Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Luigi Bertuzzi, democristiano e montanaro orgoglioso

 bertuzzi Bobbio120 pagani

E' morto a 86 anni Luigi Bertuzzi, storico sindaco di Coli ed esponente piacentino della Democrazia Cristiana. Ha guidato il Comune dell’Alta Valtrebbia per 33 anni, in diversi mandati, dal 1976 fino all’ultima esperienza, nel 2009. Di professione insegnante alle scuole magistrali, ha dedicato la sua vita alla politica locale, con un'attenzione particolare all'Alta Valtrebbia e alla montagna. Da tempo era ospite in una casa di riposo della vallata. La sua scomparsa genera un vasto cordoglio in tutta la vallata e nel mondo politico locale: Bertuzzi era una figura molto conosciuta, che negli ultimi anni aveva trovato rifugio, dopo la diaspora della vecchia Dc, nell’Udc. Nel corso del suo impegno è stato anche consigliere provinciale e presidente della comunità montana. “Sono un democristiano - disse in un’intervista all’indomani della sua ultima vittoria alle Comunali - e non c’è ragione per nasconderlo, anzi, ci sono al giorno d’oggi ancora più ragioni per esserlo più di prima”. “Chi usa il termine «democristiano» in senso spregiativo o come un insulto - aggiunse con orgoglio - significa che ha qualcosa lui da nascondere”. Bertuzzi si è sempre dichiarato un “politico cattolico”: “seguo la Dottrina sociale della Chiesa, e la trovo molto differente dalle dottrine che propongono destra e sinistra: preferisco restare al centro”.

Le “scuole di politica”

Negli ultimi anni del suo impegno pubblico più volte ha richiamato l’attenzione sulla necessità di garantire un percorso di formazione e conoscenza per i politici del futuro. “Per chi vuole fare il ministro, il parlamentare ma anche il sindaco del suo paese - spiegò proprio in una conversazione a “Il Nuovo Giornale” - è necessario partecipare alle scuole di politica, che ora non esistono più. Io frequentai quella della Democrazia Cristiana a Marina di Carrara: in cattedra c’era Nicola Pistelli (fondatore della rivista fiorentina «Democratica») e padre Ernesto Balducci”. Questa era la sua ricetta per formare la classe dirigente della politica locale e nazionale del domani. Più formazione, più scuola di partito, meno improvvisazione e più politici di professione: ovvero gente che fin da giovane dedica alla cosa pubblica anima e corpo. “Non essendoci più il lavoro dei partiti che assicuravano esperienza, conoscenze ed equilibrio - rifletteva Bertuzzi - la politica non è più una questione di idee, ma di carriere professionali e personali. Prima si stava all’interno di un partito con regole, canoni, comportamenti e schemi: oggi si va avanti per colpi e dichiarazioni ad effetto”.

Il senso della politica

Ai tempi della Dc la formazione di un politico era ben strutturata: scuole di politica, riviste, correnti. Oggi si fa politica più velocemente. “Non eravamo - fu l’analisi di Bertuzzi - più lenti: si faceva politica a partire dalla scuola politica della Dc, che io ho frequentato. E il Partito Comunista aveva la Scuola delle Frattocchie a Roma dove indottrinava i suoi amministratori e funzionari con idee diverse dalle nostre”. Bertuzzi fino a che ha potuto ha dispensato consigli ai colleghi amministratori. “È più complesso - ammetteva - amministratore in quest’epoca storica rispetto ai tempi della Dc. Gli enti locali e la burocrazia sono farraginosi, la vita istituzionale del 1976 era molto più semplice e semplificata. Ci vuole ancora più preparazione di allora per gestire la cosa pubblica”. Per lo storico sindaco di Coli il senso della politica era “una scelta di vita che, se non ha la ragione di tradurre un’idea in concreto, non ha senso. Io, ad esempio, mi definisco ancora oggi «democristiano», e c’è sempre qualcuno che mi fa notare che la Dc è morta. Allora rispondo: il partito non ci sarà più, ma le idee che portava avanti le condivido e le rappresento ancora”. 

Filippo Mulazzi

Nella foto, Luigi Bertuzzi.

Pubblicato il 5 giugno 2025

Ascolta l'audio

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente