Cardinale Baggio: avere cura degli abitanti delle periferie esistenziali del nostro tempo
“Migranti, rifugiati, sfollati e vittime della tratta che se da una parte ci ricordano il nostro essere itineranti in questo mondo, dall'altra ci offrono l'opportunità di mettere in pratica la carità”: sono le parole del cardinale Fabio Baggio, scalabriniano e sottosegretario del Dicastero vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che ha presieduto, il 4 giugno, nella cattedrale di Piacenza, la solenne celebrazione in onore di San Giovanni Battista Scalabrini, vescovo e fondatore della Congregazione dei Missionari di San Carlo per i migranti. Una festa sentita e partecipata, che ha richiamato le autorità civili e militari della città, insieme a numerosi fedeli.
A introdurre la celebrazione è stato il vescovo di Piacenza-Bobbio, mons. Adriano Cevolotto, che ha ringraziato il cardinale per avere accetto il suo invito a venire a Piacenza, ed ha tracciato un profilo spirituale e pastorale di San Scalabrini, ricordandolo non solo come l’instancabile apostolo dei migranti, ma anche come un pastore profondamente legato alla sua diocesi, evidenziando come quest’anno ricorre il 150° anniversario della sua elezione a vescovo di Piacenza.
Scalabrini come il Buon Samaritano
Nel corso dell’omelia, il cardinale Baggio ha invitato i presenti a guardare a San Scalabrini come a un modello di attenzione evangelica verso gli ultimi e gli emarginati. “Essi - ha detto - ci offrono l'occasione di incontrare personalmente Gesù Cristo, il figlio di Dio che viene ancora umiliato, ferito, crocifisso e ucciso nelle rotte migratorie del terzo millennio…
Nella sua diocesi piacentina, - ha aggiunto Baggio - così come nelle Americhe, la sollecitudine pastorale di Scalabrini verso i poveri, gli ammalati, gli orfani, le mondine e i migranti gli ha permesso di incontrare ed amare Cristo, affamato, infermo, discriminato, sfruttato ed emarginato… Come il buon samaritano, ha saputo coinvolgere altri fratelli e sorelle nell'azione caritativa, affidando responsabilità specifiche a religiosi e laici, fondando nuove congregazioni missionarie e ispirando associazioni di volontariato.
La sua opera e il suo esempio - ha affermato il cardinale - ci è di grande ispirazione oggi, un tempo in cui la Chiesa è chiamata a rispondere ad un'altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell'intelligenza artificiale che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro”.
Un santo attento ai segni dei tempi
La celebrazione, sostenuta dai canti del coro multietnico di San Carlo, e concelebrata dai missionari scalabriniani giunti da tutto il mondo, si è conclusa con un momento di preghiera davanti alla tomba di San Scalabrini, custodita proprio nella Cattedrale. Un gesto semplice ma ricco di significato, a suggello di una festa che rinnova nella città e nella diocesi la memoria viva di un santo che ha saputo coniugare fede, carità e attenzione ai segni dei tempi.
Riccardo Tonna
Nelle foto, la celebrazione in Cattedrale e il cardinal Baggio con il Prefetto di Piacenza.
Pubblicato il 6 giugno 2025
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