Sacerdoti truffati a Piacenza e in Lombardia: interviene il vescovo mons. Cevolotto
A Piacenza e provincia i Carabinieri nei giorni scorsi hanno dato esecuzione a una misura cautelare su richiesta della Procura nei confronti di cinque persone - quattro sono in carcere e una agli arresti domiciliari - ritenute responsabili di associazione per delinquere con reati di truffa a danno di vittime vulnerabili e autoriciclaggio. Le vittime sono sacerdoti piacentini e lombardi e una parrocchiana.
Gli arrestati, residenti a Piacenza, avrebbero inventato sofferenze, malattie inesistenti e varie problematiche giudiziarie in base alle quali veniva richiesto denaro approfittando della propensione delle persone truffate a compiere atti caritatevoli. Gli accusati sarebbero riusciti a farsi consegnare fino a un milione e 200mila euro. Ora è stata data esecuzione a un decreto di sequestro preventivo di denaro e conti correnti e di tre immobili fino al valore di 1,2 milioni di euro allo scopo di recuperare i proventi ritenuti illecitamente ottenuti. In seguito a questa operazione dei Carabinieri il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha diffuso questo messaggio indirizzato alla comunità diocesana.
Il messaggio del vescovo mons. Adriano Cevolotto
Carissimi fratelli e sorelle,
in riferimento alle notizie apparse sui mass-media locali circa l’arresto di una banda ritenuta responsabile di ingenti truffe a danno di persone anziane e vulnerabili, tra le quali anche un sacerdote della diocesi di Piacenza-Bobbio e delle comunità parrocchiali a lui affidate, desidero comunicarvi alcuni pensieri e sentimenti che porto nel cuore.
L’immagine biblica che mi accompagna è quella del corpo, espressa dalle parole di San Paolo: “Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui e, se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui. Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua (1Cor 12,26-27). Alla luce di questa Parola, ricordo a tutti la necessità di farci carico, nella preghiera e con spirito di fraterna solidarietà, della sofferenza che tale vicenda ha generato nella vita del sacerdote, delle comunità coinvolte, del presbiterio e in tutti noi che da vicino abbiamo condiviso questo travagliato cammino. Come sempre, anche in questo caso, la sofferenza altrui non può lasciarci indifferenti o diventare motivo di giudizi amari e superficiali. Piuttosto ci deve muovere a sentimenti di pietà e di misericordia, come ci ricorda la Scrittura: “Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri” (Lettera ai Romani 12, 15-16).
Proprio per questo, preso atto delle difficoltà economiche del sacerdote interessato e delle comunità da lui guidate, abbiamo cercato per quanto era di nostra competenza di far emergere la verità con carità e, in seguito al delinearsi di un presunto reato, ci siamo rivolti alla magistratura affinché si potesse fare piena luce su quanto accaduto e ripristinare giustizia. Mossi da tale intento, abbiamo compiuto i passi necessari in stretta e fiduciosa collaborazione con le autorità inquirenti, nel massimo riserbo richiesto dal segreto istruttorio e a tutela di tutte le persone coinvolte in questa triste vicenda. A questo riguardo, insieme a voi, desidero ringraziare tutti coloro che con intelligente e perspicace prontezza hanno saputo mettere in atto ciò che si è rivelato determinante per sgominare questa banda di abili truffatori e, attraverso il sequestro di beni mobili e immobili, hanno posto le condizioni di una possibile e parziale riparazione del danno economico causato dalla loro azione malavitosa.
Credo quindi che questa dolorosa vicenda ci debba spronare a crescere nella consapevolezza che il cammino personale di ciascuno di noi è legato a quello degli altri e che le nostre comunità sono chiamate a divenire sempre più luoghi generativi e tutelanti per tutti. In questo contesto risulta importante anche l’impegno di ciascuno a promuovere una gestione economica ed amministrativa sempre più attenta e trasparente di strutture, beni e risorse delle nostre comunità pastorali, capace di attuare una rinnovata corresponsabilità, tra sacerdoti e fedeli laici, anche di tale aspetto della vita ecclesiale.
Grato della vostra attenzione, con cordialità vi saluto e vi auguro ogni bene nel Signore.
Mons. Adriano Cevolotto,
vescovo di Piacenza-Bobbio
Nella foto, la Curia vescovile di Piacenza.
Pubblicato il 31 luglio 2024
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