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Il grande messaggio di Santa Rita

rita


“La santità è la forza che fa accadere ciò che sembra impossibile”: sono le parole di mons. Adriano Cevolotto, pronunciate nel Santuario di Santa Rita a Piacenza, il 16 marzo, con cui ha accolto la famiglia agostiniana di Santa Rita di Cascia, guidata da Padre Giustino Casciano, rettore della basilica, insieme al parroco di Cascia, don Davide Travagli, e ai rappresentanti dell’amministrazione comunale, con il sindaco Mario De Carolis e i membri del "Comitato Cascia per Santa Rita".

Una celebrazione carica di emozioni

L’evento ha segnato l’inizio ufficiale del gemellaggio tra le città di Cascia e Piacenza, due luoghi uniti dalla venerazione per Santa Rita, la santa delle cause impossibili. L’atmosfera era carica di emozioni, come sottolineato, all'inizio della liturgia, da Padre Jarbson Batista, rettore del Santuario piacentino, che ha accolto calorosamente tutti i partecipanti, evidenziando l’impegno profuso nella realizzazione di questa celebrazione significativa. Subito dopo, padre Giustino Casciano ha fatto dono al santuario di Piacenza del messale agostiniano e di una reliquia della Santa, proveniente dal monastero di clausura delle agostiniane di Santa Rita. Il dono è stato accompagnato dal messaggio di affetto e benedizione della madre badessa, suor Maria Grazia Cossu.

La santità ha un valore politico

Nell’omelia, mons. Cevolotto, dopo aver commentato l’episodio della trasfigurazione di Gesù, si è soffermato sulla figura di Santa Rita. “Non può che sorprendere - ha detto nell’omelia mons. Cevolotto - come in santa Rita il Vangelo e la sua potenza abbiano trasfigurato la sua persona e che, attraverso di lei, l'azione di Dio continui a raggiungere tante persone in ogni parte del mondo. La grandezza di Rita - ha aggiunto - è di aver fatto più affidamento in Dio che nelle sue forze, rendendo possibile l'impossibile”. Sottolineando poi il valore civico del gemellaggio tra Cascia e Piacenza, mons. Cevolotto ha evidenziato come la santità ha un valore politico: “Riguarda - ha spiegato - non solo l'interiorità delle persone, ma la convivenza civile e le relazioni”.

fiaccola

La scelta del perdono e della pace

Guardando poi all’esempio di vita di Santa Rita, il vescovo ha rimarcato come essa ha patito le conseguenze della violenza su di lei e sulla sua famiglia, ma che ha operato per interrompere questa spirale. “Il grande di messaggio di Rita - ha affermato mons. Cevolotto – è che la violenza procura sempre violenza, la richiama, quasi la esige, ma ci deve essere qualcosa che la interrompa. Allora la nostra città di Piacenza, che ha scelto con la sua amministrazione di associarsi a Cascia, come città del perdono e della pace, fa una scelta importante per sostenere le sue decisioni. Ci affidiamo a Santa Rita, - ha concluso il presule - perché tra noi e in noi cresca la sua stessa determinazione di credere nel perdono e nella pace”.


L’accensione della Fiaccola

Al termine della liturgia, si è svolto il significativo rito dell'accensione della Fiaccola della Pace e del Perdono. Questa fiaccola, portata davanti al vescovo da Katia Tarasconi, sindaco di Piacenza, e da Mario De Carolis, sindaco di Cascia, rappresenta quindi, oltre che un simbolo di luce, un impegno condiviso verso valori di pace e riconciliazione. La fiaccola rimarrà accesa nel santuario di Piacenza fino al 20 maggio, quando sarà portata a Cascia, da una delegazione piacentina, in occasione della solennità di Santa Rita.

Riccardo Tonna

Nelle foto, la celebrazione con il Vescovo nel santuario di Santa Rita.

ubblicato il 17 marzo 2025

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