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A Palazzo Farnese il 28 luglio serata benefica sulle note di Francesco De Gregori

Foto conferenza stampa

Lunedì 28 luglio a Palazzo Farnese l’Associazione piacentina malato oncologico (Amop) e la Fondazione Amop organizzano una serata benefica finalizzata a raccogliere fondi per finanziare le attività delle due associazioni, in collaborazione con il Comune di Piacenza e con il supporto di Fedro Cooperativa.  
La serata vedrà sul palco il gruppo piacentino “Quattro Amici al Bar” composto da Nicolò Scarabelli alla voce, Alessandro Caffarena alla chitarra, Vincenzo Mattiello alla batteria, Mario Scaletti alla chitarra e non solo. Alla “formazione base”, in questa occasione, si unirà anche Anna Freschi, violoncellista, anche lei piacentina, e sarà totalmente dedicata alla musica e ai testi del “principe” della canzone d’autore italiana, Francesco De Gregori. La serata comincerà alle ore 21, l’ingresso sarà a offerta libera. L’incasso sarà interamente devoluto per finanziare le attività di Amop e Fondazione Amop.

Proprio cinquant’anni fa (nel 1975), De Gregori, allora solo ventiquattrenne, pubblicava il suo album “Rimmel”, che, se non segnava il suo ingresso nel mondo della canzone d’autore italiana (già infatti aveva all’attivo successo come “Niente da Capire” o “Alice non lo sa” con cui nel 1973 De Gregori partecipò al Festivalbar), rappresentò sicuramente il momento della consacrazione del cantautore sia come autore dei testi (sempre profondi e capaci di rispecchiare la società italiana e la sua evoluzione) che delle musiche. Da allora i dischi e i successi si sono susseguiti insieme a una costante attività concertistica caratterizzata, fra l’altro, da una continua rivisitazione dei brani proposti nelle “scalette” di ogni tour.

Il concerto del gruppo piacentino, circa due ore di spettacolo, ripercorrerà la carriera di De Gregori presentando non solo i maggiori successi (come la donna cannone, sempre e per sempre, Pablo, il bandito ed il campione ….) ma anche proponendo canzoni, forse meno conosciute, ma non per questo meno significative (e belle). Naturalmente, non potrà mancare l’intera “Trilogia del Titanic”. Il gruppo proporrà arrangiamenti particolari di ogni brano inserito nella scaletta, costruiti sul “set” strumentale a disposizione della band, e in questo l’apporto di Anna Freschi e del suo violoncello sarà una nota originale anche per chi ha già assistito in passato allo spettacolo. “Sarà una bella serata – annuncia Romina Piergiorgi, presidente di Amop – sia per la finalità benefica importante, che per la qualità della musica proposta”.

Amop nasce nel settembre del 2002 con l’obiettivo di promuovere ricerche sui tumori, l’istituzione di borse di studio, studi, convegni, dibattiti, sperimentazioni in ambito oncologico e favorirne la diffusione in sede nazionale e internazionale. Nel 2023 l’Associazione crea la Fondazione Amop che concentra la propria attività più su obiettivi di natura “relazionale” con l’obiettivo di garantire una maggiore tutela del malato e dei familiari (per esempio, con riferimento ai i tempi di attesa per gli esami), ridurre i disagi che il malato e i familiari incontrano favorendo la diffusione della cultura del “prendersi cura” della persona malata, sostenendo interventi concreti di aiuto delle persone malate e dei famigliari/caregivers come visite domiciliari, formazione, supporto psicologico ma anche formazione e sensibilizzazione del personale medico e assistenziale che opera sia con i malati che con i loro familiari. Più recentemente ha contribuito con il collegio italiano primari oncologia medica ospedaliera (Cipomo), ad istituire la scuola nazionale di umanizzazione che ha sede nella nostra città.

Nella foto, la presentazione dell'evento benefico.

Pubblicato il 24 luglio 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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