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Permessi di soggiorno: «Una scarsa informazione porta gli stranieri a sbagliare, così si allungano i tempi»

migranti sir

Ricifari: «Oggi bastano due o tre mesi per ricevere il permesso, ritardi a causa dei documenti mancanti»

Le lunghe code all’esterno dell’Ufficio immigrazione di Torino hanno riempito le pagine dei quotidiani nelle scorse settimane. È un fenomeno che si verifica anche a Piacenza, fuori alla questura.
Dal 3 marzo la pratica si può avviare e seguire online.
Emanuele Ricifari, dirigente generale di pubblica sicurezza, al lavoro nello staff del capo della polizia a Roma, spiega che i ritardi dipendono da errori causati dalla scarsa informazione.
Ricifari lunedì 3 marzo alle ore 20 interviene a Piacenza, ospite del corso di formazione “Cives - È la stampa, bellezza”, all’Università Cattolica.

— I tempi per il rilascio del permesso di soggiorno spesso sono lunghi. Qual è la ragione e come si risolve il problema?

C’è alla base un problema di informazione che viene data al cittadino, specialmente quando questo si rivolge al parente che è già in Italia e non a uffici preposti, come i patronati.
Questo genera difetti di forma, documenti mancanti e altre problematiche che allungano i tempi.
Se al domicilio comunicato la persona non viene trovata dalle forze dell’ordine, questa è chiamata ad aggiornare i dati. Se invece si trasferisce in un’altra provincia, la pratica viene cancellata e ne va fatta una nuova da capo.
In realtà, i tempi di rilascio dei permessi di soggiorno si sono molto ridotti: se prima si ritirava già quasi scaduto, oggi bastano due o tre mesi.

— Qual è il criterio sulla durata dei permessi?

Dipende dalla ragione per cui viene rilasciato e dalla durata della ragione.
Il permesso per turismo scade dopo tre mesi, per motivi di salute vale il tempo ipotetico per la prestazione sanitaria (ma può essere rinnovato). Per motivi lavorativi dipende dalla durata del contratto e da altre condizioni: se è il primo o il secondo rinnovo, se si ha famiglia o una casa: il permesso può valere sei mesi, un anno, un anno e otto mesi, fino al “lungo soggiorno” che scade dopo cinque anni.

— C’è poi chi si rivolge a persone di dubbia affidabilità, resta irregolare e si ritrova a guadagnare due euro l’ora in nero...

Molti pensano sia un fenomeno presente solo in Campania o in Puglia. Ho fatto indagini per associazioni per delinquere a carico di imprenditori agricoli e industriali della filiera dell’agricoltura nel cuneese perché impiegavano decine di stranieri senza metterli in regola o dichiarando un orario inferiore. Non sempre c’entra la criminalità organizzata.

Francesco Petronzio

Pubblicato il 27 febbraio 2025

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