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La Famiglia Piasinteina ricorda Valente Faustini a cent’anni dalla scomparsa

 

anelli

Il suo animo gonfio di malinconia, forse a seguito di quell’amore nato in gioventù, finito prima del matrimonio e rimpianto per sempre, le poesie velate di tristezza ma ricche di intensa umanità per la sua Piacenza, hanno fatto di Valente Faustini (1858-1922) un poeta dialettale in grado di superare gli angusti confini locali ed avere riferimenti anche nazionali. Ed è per questo che domenica 24 aprile alle 16.30, ai Giardini Margherita, davanti alla statua che lo ricorda e alla Batusa (entrambi realizzate dallo scultore Oreste Labò nel 1929) sarà organizzato un reading poetico nel centenario della scomparsa. Protagonista dell’iniziativa la compagnia teatrale della Famiglia Piasinteina in collaborazione con il Comune di Piacenza, nell’ambito del bando “Piacenza riparte con la cultura”.
A illustrare i dettagli di questa iniziativa, nella sede del sodalizio in via X Giugno, l’assessore alla Cultura Jonathan Papamarenghi, il “Razdur” Danilo Anelli e Pino Spiaggi, interprete e cantore di tanti versi e commedie dialettali.

L’assessore alla Cultura, sottolineando come “la Famiglia Piasinteina sia spesso stata al centro di iniziative quali il premio di poesia dedicato proprio a Faustini e altre manifestazioni a ricordo di questo poeta che ha liricizzato tematiche di profonda meditazione umana”, ha poi aggiunto: “Mi piace ricordare un monumento come “La Batusa” realizzata da Oreste Labò nel 1929, la figura snella, schietta e altera collocata di fianco al busto di Faustini; Labò fu lo scultore piacentino che espresse meglio di ogni altro lo stile liberty, anche l’universo artistico che ruota attorno a Klimt è liberty e la mostra in corso dedicata a questo artista universale sta avendo già da questi primi giorni un grande successo. Pur non avendo nulla in comune, queste iniziative stanno a significare che la cultura, seppur negli stessi anni ma a latitudini diverse, supera i facili schematismi e le classificazioni”.

“La famiglia Piasinteina – ha spiegato Anelli – da sempre ha il compito di divulgare e di far conoscere la cultura e il folklore piacentino e la lingua dialettale. I nostri corsi di dialetto, la presenza nelle scuole e le iniziative teatrali in piacentino, sono un esempio di come da parte nostra ci sia un impegno autentico. Ricordare Faustini significa riproporre una Piacenza d’antan, perché egli è stato il “poeta di Piacenza” di cui ha celebrato, con accento caldissimo, l’anima e il sentimento popolare. Questa iniziativa, pertanto, si pone come elemento di valorizzazione della piacentinità e di una cultura che nonostante il tempo esercita ancora un grande interesse”. Infine Giuseppe Spiaggi: “Proporremo una decina di poesie tra le più note del nostro grande poeta, che ci ha lasciato tanto di un’epoca lontana, verso la quale nutriamo profonda attenzione e tanta umanità”.

Interpreteranno i brani Andrea Bergonzi, Nice Fariselli, Mirella Girometti, Fabiola Guglielmetti, Milly Morsia, Cesare Ometti, Pietro Rebecchi, Mario Schiavi e Fabrizio Solenghi, che insieme a Pino Spiaggi si alterneranno nel dare voce ad alcune tra le poesie più note del poeta la cui opera è racchiusa in sette preziosi volumi curati da monsignor Tammi. In caso di maltempo l’iniziativa sarà posticipata a domenica 1° maggio, sempre alle 16.30.

locandina

Nelle foto: in alto, la presentazione alla Famiglia Piasinteina; sopra, la locandina della manifestazione a ricordo dei cento anni della morte di Valente Faustini.

Pubblicato il 21 aprile 2022

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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