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La Festa delle Genti: un festival di colori

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“Questa assemblea è un festival di colori”: ha detto il vescovo mons. Adriano Cevolotto nella Festa delle Genti celebrata, il 6 gennaio in cattedrale a Piacenza, durante la solennità dell'Epifania. La liturgia, coordinata dai padri scalabriniani, ha rappresentato un momento di importante comunione ecclesiale. La liturgia, resa ancora più suggestiva dai canti del coro multietnico di San Carlo, ha visto la partecipazione delle parrocchie del centro città insieme alla Missione cattolica Migranti, guidata da padre Salvatore Mazzitelli. Questa missione accoglie diverse provenienze etniche tra cui latinoamericani, filippini, srilankesi, africani, ucraini ed altre nazionalità. Durante la celebrazione vi è stato il solenne annuncio della data della prossima Pasqua e le principali celebrazioni dell'anno liturgico.

La ricerca dei Magi

Nell'omelia mons. Adriano Cevolotto, ha messo in risalto il tema della ricerca interiore di ogni individuo, che è quella rappresentata dai Magi che seguono la stella per trovare e adorare il bambino Gesù. Questi saggi uomini simboleggiano la curiosità, il coraggio e il desiderio di incontrare, mettendosi in viaggio senza conoscere la meta precisa.

“I Magi portano una domanda - ha detto il Vescovo - che nessuno a Gerusalemme sembra si sia fatta”. La venuta dei Magi - per il presule - deve essere ciò che si vive anche nel nostro territorio.

“Allora possiamo veramente capire e comprendere - ha sottolineato mons. Cevolotto - come chi arriva tra noi, chi è già arrivato tra noi, giunga con domande e con tesori tra le mani che ci sono necessari.

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Capire il fenomeno migratorio

Potremmo risolvere il fenomeno migratorio - ha continuato il presule - come una ricerca di condizioni migliori di vita, una ricerca di dignità che i paesi da cui provengono i nostri fratelli e sorelle non possono garantire. E se invece ci fosse - ha rimarcato il Vescovo -, in questo bisogno, la strada che il Signore sta percorrendo per smuovere le nostre presunzioni, per smuovere la nostra indolenza nel raccogliere i suoi inviti? Ci sta davanti agli occhi - ha aggiunto - il dato statistico della percentuale di bambini e ragazzi che frequentano le nostre scuole qui a Piacenza e in provincia. Sono numeri importanti, sono segni di un fenomeno consistente, segni cioè di una presenza in mezzo a noi di persone che giungono da altri paesi, da altre culture. E come rischiamo di vivere questo fenomeno? Come un impedimento a mantenere livelli qualitativi per l'insegnamento e l'apprendimento? Non potrebbe essere proprio un'opportunità da sfruttare piuttosto che un pericolo da cui allontanarsi? Ormai credo ci sia la consapevolezza - ha affermato mons. Cevolotto - che questo fenomeno sta mutando il modello scolastico e deve farlo proprio a partire dalla realtà, e non da un progetto che corrisponde ad altri tempi e ad altre condizioni.

La logica del dono

Ma pensiamo - ha evidenziato il Vescovo Adriano - anche alle nostre esperienze di fede, alla nostra vita ecclesiale. Riconoscerci reciprocamente portatori di una tradizione di fede che ci completa può essere un'occasione, un'opportunità preziosa per tutti. Cioè convertirci gli uni verso gli altri alla logica del dono”. La conversione alla logica del dono infatti - secondo il vescovo - implica la consapevolezza che siamo chiamati a offrire e ricevere, a condividere e ad essere parte di una comunità più ampia. Il vescovo ha concluso l’omelia esortando i fedeli a essere veri testimoni della fede nel proprio contesto locale e ad essere portatori dell'annuncio della fraternità universale tra gli esseri umani come figli di Dio.

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Gesti significativi

Al momento dell’offertorio molto significativa è stata la danza di presentazione dei doni, fatta dalle suore indiane Orsoline, che ha dato un tocco di vivacità alla celebrazione. Al termine della messa, padre Mario Toffari, direttore dell'Ufficio Migrantes, ha espresso gratitudine al Vescovo e a tutti i presenti per la partecipazione e la comunione con i migranti.
Infine mons. Cevolotto ha invitato tutti i bambini presenti ad avvicinarsi all'altare per ricevere la benedizione finale, simboleggiando così l'importanza di accogliere e proteggere i più piccoli, segno di speranza e di futuro.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 7 gennaio 2025



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