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Venerdì Piacentini, il festival che apre ai turisti le porte dell’Emilia

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Si tratta di uno dei pochi casi in cui una lunga coda di auto rende felice un intero comparto economico. Guardando i tanti turisti che dal casello autostradale attraversavano il ponte sul Po per raggiungere il centro storico di Piacenza, in tanti hanno finalmente sorriso. I Venerdì Piacentini sono il più importante festival di Piacenza, un evento studiato del 2011 dagli esperti di marketing e comunicazione dell’agenzia Blacklemon per portare un indotto economico al commercio locale. Per una città da 100.000 abitanti, i numeri di queste notti bianche sono straordinari: ogni venerdì si registrano circa 60.000 presenze che generano un indotto di quasi 2 milioni di euro a serata, distribuiti nel “centro commerciale naturale” della città emiliana al confine con la Lombardia.

Dopo 2 anni di stop dovuti alla pandemia, i Venerdì Piacentini sono ripartiti seppure con qualche difficoltà. Gli organizzatori non hanno potuto muoversi fino agli inizi di giugno, un po’ per i dubbi sulle restrizioni, un po’ per le elezioni amministrative che hanno congelato i rapporti con il Comune di Piacenza. “Di solito iniziamo a lavorare al festival in febbraio,” ha spiegato Nicola Bellotti, direttore artistico della manifestazione. “Questa volta abbiamo avuto 3 settimane per fare tutto. Trovare gli sponsor, dal momento che il festival si paga esclusivamente con espositori e partner privati, ingaggiare gli artisti, progettare un piano di sicurezza aggiornato e ripensare alla logistica”. Un’impresa apparentemente impossibile.

Eppure nelle prime 2 serate del festival la magia si è ripetuta. Un fiume di persone si è riversato nelle piazze e nelle vie dello shopping della città emiliana vestita a festa. Bar, ristoranti e chioschi dello street food sono stati in grado di accogliere in poche ore decine di migliaia di turisti e i negozi aperti fino a mezzanotte hanno reso ancora più bello il centro storico di una città che già di per sé è un gioiello da scoprire, e conserva il fascino di quando fu capitale del Ducato di Parma e Piacenza dai Farnese, durante il Rinascimento.

I Venerdì Piacentini funzionano e attirano turisti per un insieme di ragioni. Piacenza è una città lambita dal Po, al confine con la Lombardia, vicinissima a Milano, Lodi, Cremona, Pavia e Brescia, ma già in grado di offrire quel calore tipicamente emiliano che tanto piace ai lombardi perché sa di vacanza. Nelle strade del festival i turisti - accompagnati da decine di spettacoli musicali, sfilate, eventi sportivi, iniziative culturali e da numerose proposte gastronomiche, davvero per tutti i gusti – si sentono “in riviera”. Tanta gente arriva anche da Parma, Reggio-Emilia, Alessandria e Genova. “Piacenza ha la fortuna di essere una città facilmente raggiungibile”, ha spiegato Susanna Pasquali, di Blacklemon. “In un’ora è raggiungibile da Milano, Parma, Cremona, Brescia, Reggio-Emilia, Lodi, Pavia, Alessandria, un bacino di milioni di persone che si spostano volentieri il venerdì sera per una buona proposta gastronomica o di intrattenimento”.

Il 15 l'ultima serata

Venerdì 15 luglio si terrà la serata conclusiva dei Venerdì Piacentini, con un programma davvero ricco. In piazza Cavalli si terrà una grande festa dedicata al pugilato e alle arti marziali, con incontri e spettacolari dimostrazioni di tecniche; in piazza Duomo i maestri della Milestone School of Music si alterneranno sul palco in un concerto che durerà tutta la notte; in piazza Borgo si ricorderanno i moti di Stonewall con il ritorno di “Borgo Rainbow”, i dj set dal terrazzo e lo spettacolo di Drag Queen; lungo tutto il Corso Vittorio Emanuele II si alterneranno momenti di intrattenimento musicale e proposte gastronomiche; sul Pubblico Passeggio andrà in scena un concerto jazz; in via San Siro (oltre all’apertura notturna della mostra dedicata a Klimt alla galleria Ricci-Oddi) si tornerà indietro nel tempo con un dj set con i vinili, come una volta; la festa continuerà anche ai giardini Merluzzo, in via XX Settembre, in via Mazzini, in via Calzolai, in via Garibaldi e in tutte gli angoli del cuore antico della città, all’interno delle mura farnesiane, con musica, artisti di strada e street food.

Per riuscire ad organizzare questa edizione del festival, Blacklemon ha potuto contare sulla stretta collaborazione delle associazioni di categoria che compongono la cabina di regia degli eventi cittadini legati al commercio: Confesercenti, Unione Commercianti e CNA hanno ottenuto la collaborazione del Comune di Piacenza e posto le condizioni per riuscire a mettere in moto la macchina. IREN e Banca di Piacenza, come main sponsor, hanno risposto alla chiamata e così hanno fatto che aziende come TRS Ecologia e Terrepadane, sostenitori del festival fin dalla primissima edizione. Il contributo economico di questi partner e l’adesione degli espositori (in particolare le concessionarie di auto e moto) ha fatto il resto.

Pubblicato il 13 luglio 2022

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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