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La santità: un cammino nell’autenticità del Vangelo

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“Noi oggi possiamo dire di ereditare un patrimonio di santità, di fedeltà, di testimonianza a servizio dell'uomo, della città, che ci permettono di respirare ancora”: con queste parole mons. Adriano Cevolotto ha sottolineato, il primo novembre, nella cattedrale di Piacenza, la lode e la preghiera verso coloro che hanno segnato la storia della Chiesa con il loro esempio di santità e dedizione. La messa, che ha evidenziato la comunione dei santi e la loro intercessione, ha trasportato i fedeli in un'atmosfera di sacralità e riflessione.


I santi: testimoni luminosi

Davanti all'altare, adornato delle reliquie dei santi, simbolo tangibile della presenza di coloro che ci hanno preceduto nella fede, la liturgia si è svolta con grande solennità. I canti della corale della cattedrale, diretta con da Elisa Dal Corso, hanno innalzato i presenti verso le vette della contemplazione. L'organo, suonato da Federico Perotti, ha creato una colonna sonora di emozioni e sentimento, amplificando la bellezza e la grandiosità della liturgia.

La celebrazione, guidata dal maestro delle cerimonie Dario Carini, ha suscitato nel cuore dei fedeli sentimenti di gratitudine e reverenza verso tutti i santi, testimoni luminosi della presenza di Dio nella storia dell'umanità.

La santità nelle persone comuni

“Nella Visita Pastorale - ha detto il Vescovo - sto toccando con mano quanto sia vera questa santità. L'ho toccata tra quanti, anziani o malati, testimoniano una fede incrollabile che ha passato e passa il vaglio di tribolazioni. Una santità che ho riconosciuto in tante persone, adulti e giovani, che perseverano in una carità e un servizio che non hanno misure”.

Mons. Cevolotto ha poi voluto raccontare la testimonianza di una donna colpita da una malattia degenerativa che gli ha chiesto una preghiera non per la sua salute, ma per una sua amica, morta improvvisamente, per i suoi familiari, e infine per lei, perché non perda la fede. “Non è - si è chiesto il Vescovo - santità questa che sorregge il mondo, la nostra vita, e le nostre comunità?

La visita pastorale mi sta confermando - ha aggiunto - che la nostra fede è debitrice di quella generazione “che cerca il tuo volto, o Signore”. Questa solennità ci immerge dunque in questa tradizione che rende viva la fede”.

La consapevolezza di essere figli amati

Evidenziando come alla nostra generazione, è consegnato chi verrà dopo di noi, mons. Cevolotto ha detto che è giusto interrogarsi su quale aria, acqua, terra, risorse, lasceremo ai posteri.

“La santità allora - ha concluso il Vescovo - non è perfezione, ma è la consapevolezza profonda di essere figli amati, purificati continuamente dalla speranza che il nostro futuro lo costudisce il Signore. In questo modo la nostra esistenza si purifica da tutto ciò che inquina e inganna, perché è temporaneo”.

Nella cattedrale si è celebrato così il mistero della santità in tutta la sua bellezza e complessità. Le reliquie dei santi, illuminate dalla luce delle candele e dall'incenso, e le parole del Vescovo, hanno ispirato verso un cammino di beatitudine, nella coerenza e autenticità evangelica.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 2 novembre 2024

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