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Convegno pastorale. Il Vescovo: le parole di Dante sono un invito alla speranza

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“Guardare le stelle, è da sempre un richiamo al desiderio umano”: sono alcune delle parole di mons. Adriano Cevolotto che, il 28 settembre nella sala degli Arazzi del Collegio Alberoni a Piacenza, ha concluso l’ultima sessione del Convegno pastorale della Chiesa di Piacenza-Bobbio. Il tema dell’incontro, di profonda risonanza spirituale e simbolica, "e quindi uscimmo a riveder le stelle", tratto dall’ultimo verso dell’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri, ha richiamato un’immagine di rinascita, speranza e liberazione, un invito ad emergere dalle oscurità della vita per ritrovare la luce, una luce che per la comunità cristiana si incarna nella speranza in Cristo.

Ripensare la cura pastorale
Il vescovo Adriano Cevolotto, durante il suo intervento, ha riflettuto su un fenomeno osservato nella sua Visita Pastorale, in particolare nelle zone collinari e montane. Ha notato che molte persone, pur risiedendo in città o pianura, frequentano regolarmente queste piccole comunità rurali nei fine settimana, sviluppando un forte legame con esse. Questa tendenza ha spinto il Vescovo a riconsiderare il concetto di "pastorale turistica", giudicandolo non più adeguato. Al contrario, ha suggerito una "pastorale per appartenenze plurali", dato che molte persone si sentono parte di più comunità, senza che ciò indebolisca il loro senso di appartenenza.
Mons. Cevolotto ha poi proposto di ripensare la cura pastorale, non più basata rigidamente sulle strutture parrocchiali, ma centrata sulle persone e sulle relazioni che legano queste comunità. Questa visione si basa sulla consapevolezza che molte delle dinamiche tradizionali di appartenenza territoriale non sono più rilevanti in un contesto di crescente mobilità e pluralismo di esperienze. Il Vescovo ha inoltre sottolineato il valore delle relazioni all'interno delle comunità pastorali, emerse durante la Visita, e ha incoraggiato un cammino paziente verso il futuro, nonostante le resistenze storiche e personali che ancora si oppongono ai cambiamenti. Inoltre, citando Papa Benedetto XVI, Cevolotto ha invitato a vivere questo tempo come "minoranza creativa", capace di generare nuove forme di vita comunitaria e sostenuta dallo Spirito.

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Ascoltare le domande
Mons. Adriano Cevolotto, proseguendo il suo intervento, ha evidenziato un terzo "indizio di futuro" riguardante la trasmissione della fede alle nuove generazioni, che mostrano spesso resistenza o rifiuto. “Questa refrattarietà, però, - sintetizziamo le parole del Vescovo - non è diversa da quella dei loro genitori, nonostante rimanga ancora una domanda per i sacramenti e una partecipazione a momenti di passaggio come i riti religiosi. La parrocchia, seppur limitata nelle sue risorse, rappresenta ancora un punto di riferimento per volontariato e servizio”.
Il Vescovo ha osservato che le proposte tradizionali della Chiesa risultano spesso inefficaci perché non rispondono più alle domande contemporanee. In questo senso, ha sottolineato il compito della Chiesa di adattarsi, di ascoltare e interpretare queste nuove domande, per dare risposte profetiche. “Questa capacità di leggere i segni dei tempi - ha rimarcato mons. Cevolotto - rappresenta un’opportunità per il futuro, e qui risiede l'importanza di credere più fortemente nel Vangelo, declinato sull'umanità di Gesù, come suggerito dal teologo Manicardi (che era intervenuto nella precedente sessione del Convegno)”. Mons. Cevolotto ha poi evidenziato l'importanza del Sinodo diocesano e dei suoi due "cantieri": l'iniziazione cristiana dei ragazzi e la formazione degli adulti, che devono essere riconosciuti come "cantieri di futuro". “La Visita Pastorale ha consegnato un'immagine di Chiesa - ha sottolineato il presule - che sente la responsabilità di testimoniare la gioia del Vangelo e di continuare il cammino già iniziato, anche se a piccoli passi”.

Una vera Pentecoste
Il Vescovo ha poi collegato il tema della speranza al Giubileo del 2025, con lo slogan "pellegrini di speranza", invitando a vivere questo anno di grazia in cammino, aperti all'opera di Dio. Ha inoltre richiamato l'importanza dello Spirito Santo, evidenziando che il Cammino Sinodale e la Visita Pastorale culmineranno nella prossima Pentecoste: “Un segno ha detto mons. Cevolotto - che la nostra esistenza, sia individuale che comunitaria, è sostenuta dall’impegno umano, ma soprattutto dalla forza del Signore”. Infine il presule ha evocato le parole di Dante “e quindi uscimmo a riveder le stelle” come un invito fortissimo a vivere nella speranza.

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Rivedere le stelle: immagine della Risurrezione
Prendendoci la libertà di interpretare il pensiero di mons. Cevolotto, possiamo rimarcare l’attualità del messaggio del Vescovo, sulle parole di Dante, per i tempi odierni, soprattutto alla luce delle sfide globali come la pandemia, i conflitti internazionali, le crisi economiche e ambientali. "Uscire a riveder le stelle" diventa allora un richiamo alla speranza cristiana, quella speranza che non si arrende di fronte alle difficoltà e che trova nella fede in Cristo la forza per riprendere il cammino.
In questo senso, "riveder le stelle" diventa un’immagine potente della Risurrezione, del superamento della morte e della sofferenza attraverso la vittoria di Cristo. I "pellegrini di speranza" sono quindi coloro che camminano con lo sguardo rivolto verso l’alto, non per fuggire dalla realtà, ma per scorgere in essa i segni della presenza di Dio e per portare agli altri la luce che essi stessi hanno ricevuto. Il richiamo al verso dantesco e l'immagine delle stelle hanno risuonato, nel Convegno, come una chiamata a non cedere alla disperazione, ma a fidarsi di un cammino che, anche attraverso le difficoltà, conduce verso la luce. La Chiesa di Piacenza-Bobbio, sotto la guida pastorale di mons. Adriano Cevolotto, attraverso il meeeting pastorale, vuole porsi quindi come una comunità viva, che sa farsi compagna di viaggio per tutti coloro che cercano speranza e consolazione.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 28 settembre 2024

Nelle foto, il Convegno pastorale nella Sala degli Arazzi del Collegio Alberoni.

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