Addio al sindaco Gianguido Guidotti
“Se il dissenso ci può essere fra certe linee politiche, quando è in questione l’uomo e la sua dignità si finisce per trovare delle intese, anche se si è in schieramenti diversi”. Correva l’anno Duemila e così, da primo cittadino di Piacenza, l’avvocato Gianguido Guidotti in un’intervista al nostro settimanale rifletteva sugli spazi di dialogo tra credenti nell’attività politica dopo la fine della Dc. Dal suo lavoro aveva imparato il valore della mediazione a partire dalle questioni concrete, che incidono sulla vita della gente. Dalla sua fede, l’attenzione alla persona a 360 gradi, soprattutto quando è più fragile e vulnerabile.
Piacenza dà l’addio al sindaco che l’ha traghettata nel nuovo Millennio. Si è spento il 7 dicembre Gianguido Guidotti. Piacentino doc (era nato il 15 gennaio 1937 in largo Battisti), lascia la moglie Piera Stradiotti - storica figura del volontariato vincenziano cittadino - e i tre figli Marco, Elena e Alessandro, anche loro avvocati, che portano avanti lo studio legale di famiglia da quando, nel 1998, Guidotti padre venne eletto sindaco del capoluogo.
Una professionalità al servizio della comunità
Non era il suo primo incarico a servizio della collettività: era stato vicepretore a Bettola, presidente del Pensionato Vittorio Emanuele II e primo difensore civico del Comune di Piacenza. Eletto come “indipendente di centrodestra” a capo di una lista civica, l’avvocato Guidotti è rimasto in carica per l’intero mandato (che a quel tempo durava quattro anni) dal 7 giugno 1998 all’11 giugno 2002.
La sua professionalità l’ha messa a disposizione anche della Chiesa piacentina: ha rivestito l’incarico di vicepresidente dell’Istituto Sostentamento Clero dalla nascita, nel 1984, dimettendosi quando venne eletto sindaco; consigliere dell’Opera diocesana per la preservazione della fede e consigliere dell’Opera Pia Alberoni. Ha inoltre guidato la sezione piacentina dell’UGCI, l’Unione Giuristi Cattolici Italiani.
Nato, cresciuto e vissuto all’ombra di S. Francesco
L’avvocato Guidotti è nato, cresciuto e vissuto all’ombra del campanile di San Francesco e, finché la malattia lo ha concesso, ha continuato a rendersi disponibile nel Consiglio pastorale. “Una vita rivolta agli altri”, la riassumono i tre figli, che nel padre rivedono alcuni tratti della spiritualità francescana che ha respirato sin da bambino. “La mitezza, che non significa debolezza o resa sul piano delle convinzioni, specie quando si trattava di fede”. Anche nella malattia - l’avvocato Guidotti da vent’anni faceva i conti con i limiti imposti dal Parkinson - mai un lamento, ma grande accettazione, alla luce della fede e supportata dalla preghiera, trasmessa con i fatti prima che con le parole.
L’altro tratto distintivo è l’apertura al dialogo con tutti. “Ha sempre portato avanti le sue idee, era convinto che non bisognasse scendere a compromessi con la propria fede. Però sapeva ascoltare tutti e amava fermarsi a chiacchierare con la gente, anche con l’edicolante quando andava a prendere il giornale”.
B. Sar.
Pubblicato il 7 dicembre 2024
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