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«Amici per l'eternità»: il documentario sui Gen Alberto Michelotti e Carlo Grisolia

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"Amici per l’eternità: Alberto e Carlo": sarà disponibile dalle ore 21 di stasera, 18 agosto, sul canale You Tube di HM Televisione (https://youtu.be/bvLyAN7Rmxc) il documentario su Alberto Michelotti e Carlo Grisolia. Genovesi,  appartenevano ai “Gen”, i giovani del Movimento dei Focolari, fondato da Chiara Lubich. Coltivarono tra loro una preziosa amicizia, nata, come lo descrivono coloro che li conobbero, «dalla presenza di Gesù in mezzo a loro». Alberto e Carlo misero Dio al centro della loro vita per «farsi santi insieme». Volevano arrivare in Cielo, ma volevano arrivarci insieme, sostenendosi l’uno con l’altro, lottando insieme per essere fedeli a Dio e non cedere alla tentazione, sempre pronti per l’esame finale sull’amore e ad aiutare altri a fare lo stesso. Erano del tutto diversi. Alberto studiava ingegneria. Era intelligente e sportivo, estroverso e con stoffa da leader. Carlo, più giovane di due anni, studente di Scienze Agrarie, era un giovane introverso che riversava i suoi profondi sentimenti in canzoni che accompagnava con la chitarra.

La morte, imprevista in entrambi i casi, diede loro appuntamento a una distanza di quaranta giorni l’uno dall’altro nell’estate del 1980. Alberto aveva 22 anni quando ebbe un incidente mortale di montagna. Carlo non poté assistere al funerale dell’amico, perché quello stesso giorno veniva ricoverato d’urgenza, avendogli scoperto un cancro aggressivo. Il 25 settembre 2008 fu aperta la loro causa di beatificazione. Albertina, madre di Alberto, ricorda: «Alberto diceva: “Sai cos’è la cosa importante, mamma? Essere pronti, perché la vita appartiene a Dio”». Matilde ci parla di suo fratello Carlo e spiega: «Ha avuto momenti di buio, momenti duri, difficili, in cui lui non ha sentito Dio. Ma dopo è arrivata la luce. In quegli ultimi istanti Carlo ha detto: “Dite a tutti che sono contento di andare incontro a Gesù”».

Erano due giovani normali con uno straordinario rapporto con Gesù. La loro vita lasciò un’impronta profonda nei loro familiari e negli amici. Vari giovani del loro ambiente, dopo la morte di Carlo e Alberto, mossi dal loro esempio donarono la loro vita a Dio in forme diverse di consacrazione, e questi amici inseparabili continuano ad essere uno stimolo per molti altri per vivere la santità nel mondo.

Giustamente la Sacra Scrittura afferma: «Un amico fedele è rifugio sicuro: chi lo trova, trova un tesoro» (Sir 6, 14).

Pubblicato il 18 agosto 2022

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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