Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Premio Battaglia, per onorare chi ha fatto tanto per la Banca di Piacenza

 Pietro Coppelli


“I 500 anni dalla posa della prima pietra di Santa Maria di Campagna e il ruolo della Basilica nella storia di Piacenza”: non poteva non riferirsi all’evento clou della stagione culturale di quest’anno (e di parte del 2023), promosso dalla Comunità francescana e dalla Banca di Piacenza, il tema con cui sono chiamati a cimentarsi gli studenti universitari che partecipano alla 36ª edizione del Premio Francesco Battaglia, presentata questa sera nella Sala del Duca della Basilica dal condirettore generale della Banca Pietro Coppelli, appuntamento d’apertura del ciclo di conferenze “I Giovedì della Basilica”, inserito nel ricco programma di celebrazioni per i 5 secoli del santuario mariano tanto caro ai piacentini.

Un premio voluto per onorare la memoria di uno dei fondatori dell’Istituto di credito locale («l’avv. Battaglia - ha ricordato il dott. Coppelli dopo l’intervento introduttivo del presidente esecutivo Corrado Sforza Fogliani - fu tra i 50 soci che il 23 giugno del 1936 sottoscrissero le quote di capitale per far nascere una banca di territorio, dopo la perdita della Popolare Piacentina in seguito alla crisi degli Anni ‘30») e per incentivare gli studenti universitari all’attività di ricerca su temi economici e culturali che valorizzino il territorio. Il relatore ha quindi meglio delineato la figura dell’avv. Battaglia (presente in sala la figlia avv. Sara Battaglia e il prof. Domenico Ferrari Cesena, componenti della Commissione giudicatrice del Premio insieme al dott. Carlo Emanuele Manfredi): «Entrò nel primo Consiglio d’amministrazione della Banca e ne fu poi il segretario. Nel 1966 fu nominato presidente e rimase alla guida dell’Istituto per vent’anni, fino alla sua scomparsa avvenuta il 6 settembre (giorno scelto ogni anno per premiare il vincitore del concorso) del 1986. Rileggendo i verbali dei Cda da lui presieduti e le relazioni ai bilanci, ben si comprende la sua figura di uomo con una grande etica e un’onestà intellettuale non comune, sempre generoso nel dare consigli utili alla crescita della Banca, che proseguì il suo brillante cammino nel solco degli insegnamenti dell’avv. Battaglia con la scelta del successore, l’avv. Sforza Fogliani. Personaggio di spicco dell’Ordine forense piacentino, che presiedette per 12 anni, l’avv. Battaglia fu anche appassionato cacciatore e vicepresidente del Piacenza calcio».

Il dott. Coppelli ha poi ricostruito la storia del Premio, un bando pensato nel 1986 dal Comitato esecutivo, ratificato dal Cda e avviato nel 1987. «Un anno importante per la Banca - ha sottolineato il condirettore generale -: cadeva infatti il cinquantenario di attività, nasceva il periodico Bancaflash e veniva aperta la prima filiale fuori provincia, a Casalpusterlengo». Il tema del primo bando di concorso si riferiva allo sviluppo delle banche popolari a Piacenza nell’800 e fu vinto da Claudio Vologni, presente all’incontro insieme ad altri vincitori del Premio in anni più recenti. «Parlando con tanti ragazzi che hanno partecipato al Premio Battaglia - ha concluso il dott. Coppelli - ho avuto la conferma che rappresenta un’ottima esperienza: sia perché aiuta gli studenti a fare ricerca, che se affrontata seriamente è cosa faticosa, sia perché i giovani hanno modo di approfondire aspetti del nostro territorio poco noti o addirittura sconosciuti».

Pubblicato il 22 aprile 2022

Ascolta l'audio

Sottocategorie

  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

    Ascolta l'audio

    Conteggio articoli:
    5

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente