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In ricordo di don Mazzari, devoto di San Colombano

2 Columban Day a San Colombano al Lambro


Mauro Steffenini, presidente dell'associazione Amici di San Colombano per l'Europa, ricorda don Roberto Mazzari

Se n’è andato all’improvviso don Roberto Mazzari, come era nel suo stile, silenziosamente. Anche l’ultimo atto della sua vita non poteva esimersi dall’essere segnato da quella discrezione e riservatezza che l’hanno sempre contraddistinto. Forse era ciò che da sempre desiderava: coronare la sua vita nell’intimità con il Signore; a tu per tu con Lui, al quale si è sempre affidato, ha così affrontato il passo decisivo che da’ senso all’esistenza, nel suo caso di un buon pastore.

L'incontro con don Roberto nel 1997

Cadeva l’anno 1997 quando incontrai don Roberto nella mia vita. Era l’anno dell’avvio del progetto religioso-culturale “Con San Colombano verso il grande Giubileo”, che vedeva la luce, tra incredulità e scetticismi, nella parrocchia di San Colombano al Lambro, ma che non poteva non contare dell’avallo e dalla condivisione della realtà di Bobbio, prima di estendersi oltre i confini parrocchiali, addirittura in Europa. La parrocchia “banina” ha sempre avuto in passato rapporti privilegiati con Bobbio, ma erano sempre limitati alle circostanze ufficiali legate al patrono.
Appena nominato amministratore parrocchiale di Bobbio, prima ancora del suo ingresso, lo raggiunsi ad Agazzano, e subito l’idea nata al di là dal Po, in terra lombarda, ancora in embrione, ma che voleva risvegliare il culto di San Colombano con iniziative di vario genere, fu prontamente sposata da don Roberto, con tanto di ringraziamento, sincero, per l’entusiasmo che scorgeva in chi gliela riassumeva in poche parole. Il colloquio fu subito cordiale, la sintonia fu subito instaurata.

E così, all’avvio del cammino triennale di preparazione al Giubileo a San Colombano al Lambro (era il 21 novembre 1997), don Roberto fu presente con i primi parroci contattati, tra incredulità e speranze, come pure non volle mancare ai primi due Columban’s Day del 1998 e 1999 sempre a San Colombano al Lambro, quando portò un pullman di parrocchiani, sfidando l’afa e le zanzare della pianura (una prova non indifferente per i bobbiesi).

Se a distanza di quasi trent’anni non si può non riconoscere alla Provvidenza la sua mano nel guidare questa esperienza ecclesiale che via via si è consolidata e ampliata, è pur vero che la Provvidenza si serve degli uomini, e in quel momento preciso il connubio con il parroco di Bobbio è stato di buon auspicio e ha fatto sì che prendesse il via una costruttiva collaborazione che divenne sempre più stretta, mentre cresceva anche l’amicizia, nella condivisione dei primi passi, quelli decisivi.

Ha incarnato gli ideali di San Colombano

I rapporti con don Roberto non si sono mai interrotti negli anni, anche quando divenne parroco a Tarsogno e a Piacenza. Trovandosi poi a Rottofreno, sul Cammino di San Colombano, non si sottraeva all’invito di salutare i pellegrini di passaggio. L’ultima volta è stato il 25 aprile scorso, all’incontro con un gruppo di amici che accompagnai fino a Bobbio, e il suo ultimo abbraccio fu al Columban’s Day del 23 giugno quando non volle mancare alla solenne concelebrazione in Cattedrale a Piacenza. L’ammirazione e la devozione a San Colombano sono state una costante nel suo ministero sacerdotale, la persona giusta al posto giusto per la realizzazione di una idea alla cui evoluzione si è sempre interessato, seguendo le varie tappe, con la sua vicinanza, la sua preghiera e il suo incoraggiamento nei momenti di difficoltà che non sono mancati.
Nonostante il suo carattere schivo e asciutto sapeva aprirsi in profondità nelle relazioni personali per dare all’amicizia il valore aggiunto della confidenza e del consiglio. Ha saputo incarnare nella sua vita alcuni ideali dell’abate irlandese, fedele fino all’ultimo all’esigente visione della testimonianza cristiana di “vivere come se ogni giorno dovessimo morire pensando soltanto alle realtà eterne e celesti” (dalla Istruzione IIIª di San Colombano). In questo approccio apparentemente austero della vita è riassunto l’insegnamento più prezioso che ci ha lasciato.

Mauro Steffenini
Amici di San Colombano per l’Europa

Nella foto, don Roberto Mazzari al Columban's Day a San Colombano al Lambro alcuni anni fa.

Pubblicato il 30 luglio 2024

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