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Cives: «I cittadini hanno bisogno di un’informazione pulita»

Gli studenti che hanno partecipato al corso insieme ai relatori a cives

“I piacentini sembrano compiacersi di una narrazione della città a tinte grigie. Dovremmo invece essere più consapevoli delle risorse e delle opportunità che abbiamo, emergerebbe un ritratto diverso in primis ai nostri occhi e poi agli occhi degli altri”. Sono le parole del vescovo mons. Adriano Cevolotto, intervenuto durante l’incontro “Cives parla alla Civitas”, ultima serata del corso di formazione civica dell’Università Cattolica, in collaborazione con la diocesi di Piacenza-Bobbio e la Fondazione di Piacenza e Vigevano, che quest’anno si è concentrato sul tema dell’informazione col claim “È la stampa, bellezza”. Relatori della serata, oltre a mons. Cevolotto, sono stati il vicesindaco di Piacenza, Matteo Bongiorni, e il direttore del quotidiano “Libertà”, Gian Luca Rocco, che hanno risposto alle sollecitazioni degli studenti della facoltà di Economia e Giurisprudenza, che hanno riassunto i contenuti delle serate precedenti del corso e ne hanno tratto alcuni spunti di riflessione per la città, e alle domande delle coordinatrici di “Cives” Angela Fugazza e Sara Groppi.

Percezione e realtà
La percezione dei cittadini è un fenomeno su cui l’amministrazione comunale, specialmente negli ultimi mesi, torna spesso. Se n’è parlato anche nei giorni scorsi, alla presentazione della proposta di Piano urbanistico generale assunta dalla Giunta, con la sindaca Tarasconi e l’assessora Fantini che hanno sottolineato come a volte ciò che il cittadino percepisce è un’idea distante dalla realtà, ma non per questo da trascurare. All’ultima serata di Cives, che si è tenuta venerdì 7 marzo nella Sala Piana dell’ateneo di via Emilia Parmense a Piacenza, è intervenuto il vicesindaco di Piacenza, Matteo Bongiorni, che ha ripreso il concetto della percezione riguardo alle migrazioni e alla questione Piazza Cittadella. “Riguardo alle migrazioni, spesso ci si accanisce su un’informazione che genera una percezione non reale”, ha detto. E poi, “si parla del cantiere di Piazza Cittadella anche quando non c’è alcuna notizia”.

Gian Luca Rocco Matteo Bongiorni Adriano Cevolotto Angela Fugazza Sara Groppi

“Il quotidiano garantisce un’informazione profonda”
Il terzo relatore, il direttore del quotidiano “Libertà” Gian Luca Rocco, ha sottolineato come “spesso siamo bombardati da notizie e non sappiamo orientarci”. “I media tradizionali hanno grandi responsabilità nella crisi dell'informazione, ma anche la possibilità di sopravvivere svolgendo appieno il loro ruolo. Anche il tanto vituperato quotidiano, che garantisce un’informazione più profonda di qualsiasi altro mezzo. Perché quando le notizie arrivano, vengono verificate e lavorate durante tutta una giornata, e approfondite con una serie di telefonate. Ogni giorno, fra quotidiano, tv, sito e social network, il gruppo Libertà raggiunge il 95% dei cittadini della provincia di Piacenza”.

Comunicare di persona
I mezzi d’informazione stanno cambiando: la crisi della carta stampata è confermata dai numeri delle copie distribuite, anche se i giornali continuano a offrire un’informazione approfondita e a godere di un certo prestigio. “La demolizione dei mezzi tradizionali non mi ha ancora colpito - ha ammesso il vicesindaco Bongiorni -: mi piace sfogliare il giornale al mattino, guardo il telegiornale e ascolto la radio. Da quando ho assunto quest’incarico pro tempore ho abbandonato i social, per sopravvivenza. È un impegno che richiede tempo e attenzione, anche se cerco di rispettare il lavoro dell’informazione, perché viviamo l’uno del lavoro degli altri. È importante dividere l’informazione istituzionale dalla comunicazione e dalla propaganda: la stampa deve fare attenzione a comunicare l’intenzione oltre che il messaggio. Le persone hanno bisogno di capire e informarsi nel modo più pulito e trasparente possibile: è un impegno per noi e per i giornalisti”. Nel suo mandato, Bongiorni ha sempre preferito una comunicazione basata sull’incontro. “Con i cittadini va intrecciato un confronto che porti a una mediazione. L’efficacia che si ha dal vivo è molto più alta di qualsiasi scambio da remoto, perché mette in relazione fisica con un’altra persona. Quando è necessario, anch’io faccio comunicati stampa per trasmettere un contenuto quanto più chiaro e pulito possibile”.

Come comunica la Chiesa
La comunicazione è un tema cruciale per la Chiesa, che si interroga in particolare su come raggiungere le nuove generazioni. “Molte parrocchie e comunità pastorali hanno dei mezzi di comunicazione – ha ricordato il Vescovo –; come diocesi abbiamo un settimanale (Il nuovo giornale, nda) e un Servizio multimedia per la pastorale. Oggi la comunicazione tende ad essere semplificata, l’obiettivo dev’essere suscitare interesse, dubbi, ricerche. Siamo chiamati a chiedere alle nuove generazioni di aiutarci a comunicare”.

Il pubblico in sala a cives

Razionalizzare le paure
Gian Luca Rocco ha lavorato per vent’anni a Mediaset, occupandosi del sito di Tgcom24 e poi del “dietro le quinte” dei telegiornali di Rete4 e Italia1. “Mi sono accorto che Libertà può influire direttamente sulla vita delle persone. La mia redazione ha una conoscenza incredibile della città. Il giornalista deve decodificare le notizie e trasformarle in informazione, dopo aver accertato che siano di pubblica utilità. E deve razionalizzare le paure delle persone, è un compito importante sul piano professionale”.


Francesco Petronzio

Nelle foto: i relatori durante il loro intervento e insieme ai corsisti di Cives all'Università Cattolica.

Pubblicato l'8 marzo 2025

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