Tutor, 27 nuovi minori stranieri ai corsi di edilizia e meccanica: in arrivo altri fondi regionali
Formazione e lavoro per i minori stranieri non accompagnati: la Regione Emilia-Romagna crede nei percorsi della scuola Tutor di Piacenza e annuncia che saranno presto stanziati nuovi fondi per creare le prossime edizioni. Quella in corso è la terza edizione dei percorsi edile e metalmeccanico, che vedono la partecipazione totale di 69 minori non accompagnati, di cui 27 iscritti quest’anno. Nella mattinata del 21 marzo nella sede di Tutor, l’agenzia formativa dei Comuni di Piacenza e Fiorenzuola accreditata alla Regione per la gestione dei corsi finanziati, sono stati presentati i risultati del programma di formazione. A illustrare i dettagli dei percorsi, il direttore della scuola, Mirco Potami, e il presidente, Andrea Capellini, insieme al presidente della Scuola edile, Matteo Raffi. Tra i relatori anche il prefetto di Piacenza, Paolo Ponta, e il vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Vincenzo Colla.
Le istituzioni: ampliare le opportunità
Alla presentazione hanno partecipato, oltre ai ragazzi coinvolti nei corsi professionali, anche il consigliere regionale Luca Quintavalla (Pd), gli assessori comunali all’inclusione sociale, Nicoletta Corvi, e alle politiche giovanili, università e ricerca, Francesco Brianzi, il direttore della Cassa edile di Piacenza e sindaco di Vernasca, Gian Luigi Molinari e i rappresentanti delle aziende e delle istituzioni che hanno collaborato al progetto. Le istituzioni presenti hanno ribadito l’impegno a sostenere e potenziare l’iniziativa, con l’obiettivo di ampliare le opportunità per un numero sempre maggiore di giovani. Il progetto prevede principalmente corsi legati alla meccanica e all’edilizia, contribuendo in maniera concreta all’integrazione sociale e lavorativa dei minori stranieri non accompagnati.
Sempre più iscritti
Il progetto, giunto alla sua terza edizione, ha visto la partecipazione di 69 giovani, con un numero crescente di iscritti: 16 nella prima edizione, 26 nella seconda e 27 nella terza, ancora in corso. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra diversi enti locali e realtà territoriali, tra cui il Comune di Piacenza, i Comuni dell’Unione Alta Val d’Arda e Asp Azalea, con il supporto di Tutor Scarl, capofila del progetto, e l’ente scuola per la formazione professionale delle maestranze edili della Provincia di Piacenza. Anche Ance Piacenza, il Comune di Fiorenzuola d’Arda e varie aziende dei settori edile e metalmeccanico hanno dato il loro contributo.
Colla: “Qui si gioca la partita della dispersione scolastica e dell’integrazione”
“In questi istituti emerge la multiculturalità – ha commentato Vincenzo Colla, che tra le altre ha la delega alla Formazione professionale –, la capacità di ragazzi e ragazze di imparare a svolgere un lavoro, ma soprattutto di avere una propria autonomia, una propria conoscenza e intelligenza. È anche in questi luoghi che si gioca la partita della dispersione scolastica e dell’integrazione: con questi nuovi corsi, abbiamo la possibilità di incrociare un rapporto di lavoro con l’edilizia e con le associazioni imprenditoriali che lavorano con il settore pubblico. Se non li accompagniamo, questi ragazzi rischiano di finire in mano a dei farabutti. La coesione sociale, di cui qui si gioca un pezzo importante, è un patrimonio democratico”.
Corvi: “Un futuro da lavoratori e magari da cittadini italiani”
“In questi anni – ha osservato Nicoletta Corvi – abbiamo inserito diversi ragazzi, minori stranieri non accompagnati, in percorsi professionalizzanti allo scopo di consentire loro di sviluppare capacità e di avere quindi un bagaglio di conoscenze e di capacità legate al mondo del lavoro. Oltre al percorso educativo di accompagnamento, questa è un’occasione per dare loro degli strumenti. Il primo, fondamentale, è la lingua italiana; poi, le competenze e le conoscenze professionalizzanti. Lo scopo ultimo è che possano costruirsi poi un futuro da lavoratori, e magari da cittadini italiani, nella prospettiva di permanenza nella nostra città o comunque nel nostro paese”.
Ponta: “Si forma personale specializzato, utile nel mondo del lavoro”
“È un’iniziativa eccellente – ha detto il prefetto Paolo Ponta – perché dà la possibilità ai minori stranieri non accompagnati, che sono in una situazione di vulnerabilità, di spendere al meglio le proprie capacità professionali. Forma un personale specializzato e qualificato che domani potrà essere utile sia nel paese d’origine sia in Italia o in Europa, e recupera delle professionalità che altrimenti andrebbero perdute. È una logica vincente su tutti gli aspetti”.
Capellini: “Integrazione attraverso lavoro e formazione”
“Andiamo a concretizzare e a ribadire come una forma di integrazione possa essere costituita in maniera primaria attraverso il lavoro, l’istruzione, la formazione qualificati – ha spiegato il presidente di Tutor, Andrea Capellini – quindi, una forma di inclusione socio-lavorativa. Noi ci occupiamo, come soggetto capofila, di tutte le ore che riguardano il percorso di orientamento e quelli di professionalizzazione e, successivamente, li accompagniamo anche nell’ingresso nel mercato del lavoro”.
I numeri del progetto
L’incontro ha permesso di evidenziare i risultati ottenuti finora e di sottolineare l’importanza di un approccio integrato che favorisca l’autonomia dei giovani coinvolti. Il 53% si è inserito nel sistema di istruzione (il 17% proseguendo gli studi) e nel mercato del lavoro (il 36% lavora già). Si è discusso del significativo incremento della partecipazione, con una prevalenza di ragazzi provenienti dall’Egitto (dal 44% della prima edizione al 70% della terza), oltre che da Albania, Costa d’Avorio, Pakistan, Tunisia, Burkina Faso, Gambia, Guinea e Senegal. Grazie alla collaborazione tra enti pubblici e imprese, il programma non solo offre formazione, ma facilita l’inserimento lavorativo, contribuendo a ridurre il rischio di marginalizzazione sociale.
L’esperienza di Mahmoud
Alla presentazione erano presenti anche i ragazzi che in questi tre anni hanno partecipato alla formazione offerta da Tutor. Alcuni di loro, terminato il percorso professionalizzante nel campo dell’edilizia e della meccanica, hanno già trovato un’occupazione. Mahmoud Sultan, 19 anni, racconta di aver frequentato il percorso edile l’anno scorso e di aver iniziato poi uno stage in un’impresa edile di Piacenza, dove ora svolge un tirocinio come operaio.
Francesco Petronzio
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