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Il prof. Chizzoniti: il bene comune globale nella Dottrina sociale della Chiesa

ucid

Giovedì 5 giugno il Seminario vescovile di Piacenza ha ospitato un incontro dal titolo: “La Dottrina Sociale della Chiesa nel passaggio dal magistero di papa Francesco a quello di papa Leone XIV”. Un incontro organizzato dal dott. Giuseppe Ghittoni, presidente della sezione piacentina dell’UCID - l’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti - e che ha avuto come relatore Antonio Giuseppe Maria Chizzoniti, giurista e professore ordinario di diritto canonico ed ecclesiastico presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.

Nomi parlanti

Per quanto, ad oggi, del magistero del neoeletto papa Leone XIV se ne possa solo intravedere la prospettiva, la continuità con il suo predecessore è già evidente dalla predilizione di entrambi per i temi della dottrina sociale della Chiesa. Ma quali sono questi temi? Per capirlo bisogna innanzitutto guardare alle dottrine sociali dei due pontefici che, a loro volta, sono racchiuse nella scelta del nome. Un’usanza, questa, risalente al 532 d.C. - quando il neoeletto papa Mercurio cambiò il proprio nome in Giovanni II per evitare associazioni inappropriate col dio pagano del commercio, del guadagno e dei viaggiatori - e nel tempo diventata una vera e propria dichiarazione di intenti - spiega il giurista. Un nome un programma, insomma.

Da un lato dunque un gesuita che sceglie san Francesco, uomo della povertà, della pace e custode del Creato e dall’altro un agostiniano che, oltre a ribadire - sulla scia di sant’Agostino - la centralità della comunità, della carità e del bene comune, decide di richiamarsi a Leone XIII, il papa della questione operaia. Dalla Rerum Novarum del XIX secolo al Res Digitalis del XXI. Dalla rivoluzione industriale alla rivoluzione digitale. L’invito, da parte del nuovo papa, alla riconciliazione e alla solidarietà verso i più deboli - come ha spiegato il prof. Chizzoniti - pare infatti accompagnato dalla volontà di dedicarsi al tema dell’intelligenza artificiale, grande sfida di oggi e strumento da mettere al servizio dell’umanità e non da usare per arricchirsi.
E volendo riassumere l’impegno di papa Francesco? Due i versanti: la visione olistica e la conversione integrale, tanto personale quanto collettiva. Due versanti confluiti in quattro encicliche che racchiudono il magistero del pontefice argentino e che il docente universitario ha passato in rassegna. La prima enciclica Evangelii gaudium nel 2013 e la seconda due anni dopo, Fratelli tutti nel 2020 e Laudate Deum nel 2023.

Dalla periferia al centro

“Mi siete venuti a prendere quasi alla fine del mondo” dice ai suoi fratelli cardinali Bergoglio appena divenuto papa. Una frase, pronunciata dalla Loggia delle Benedizioni a tutto il mondo, che sintetizza l’enciclica Evangelii gaudium del 2013. Capovolgere la piramide mettendo al centro la periferia, ossia i poveri, gli esclusi. Questo è sempre stato l’impegno del vescovo latino-americano, concretizzatosi poi con la nomina papale.

Papa Francesco - spiega Chizzoniti - ribadiva la necessità di non perdersi in ideologie astratte ma di proporre solo cose realizzabili attuando processi a lungo termini, poiché realtà e tempo sono rispettivamente superiori a idea e spazio. Cosa devono fare i cristiani? Prendersi cura degli uomini, cuore del Vangelo la cui gioia risiede nella sua intrinseca dimensione sociale, dimensione che cresce assieme alla spirituale. E non aver paura di sporcarsi le mani nell’azione politica, indispensabile purché orientata al bene comune, sempre superiore alla parte.

E la Chiesa cosa deve fare? Ricordare il proprio ruolo profetico universale proponendo un servizio all’umanità, impegnarsi nella missione evangelizzatrice della giustizia sociale. In che modo? Memore del fatto che l’unità debba prevalere sul conflitto e la dignità umana debba passare attraverso l’attenzione integrale.

Un'unica complessa crisi

L’accoglienza del pensiero della periferia è un tema che torna anche nella successiva Evangelii gaudium. Ma questa volta con un’accezione ecologica. Il grido della Terra per il Pontefice coincide con il grido dei lontani e dei poveri, i più colpiti dal degrado ambientale, strettamente connesso al degrado etico e umano. Esiste un’unica complessa crisi, sociale e ambientale, e un approccio olistico - di ecologia economica, sociale e culturale insieme - per porvi rimedio. “Papa Francesco - prosegue il professore - scrive della necessità di un’etica forte alla guida di economia e sviluppo tecnologico”.

Criticando il paradigma tecnocratico, dispotico verso il Creato e generatore della malsana cultura dello scarto, il pontefice argentino sottolinea la grande responsabilità dell’uomo nei confronti delle generazioni di domani e delle disuguaglianze di oggi. “L’uomo non è un dominatore ma, al contrario, il custode della casa comune”.

Tutti figli dello stesso Dio

Imperniata sulla visione di un visione di un mondo più giusto, pacifico, inclusivo e capace di affrontare le crisi è l’enciclica del 2020, strettamente legata al santo d’Assisi. Per superare le divisioni della società il Santo Padre, esortava a instaurare legami di fiducia e solidarietà in nome dell’amicizia sociale e della fratellanza universale. In un’epoca in cui il rispetto dell’altro è sgretolato dall’uso distorto dei mass media, servono dialogo e amicizia nelle relazioni internazionali e chiarezza nella costruzione dei disegni. Un rifiuto dell’individualismo e del nazionalismo che passa anche attraverso la fraternità tra religioni e la ricerca di momenti di ecumenismo. Ecco come arrivare alla pace. La via migliore? Quella della politica migliore, se con politica si intende una delle più alte forme di carità sociale, orientata ai più deboli e al bene comune globale. Ma la via giusta per eccellenza? Il Vangelo e il buon samaritano che, come illustra Chizzoniti, non ha paura di fermarsi a prestare aiuto. Insomma, no all’indifferenza e sì all’empatia concreta.

Conversione integrale

È una verifica puntuale su un tema specifico l’ultima enciclica del pontefice venuto a mancare lo scorso aprile. La crisi climatica, questione urgente di responsabilità antropica in quanto causata dall’uomo e dalla sua incapacità di progettualità oltre che dalla debolezza politica internazionale. Collegata alla giustizia sociale, la crisi climatica è crisi dell’umanità, del mondo. Da qui il forte appello alla conversione ecologica integrale, frutto di un percorso continuo necessario al di là dell’appartenenza religiosa.

Elena Iervoglini

 Nella foto, da sinistra il prof. Antonio Chizzoniti, professore ordinario di diritto canonico ed ecclesiastico all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, e Giuseppe Ghittoni, presidente della sezione piacentina dell’UCID, l’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti.

Pubblicato il 9 giugno 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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