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Tre concerti sotto le stelle per Summertime in Jazz

Aquino Guidi Vernasca copia

La rassegna Summertime in Jazz, organizzata dal Piacenza Jazz Club e giunta alla sua dodicesima edizione, prosegue con una serie di appuntamenti che valorizzano non solo la grande musica dal vivo, ma anche alcuni dei luoghi più belli e iconici del nostro territorio. La rassegna è resa possibile grazie al sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, del Ministero della Cultura, della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Piacenza, della Banca di Piacenza e di tutti i Comuni e le Pro Loco coinvolti, prosegue con una nuova settimana di appuntamenti di altissima qualità, che uniscono la bellezza dei paesaggi e dei borghi piacentini alla musica dal vivo. Il programma della settimana dal 29 luglio al 1° agosto è un invito all’ascolto, al sogno e alla partecipazione, tra swing, raffinatezza cantautorale e lirismo strumentale.

Swing sotto le stelle martedì 29 luglio ore 21.30 in Piazza Trento a Travo con i BELLE HISTOIRE. Si riprende da Travo con l’energia contagiosa di Belle Histoire, quintetto che si è già fatto apprezzare per l’eleganza con cui ripropone atmosfere vintage, capaci di trasformare ogni piazza in una sala da ballo a cielo aperto. Un viaggio musicale che abbraccia lo swing più classico e le rivisitazioni moderne, tra standard americani e brani dal sapore retrò, eseguiti con verve e passione dalla vocalist Federica Vino, affiancata da Gilberto Tarocco al sax, Claudio Pietrucci alla chitarra, Marco Mistrangelo al contrabbasso e Gianluca Fiorentino alla batteria. Una serata frizzante che invita a lasciarsi andare al ritmo della musica, immersi nella suggestiva cornice del centro storico di Travo.

Intimità e poesia in musica sarà l’atmosfera che si respirerà mercoledì 30 luglio ore 21.15 nel Borgo di Rivalta grazie al duo di Sergio Cammariere con Giovanna Famulari. Fondamentale in questo caso anche la rinnovata sinergia con il ValTidone Festival, che condivide lo stesso spirito di diffusione della cultura musicale nel territorio. Nel borgo di Rivalta, tra le mete più amate dai turisti e dai piacentini stessi per fascino e bellezza andrà in scena il raffinato duo composto da Sergio Cammariere, pianista, cantante e autore di fama nazionale, e la violoncellista Giovanna Famulari, sua storica compagna d’avventura musicale. Un concerto che unisce la poesia della parola cantata alla profondità del suono, in un repertorio che spazia tra brani originali e momenti di improvvisazione, sempre nel segno dell’emozione e della cura per ogni dettaglio sonoro. Una tappa imperdibile per gli amanti della musica d’autore e delle atmosfere intime.

Venerdì 1° agosto ore 21.30 all’Antica Pieve di Vernasca ci aspetta il duo composto da LUCA AQUINO e GIOVANNI GUIDI con il loro “Amore bello”. Chiude questo trittico un appuntamento che si preannuncia tra i più intensi e suggestivi dell’intera rassegna. Nella splendida Antica Pieve di Vernasca, luogo che già di per sé invita al raccoglimento e alla bellezza, si incontrano due protagonisti assoluti del jazz europeo contemporaneo: Luca Aquino, trombettista dalla sonorità inconfondibile, e Giovanni Guidi, tra i pianisti più lirici e creativi della sua generazione. Il progetto “Amore bello” è un dialogo continuo tra tromba e pianoforte, in cui ogni nota sembra nascere dal silenzio e aprire paesaggi emotivi inaspettati. Una narrazione musicale sospesa tra poesia, introspezione e libertà interpretativa, che rappresenta il cuore più profondo e meditativo di Summertime in Jazz.

Tutti i concerti di Summertime in Jazz sono a ingresso libero e senza prenotazione. Per il programma completo della rassegna e gli aggiornamenti: www.piacenzajazzclub.it. Tutte le info in tempo reale su www.summertimejazz.it oppure sui social, la pagina www.facebook/piacenzajazzfest o su Instagram con il profilo del Piacenza Jazz Club.

Nella foto, Luca Aquino e Giovanni Guidi tra i protagonisti del Summertime Jazz.

Pubblicato il 28 luglio 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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