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Nel primo trimestre cresce il commercio, trainato dalla grande distribuzione

Crescita commercio

Le vendite a prezzi correnti degli esercizi al dettaglio in sede fissa dell’Emilia-Romagna sono aumentate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e lo hanno fatto con un ritmo leggermente più sostenuto (+3,1%) rispetto a quello del trimestre precedente, certo però non corrispondente al passo dell’inflazione dei prezzi al consumo. In particolare, l’indice generale dei prezzi al consumo esclusi i beni energetici nel trimestre ha avuto un aumento del 6,1% in Emilia-Romagna. È quanto emerge dall’indagine congiunturale realizzata in collaborazione tra Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna relativa al primo trimestre 2023.
La diffusione della tendenza positiva in atto è testimoniata dal fatto che la quota delle imprese con vendite in aumento rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente sia salita di quasi cinque punti percentuali raggiungendo il 54,2%, un livello eccezionalmente elevato, senza precedenti. Al contrario, il peso delle imprese che hanno segnalato di avere avuto vendite inferiori a quelle dello stesso trimestre dello scorso anno si è ridotto e anche in misura ancora più ampia scendendo al 20,9%. Quindi, il saldo tra le quote delle imprese che hanno rilevato un aumento o quelle che hanno registrato una diminuzione tendenziale delle vendite è migliorato (di quasi undici punti) salendo a +33,2 punti, un valore assolutamente senza precedenti. Viceversa, il saldo dei giudizi relativi alle giacenze è peggiorato ridiscendendo a quota -9,9 al di sotto dei livelli prevalenti a fine 2019.

Complice anche l’effetto della stagionalità, le aspettative paiono essersi orientate in senso positivo. Da un lato, si è ridotta decisamente la quota percentuale delle imprese che si attendevano un peggioramento del fatturato nel corso del successivo trimestre (dal 30,2 al 14%); dall’altro, è aumentata rapidamente la quota delle imprese che prospettavano un miglioramento delle vendite (al 28,4 dall’11%). Si è quindi avuto un consistente recupero di quasi 34 punti del saldo risalito a +14,5 da -19,2 punti.
La pandemia e la ripresa inflazionistica hanno accentuato i processi di cambiamento che da anni caratterizzano il settore del commercio e i comportamenti dei consumatori. L’accelerazione del passo della crescita delle vendite nel corso del trimestre è stata sostenuta dallo specializzato non alimentare, ma soprattutto è stata trainata dal boom delle vendite di iper, supermercati e grandi magazzini, che hanno preso il volo spinte anche dalla ricerca di convenienza a fronte della discesa del potere d’acquisto determinata dall’inflazione. Le vendite del dettaglio specializzato alimentare sono aumentate solo dello 0,7% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, questo mentre i prezzi al consumo dei soli beni alimentari hanno fatto segnare un incremento tendenziale del 12,3% nei primi tre mesi 2023. Invece per lo specializzato non alimentare l’incremento è stato del 2,3%.

Tra le tipologie del dettaglio non alimentare prese in esame, le vendite di abbigliamento e accessori hanno nettamente invertito la recente tendenza negativa e sono decisamente aumentate rispetto allo stesso trimestre del 2022 (+6,9%). Al contrario, le vendite di prodotti per la casa ed elettrodomestici hanno subito una lieve flessione a inizio anno (-0,3%) rispetto allo stesso trimestre del 2022. Nell’insieme anche la ripresa tendenziale delle vendite di altri prodotti non alimentari è proseguita anche se con un passo leggermente più contenuto del trimestre precedente (+1%). Lasciando il dettaglio specializzato, sono stati Iper, super e grandi magazzini che hanno trainato la complessiva ripresa dei consumi nel primo trimestre 2023: ancora più decisamente che in passato hanno tratto vantaggio dalla maggiore attenzione dei consumatori verso la convenienza a fronte dell’accelerazione dell’inflazione e hanno fatto segnare una forte ripresa tendenziale delle vendite (+7,5%).

Pubblicato il 3 luglio 2023

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