaristia plasma l’esistenza
Nel racconto evangelico, - ha aggiunto il presule - il pane spezzato e il calice offerto da Gesù simboleggiano l'unione con Lui nella sua passione, un invito a seguirlo anche nei momenti più difficili. La celebrazione dell'Eucaristia ci permette di trovare accanto a noi il Cristo risorto, guida e sostegno nelle nostre vite”. Mons. Cevolotto ha concluso riflettendo su come l'Eucaristia plasmi la nostra esistenza, ricordandoci che la vera fame umana è quella dell'amore, soddisfatta solo da Dio. Ha esortato i fedeli a partecipare all'Eucaristia con il desiderio di essere trasformati dall'amore di Cristo, pronti a condividere questo amore con tutti coloro che incontriamo.
L’universalità del messaggio cristiano
Le preghiere dei fedeli sono state lette in diverse lingue: spagnolo, inglese, italiano, portoghese, filippino e cingalese, rappresentando la vasta comunità internazionale che San Giovanni Battista Scalabrini ha tanto amato e servito. Questo momento ha sottolineato l'universalità del messaggio cristiano e l'importanza dell'inclusione e della comprensione tra i popoli.
Al termine della liturgia, il Vescovo Cevolotto ha consegnato le reliquie di San Giovanni Battista Scalabrini ai membri della Koinonia della Comunità Pastorale "Al Pozzo di Sicar" del Vicariato cittadino, affinché siano custodite e venerate nelle chiese della Comunità pastorale.
Scalabrini e Gianelli protettori della diocesi di Piacenza-Bobbio
Padre Mario Toffari, scalabriniano, ha poi rivolto un saluto ai presenti ed ha sottolineato il profondo legame tra San Giovanni Battista Scalabrini e la città di Piacenza, affermando che il santo poté diventare padre dei migranti proprio perché fu vescovo di Piacenza. Secondo Toffari, l'amore di Scalabrini per i suoi concittadini, che emigravano per cercare una vita migliore, è stato il motore della sua missione. “Scalabrini - ha detto Toffari - nutriva un amore profondo per coloro che lasciavano le loro valli e famiglie con sofferenza, per guadagnare il pane con il loro sudore e mandarlo a casa. Grazie all'opera di Scalabrini e dei suoi missionari, Piacenza è diventata famosa in tutto il mondo”. Per questo motivo, padre Mario ha chiesto al Vescovo di adoperarsi per ottenere dal Santo Padre il riconoscimento di Scalabrini come uno dei santi protettori della diocesi di Piacenza. Toffari ha suggerito anche di considerare l'unione in cielo dei santi Antonio Gianelli, vescovo di Bobbio, e Scalabrini come segno di unità, proponendoli come co-patroni della diocesi di Piacenza- Bobbio. Padre Toffari ha espresso l'idea di raccogliere prove della devozione dei piacentini e dei bobbiesi per questi santi, con l'auspicio di una possibile proclamazione durante la visita pastorale in città, prevista per il 13 ottobre, vicino alla data della canonizzazione di Scalabrini.
L'intervento di Padre Mario Toffari ha espresso così un forte desiderio di vedere riconosciuto ufficialmente l'impatto spirituale e sociale di Scalabrini, non solo come padre dei migranti, ma anche come un santo protettore di tutta la comunità diocesana.
La venerazione all’urna del Santo
La celebrazione si è conclusa con un atto di venerazione presso l'urna di San Giovanni Battista Scalabrini, a cui hanno partecipato il Vescovo, i sacerdoti, i religiosi e le autorità. Questo gesto ha rappresentato un momento di profonda devozione e riconoscenza verso un uomo di fede che ha dedicato la sua vita al servizio degli altri.
La commemorazione di San Giovanni Battista Scalabrini ha offerto un'opportunità di riflessione sul valore dell’eucaristia e sull'importanza di seguire l'esempio dei santi nella vita quotidiana. La presenza di una comunità multietnica ha sottolineato ancora una volta il messaggio universale di amore e accoglienza che Scalabrini ha incarnato durante la sua vita.
Riccardo Tonna
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