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San Giorgio, il concerto di chitarra classica entusiasma il pubblico

chitarra

La sede del salone d’onore dello storico castello di San Giorgio Piacentino ha fatto da sfondo ad un Recital di Chitarra Classica tenuto dal concertista bergamasco maestro Giacomo Parimbelli nel pomeriggio di sabato 3 dicembre.
Concertista di fama nazionale, Parimbelli ha tenuto numerosi importanti concerti anche all’estero. Le gagliarde armonie generate dall’antico strumento a sei corde dalle dita del maestro si sono diffuse  grazie alla favorevole complicità ed ottimale riverbero acustico del salone castrense, creando un tono raccolto, intimistico e magico all’avvenimento artistico-poetico-musicale.

Il concertista ha esordito interpretando una raccolta per liuto (ma in questo caso opportunamente trascritta per chitarra classica dal musicologo novecentesco Oscar Chilesotti) comprendente sei antiche danze barocche: la prima era intitolata con un verso poetico, “Vaghe bellezze et bionde treccie d’oro vedi che per te ti moro”, di Anonimo dei XVI secolo, brillava per eleganza. Del compositore Cesare Negri (celebre più in Francia che in Italia) è stato eseguito il brano danzabile intitolato “Biancofiore”, a cui è seguita una vaghissima ed evocativa “Danza” in Mi minore. Dopo una Gagliarda in Re minore di Anonimo Cinquecentesco, è seguito un brano il cui titolo è generato dal primo verso di un madrigaletto amoroso cinquecentesco: “Se io m’accorgo”.
La composizione strumentale venne pubblicata a Venezia nel 1588, ma circuitava probabilmente in copie manoscritte già da parecchi decenni. In questo brano di avverte la caratteristica tecnica della “descentio” tonale, e dell’ improvviso mutamento di grado, propriamente rinascimentali. Il testo poetico abbinabile all’esecuzione strumentale (opportunamente letto al pubblico dal maestro Genesi) descrive forse una scena di gelosia amorosa. L’ultimo brano della silloge antica era del padre dello scienziato Galileo Galilei, il compositore e liutista Vincenzo Galilei, e si intitolata “Saltarello in Re maggiore”.
Sono stati di seguito eseguite composizioni del periodo neoclassico e proto-romantico, dai “Dieci Divertimenti” di Giacomo Monzino l’“Allegretto in Do Maggiore” nello stile della canzonetta, con un episodio centrale nella tonalità minore; “Allegretto in Sol maggiore” dal carattere marziale, ed il “Maestoso in Sol maggiore ” in tempo 12/8, solenne e celebrativo.
Quindi dai “Trentasei Capricci” di Legnani (- silloge paragonabile ai “Capricci” di Niccolò Paganini per il violino), è stato eseguito il primo in Do maggiore, in cui, secondo il dettami ed il gusto della tecnica compositiva ottocentesca, fanno capolino anche i cromatismi, ed il secondo, un “Andantino” in La maggiore in tempo 6/8 in cui si percepivano persino vaghi echi dello stile tastieristico di Domenico Scarlatti. Infine il concertista ha salutato gli astanti con un brano a sorpresa suggestivo di gusto quasi iberico e di epoca più ravvicinata alla modernità.

Nella prima parte della manifestazione il maestro Parimbelli ha, per così dire, “aperto il suo animo” presentando al pubblico la sua ultima silloge poetica edita nel 2022 dalle Edizioni Novecento intitolata “A Parte Le Parole”, fornendo contestualmente egli stesso al pubblico una “chiave interpretativa” ad una rappresentativa silloge delle proprie composizioni poetiche, dopo che alcune di queste erano state oggetto di un’espressiva ed efficace lettura, interpretata dall’attrice Katia Cassella.
Talvolta ermetiche, talvolta più diffusamente narrative, questi componimenti poetici evocano e richiamano situazioni, sensazioni, momenti e ritmi della quotidianità di tutti i i giorni, secondo la personale ed originale rilettura e nel vissuto dello stesso poeta, autore il mestro  Parimbelli.
L'attento pubblico presente in sala, ha potuto così usufruire di un “happening” pluri-sfaccettato, incontrando di fatto su più versanti ed “a tutto tondo” i risvolti di un artista, attraverso varie discipline artistiche.
L’esposizione fotografica ha presentato una carrellata di “myricae” e di “Nature morte” contemporanee, tratte da elementi naturali.

Il concertista è stato presentato da Mario Genesi (questa volta non in veste di organista o cembalista, ma di musicologo e presentatore), che ha anche fornito l’opportuna guida all’ascolto delle rare musiche eseguite dal Parimbelli con trasporto ed espressività.
Alla manifestazione erano presenti sia Letizia Ferraro, assessore alla Cultura del Comune sangiorgino, che la dinamica organizzatrice della manifestazione signora Silva. Infine nel salone d’onore è stata allestita ed aperta al pubblico una mostra di fotografia realizzata dai soci del Circolo fotografico “Reflex & Company”.

Nella foto, il maestro Parimbelli durante il concerto nel salone d'onore del castello di San Giorgio Piacentino.

Pubblicato il 5 dicembre 2022

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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