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Il Vescovo ai migranti: scoprirsi un unico fiume

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“Questo incontro potrebbe essere l'occasione proprio per dirci cosa possiamo fare per aiutarci ad affrontare questo nostro tempo”: sono alcune delle parole pronunciate dal vescovo, mons. Adriano Cevolotto, nella riunione con i migranti piacentini, inserita nella Visita Pastorale, svoltasi il 12 gennaio nella Casa Madre dei Missionari Scalabriniani in via Torta. Nella convention, introdotta da padre Salvatore Mazzitelli, responsabile della Missione cattolica Migranti di Piacenza, e dal diacono Giuseppe Chiodareli, vicedirettore dell’Ufficio Migrantes, padre Mario Toffari, direttore di Migrantes, ha presentato i dati statistici delle presenze di stranieri in Italia e a Piacenza. È seguito un video con le diverse testimonianze e domande al Vescovo, da parte di emigrati di diverse provenienze.

Un dono reciproco

Ha preso poi la parola mons. Cevolotto che ha descritto l'incontro con i migranti come un dono reciproco e uno scambio di culture. Ha utilizzato l'immagine di due fiumi del Brasile, Rio Negro e Rio Solimões, che scorrono fianco a fianco senza mescolarsi per illustrare come le diverse culture possano convivere e alla fine integrarsi in un'unica realtà. E ha detto: “A Manaus si forma il Rio delle Amazzoni, per 6 km le acque scure del Rio Negro scorrono fianco a fianco con quelle gialle e calde del Rio Solimões senza mescolarsi, uno è nero, lo dice anche il nome, a causa delle delle alghe, e l'altro invece è più marrone, sporco di terra. La cosa particolare è che questi due fiumi hanno, oltre al colore diverso, anche temperature diverse. Si incontrano, si vede benissimo in aereo, si nota che si affiancano e c'è come una specie di muro di divisorio tra i due fiumi che vanno avanti così per chilometri, finché a un certo momento le temperature si uniscono e diventa un solo grande fiume. È un'immagine bellissima ed efficacissima - ha sottolineato il vescovo - per dire che cosa può accadere quando ci si incontra: c'è un tempo nel quale ci si affianca, forse anche con un po' di sospetto, e poi, un po' alla volta, ci si scopre in fondo un unico grande fiume”.

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Una identità in evoluzione

Il vescovo ha inoltre messo in risalto che l'identità non è statica, ma in continua evoluzione e che bisogna abbracciare il cambiamento e imparare dagli altri per crescere. “È importante - sintetizziamo le parole di mons. Cevolotto - accogliere e integrare i migranti nella comunità, riconoscendo che la diversità arricchisce la società e che, attraverso il dialogo e l'inclusione, si possono costruire ponti tra culture diverse, e la Chiesa deve essere attenta alle necessità di tutti, indipendentemente dall'origine, per lavorare insieme, creando un futuro comune”. Il Vescovo ha poi, rivolgendosi ai migranti, evidenziato l'importanza di accogliere e condividere le diverse tradizioni, lingue e culture presenti a Piacenza. “La presenza dei migranti - ha detto - sta contribuendo a costruire il volto della Chiesa locale, offrendo una visione più ampia e arricchita della comunità e il cambiamento in atto nel mondo e nella chiesa richiede un approccio aperto e inclusivo alla diversità culturale e religiosa”.

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Affrontare insieme le sfide di oggi

L'invito è di mons. Cevolotto è stato quello di collaborare per affrontare insieme le sfide del tempo presente, come la trasmissione della fede alle nuove generazioni e il sostegno agli studenti migranti desiderosi di perseguire studi universitari. Rimarcando il significato dell'accoglienza e della solidarietà, ha incoraggiato a creare uno spazio caldo e inclusivo per chi si sente nuovo o estraneo. In conclusione, ha auspicato un impegno concreto e collaborativo per affrontare insieme le sfide del presente e creare un futuro promettente per tutti.                                                    

Riccardo Tonna

Nelle foto, l'incontro del Vescovo con i migranti nella sede della Casa Madre degli Scalabriniani.

Pubblicato il 14 gennaio 2025

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