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Quel mare di ragazzi. La mia Gmg da casa

 

lettore


Da casa seguo con molta attenzione, gioia ed anche sana invidia questo mare di giovani che sta partecipando alla Giornata mondiale della gioventù di Lisbona. Un mare di ragazzi che, al posto di sballarsi, di fare le vacanze tra amici in cerca di divertimento alternativo, hanno scelto di partecipare alla Gmg. Un milione di giovani da tutto il mondo.


Non c’è bisogno di trasgressione

Senza la necessità di alcool, senza droga, senza la necessità del fisico splendente, senza la necessità di conquiste di corpi da prendere, senza la necessità dell’eccesso e della trasgressione. Un fiume di ragazzi splendenti, che cantano, ballano, pregano il rosario, partecipano alle messe, si accostano all’eucarestia, si conoscono, si innamorano, soffrono insieme scomodità di ogni tipo, s’interrogano sul senso della loro vita e della loro vocazione ossia se chiamati a dare la loro vita per una famiglia cristiana feconda che splenda nel grigiore o chiamati ad una vita consacrata a disposizione di figli nella fede… Tra i tanti cartelli bellissimi esposti, quello di una ragazza sorridente, mi ha più di tutti impressionato perché ha ripreso una frase che ha pronunciato il primo millennials passato agli onori degli altari, il beato Carlo Acutis che disse: “tutti nasciamo originali ma molti moriamo fotocopie”. È vero! Il cuore sta qui! Non lamentiamoci solo di questa nuova gioventù ma analizziamo: dov’è il problema?

I giovani non si sentono amati

Il problema è che i giovani di oggi non si sentono amati da nessuno! Rispetto a trent’anni fa la famiglia oramai è sgretolata, il ruolo genitoriale si è totalmente liquefatto da un idea distorta di progresso educativo che ha svilito i genitori rendendoli spesso schiavi di tanti despota, chiamati figli, con l’estrema necessità di compiacere per essere al passo con i tempi.  La sete di profitto ed il consumismo materialistico propinato dalla società ci ha resi tutti prodotti, numeri seriali e la tecnologia ci ha resi sempre più individui soli…. In questa disperazione di valori, i giovani si trovano senza più un senso e senza valori ai quali aggrapparsi, si vedono costretti ad essere inevitabilmente, disperatamente e necessariamente  “alternativi” per poter dire “amatemi”! Guardate che io esisto! Guardate che anch’io soffro… Per questo mi ipertatuo, per questo ho i capelli più particolari della terra, per questo cerco consenso sulle piattaforme digitali e divento influencer conquistando gente anche con prove che mettono a rischio la mia vita, per questo mi affanno a fare soldi (magari nella maniera più facile possibile) così posso comprarmi l’affetto di tutti… Tutto per dire: ci sono, ho desiderio di essere amato e di amare. Guardatemi, sono diventato così come voi volete. Io esisto.

Senza più il Cielo

Il risultato è che dopo un’apparente felicità, si sprofonda in una disperazione che genera un vortice di insoddisfazione perpetua priva di sentimenti veri e con l’amara realtà della solitudine alla quale non vi è altra soluzione dello sballo per anestetizzare la sofferenza di amore, il vuoto creato da questa esistenza che genera un solco di disperazione sempre più profonda.
Il mondo chiudendo il Cielo ci fa credere che la vita è questa, di prenderla di peso così com’è e non uscire dallo schema.
Ecco perché quella ragazza aveva un cartello rivoluzionario in mano. Sta dicendo: “No, non è come dite voi! Non sono drogata, non ho necessità di corpi, non devo sballarmi, non voglio vivere per i soldi e solo per il divertimento ma io merito di più e sono stata creata non per una vita mediocre, legata solo ed esclusivamente al mio «io». Io so di esistere e di essere amata veramente, perché Dio mi ama, perché Lui ha detto: «Io sono il tuo Dio». Il mio corpo è sacro, non lo svendo e non lo distruggo perché un giorno risorgerò con questo corpo e sarò in Cielo!”.

La vera alternativa alle fotocopie

Ecco questa è l’alternativa alle fotocopie. Ecco questa è la bellezza che salverà il mondo di cui parla Dostoevskij. Questa gioventù non è fatta di tante fotocopie ma di giovani in cerca di felicità, quella vera, totale, piena.
Quello che dico si dimostra vero perché il modello di società odierno non è capace di amare nessuno ma crea solo guerra, solitudine e divisioni al contrario
Invece della piazza di Lisbona piena di bandiere, dove palestinesi sono accanto ai fratelli dello Stato di Israele, dove ucraini e russi condividono la stessa piazza cantando e ballando, dove tutti sono felici perché ancor prima si sono sentiti amati da Dio. Felici perché amati, veramente e con verità. È vero ciò che disse l’amato e mai dimenticato San Giovanni Paolo II durante l’incontro del Giubileo 2000 ai giovani confluiti da tutto il mondo a Tor Vergata nel discorso che io ritengo la profezia più grande del XX secolo: “È lui che cercate quando avete desideri di felicità”. Alzatevi in piedi perché non sono fotocopie. Questa è la gioventù del Papa.

Mariano Aliberti

Pubblicato il 7 agosto 2023

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